Francesco di Assisi erede dell'età dello Spirito di Gioacchino da Fiore , colpì anche Dante Alighieri di Giampiero Scarpino
Francesco di Assisi, il terremoto spirituale della Chiesa : dopo Gesù ,Francesco parla al mondo, erede dell'età dello spirito di Gioacchino da Fiore,colpì anche Dante Alighieri.
Mercoledì 4 Ottobre festa di San Francesco di Assisi. Da 9 giorni sui social tutte le comunità francescane del mondo postano la " novena" al Santo . Negli ultimi giorni ovunque leggi del Triduo della Festa . La vigilia un susseguirsi di emozioni perche chi ama San Francesco d'Assisi vive con il cuore il Transito del Serafico Padre . Infine la festa ,la Santa Messa in TV da Assisi ,preceduta dalla Santa Messa del Papa in piazza San Pietro. E poi i social con Porziuncola TV , dal luogo del Transito e la diretta dal Sacro Convento di Assisi dove il Santo riposa . E non possiamo trascurare le dirette da Gerusalemme ,Nazareth e Betlemme luoghi della vita di Gesù "custoditi" dai Francescani in festa anche per la nomina di Mons. Pizzaballa a Cardinale ,lui che era prima Custode ed ora anche Patriarca di Gerusalemme. Dopo Gesù e Sua Madre ,il Santo di Assisi ha lasciato un esempio indelebile al mondo . Una vita tutta particolare ,una corsa continua verso il Signore e verso la perfezione , terminata con l'imposizione delle Stimmate sul monte della Verna a due anni dalla morte .
Il 1182 nasce Francesco ,figlio di ricchi mercanti di Assisi, si cresce nella ricchezza e nei vizi. Sogna di essere un grande cavaliere. La guerra tra Assisi e Perugia, il carcere, la malattia, lo segnano. Guarisce,va di nuovo in guerra ma la stessa voce che aveva parlato a Paolo di Tarso parla anche a lui. La prima volta gli dice :"Francesco perché servi il servo e non il Padrone". La seconda dal Crocefisso di San Damiano gli dice :" Francesco va e ripara la mia casa che va in rovina ". Lascia la ricchezza ed abbraccia la povertà, i giovani di Assisi lo seguono, saranno a breve 5000 da tutto il mondo. Ripara prima la Chiesina di San Damiano poi tutta la Chiesa di Dio e del Papa. Da' vita alla comunità dei Frati Minori, delle Clarisse, dei Terziari Francescani. Cambia ancora oggi la vita di mezzo mondo. Ancora oggi il miracolo di San Damiano colpisce ed agisce. Gesù che parla ancora a chi gli domanda come Francesco : "Signore cosa vuoi che io faccia". E poi il Tau, quel simbolo di Francesco che moltissimi di noi portiamo addosso. Infine la sua raccomandazione : "seguire il Santo Vangelo alla lettera". Libricino, costo 3 Euro. Basta leggere solo Matteo, il primo dei quattro. Tempo di lettura, un'ora. Un'ora che ti fa cambiare la vita e ti dona pace e gioia perché il saluto di Francesco è : " il Signore ti dia Pace!". Francesco colpì anche il giovane Dante Alighieri (1265-1321) che si formò nel convento francescano fiorentino di Santa Croce studiando storia e filosofia, uno dei luoghi più importanti della cultura francescana. La cattedra di teologia era affidata a Pietro di Giovanni Olivi colto francescano Francese che in una delle sue opere ,la Lectura super Apocalypsim, aveva rilanciato il sogno di Gioacchino da Fiore della Terza età della storia ,quella dello Spirito Santo. Fr. Pietro sosteneva che l'Ordine Francescano rappresentava il momento più alto della storia della Chiesa pronta a sposare la Ecclesia Spiritualis che Gioacchino da Fiore contrapponeva alla Ecclesia Carnalis. Un altro frate insegnante ,Umbertino da Casale , con i propri scritti ispirò una lettura ragionata della storia della Chiesa ispirata al pensiero di Gioacchino da Fiore. Gioacchino da Fiore e San Francesco hanno in comune l'attesa dell'era dello Spirito Santo. Entrambi erano contrari alle crociate, entrambi professavano di annullare il concetto della proprietà, favorendo il concetto di "comunione" e "povertà". Non era sicuramente il suo sogno ma nel suo testimoniare post mortem a 360 gradi , anche la cultura e la ricerca filosofica del mondo è stata condizionata dall'esempio del poverello di Assisi. Concludo con una scena del film Fratello Sole Sorella Luna di Franco Zeffirelli : tutti seguivano Francesco a San Damiano e le Chiese di Assisi erano vuote. I giovani amici di Francesco lo avevano seguito ed il podestà di Assisi per frenare questa fuga spirituale ,ordinò di " estirpare il fenomeno di San Damiano". Pur avendo fatto incediare la Chiesina non ci riuscì.
su Dante Terziario francescano :fra Mariano da Firenze che in due cronache diverse, da collocarsi tra il 1480 e il 1525 una in latino e l’altra in volgare, asserì che “Dante poeta fermatosi nella città di Ravenna et alla vita spirituale vacando, prese l’habito del Tertio Ordine, et in fine morendo prese l’habito de’ Frati Minori: et fu nel convento di Sancto Francesco sepolto”.
Dante Alighieri,
nella Divina Commedia, inserisce Gioacchino
da Fiore nel
Paradiso
(canto XII, versi 139-141), tra la schiera dei beati sapienti, corrispondenti
agli odierni dottori della Chiesa, accanto ai santi Bonaventura da Bagnoregio,
Rabano Mauro e Tommaso d'Aquino.Dante
Alighieri nella sua Commedia presenta la figura di Gioacchino
da Fiore, monaco,
filosofo, profeta calabrese:
“…E lucemi da lato il calavrese abate
Gioacchino, di
spirito profetico dotato…”. (Paradiso, XII,139-141).
Che Gioacchino da Fiore abbia esercitato su Dante una importante influenza, ne ha parlato, il filosofo e teologo calabrese Giovanni Di Napoli, autore di importanti saggi sull’abate calabrese da lui definito «un riformatore». Di Napoli scrive che “Dante era informato sulla persona di Gioacchino” e che tanti sono gli elementi che “mostrano in Dante un conoscitore delle idee e propositi e raffigurazioni simboliche di Gioacchino”
Giovanni Papini scrisse che «nell’animo di Dante si affrontano i due fuochi accesi nell’Italia del Sud ad illuminare l’ultima grande stagione del Medioevo: S. Tommaso d’Aquino e Gioacchino da Fiore: il costruttore e il sognatore; l’Architetto sapiente e il Profeta ispirato».
Franco Liguori su Calpost scrive: «L’influenza dell’abate calabrese fu davvero forte e illuminante, tant’è che nella Divina Commedia si riscontrano diverse similitudini con le affascinanti immagini frutto delle intuizioni mistiche di Gioacchino, come la figura della candida rosa dell’Empireo nel XXXI canto del Paradiso ispirata alla tavola XIII del “Libro delle Figure” di Gioacchino; così pure, nel XXII canto del Paradiso , quando contempla la Trinità, nel descriverla (“la Fede vede questi tre giri, di tre colori e d’una contenenza, ma la geometria non potrà vederli mai”) Dante s’ispira ai tre cerchi tricolori disegnati da Gioacchino nell’XI tavola del “Libro delle Figure».
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