Preghiera recitata dalle Clarisse del Protomonastero di Santa Chiara in Assisi

O Maria ,

Aurora del mondo nuovo. Madre dei viventi.

affidiamo a Te la causa della vita: "guarda,o Madre,al numero sconfinato

di bimbi cui viene impedito di nascere, di poveri cui è reso difficile vivere,

di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall'indifferenza,

o da una presunta pietà.

Fà che quanti credono nel tuo Figlio, sappiano annunciare con franchezza e amore

agli uomini del nostro tempo il Vangelo della Vita.

Ottieni loro la grazia di accoglierlo, come dono sempre nuovo,

la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza

e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa per costruire,

insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore.

a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.

TOMBA SANTA CHIARA

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VITA SANTA CHIARA

SCRITTI E BOLLE PAPALI

Orario preghiera delle Clarisse anno solare  feriale :

Ore 1.00 Celebrazione Ufficio delle letture -Ore 6.00 Meditazione - Ore 6.45 Canto delle Lodi Mattutine - Ore 7.15 Santa Messa

ore 11.45 S. Rosario - Celebrazione Ora Sesta - Ore 15 Celebrazione Ora Nona 

Ore 17.45 Celebrazione del Vespro Ore 18.15 Meditazione - Ore 22.30 Celebrazione di Compieta

cambiamenti orario giorni festivi : 11.15 Celebrazione Ora Sesta -  17.30 Vespro - 18 Meditazione

A tre anni dalla morte e a un anno dalla canonizzazione di S. Chiara, si iniziò nel 1257 con la costruzione della Chiesa e del Convento attiguo delle Clarisse, che dal 1212 avevano vissuto a S. Damiano.I,l sito era quello della Chiesa di S. Giorgio, dove fu sepolto S. Francesco, prima di essere traslato nel 1230 nella Basilica. L‘edificio è caratterizzato dall‘esecuzione di tutto il corpo con fasce rosa e bianche e dai maestosi archi rampanti di sostegno ai due lati della chiesa.
L‘interno è strutturato come la Chiesa Superiore di S. Francesco con una navata unica che termina in un transetto con abside poligonale. Anche qui una galleria percorre il perimetro, però, contrariamente a S. Francesco, all‘altezza dei capitelli dei pilastri.
Sul lato destro della navata si apre la Cappella del Crocifisso che, insieme alla successiva Cappella del Sacramento, fu parte della navata della precedente Chiesa di S. Giorgio, dove Gregorio IX canonizzò S. Francesco nel 1228. Il Crocifisso su tavola nell‘omonima cappella sarebbe quello che a S. Damiano parlò a S. Francesco, ordinandogli di riparare la Chiesa " Va francesco e ripara la mia casa che come vedi va in rovina ". Dietro alla grata, reliquie di S. Francesco e di S. Chiara. Nella cappella successiva, affresco di Puccio Capanna (1340-46), Madonna col Bambino in trono con i Ss. Chiara, Giovanni Battista, Michele Arcangelo e Francesco, ed altri affreschi della scuola di Giotto e di Lorenzetti. Nella crociera di destra, tavola con la Vita di S. Chiara del cosiddetto Maestro di S. Chiara (fine XIII sec.); affreschi sempre riferiti a S. Chiara e scene bibliche del cosiddetto Maestro Espressionista di S. Chiara (prima metà del XIV sec.). Il Crocifisso nell‘abside è nuovamente attribuito al Maestro di S. Chiara (1280-90).L‘altare maggiore è racchiuso da un colonnato di 12 colonnine poligonali, opera di uno scalpellino umbro del XV secolo, con una cancellata in ferro battuto del XVIII secolo. Nella crociera di sinistra, affresco staccato con Natività giottesca del XIV secolo. La tavola bizantineggiante del tipo Hodegetria sulla parete sinistra, Madonna col Bambino, è di un artista ignoto del XIII secolo. Nelle lunette, scene dal Vecchio Testamento, simili a quelle del ciclo superiore nella basilica superiore di S. Francesco (fine XIII sec.).Nella cripta, costruita nel 1850-72, ristrutturata nel 1935 in forme neogotiche, si conserva il sarcofago con il corpo di Santa Chiara. (fonte : Assisi On line )

BENEDIZIONE DI SANTA CHIARA

Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Il Signore vi benedica e vi custodisca.  Vi mostri la sua faccia e abbia misericordia di voi.. Volga verso di voi il suo volto e vi dia pace, sorelle e figlie mie, e a tutte le altre che verranno e rimarranno nella vostra comunità, e alle altre ancora, tanto presenti che venture, che persevereranno fino alla fine negli altri monasteri delle povere dame.

Io Chiara, ancella di Cristo, pianticella del beatissimo padre nostro san Francesco, sorella e madre vostra e delle altre sorelle povere, benché indegna, prego il Signore nostro Gesù Cristo, per la sua misericordia e per l'intercessione della santissima sua genitrice, santa Maria, e del beato Michele arcangelo e di tutti i santi angeli di Dio, del beato Francesco padre nostro e di tutti i santi e le sante, che lo stesso Padre celeste vi dia e vi confermi questa santissima benedizione sua in cielo e in terra: in terra, moltiplicandovi nella grazia e nelle sue virtù fra i servi e le ancelle sue nella Chiesa sua militante; e in cielo, esaltandovi e glorificandovi nella Chiesa trionfante fra i santi e le sante sue.

Vi benedico nella mia vita e dopo la mia morte, come posso, con tutte le benedizioni, con le quali il Padre delle misericordie ha benedetto e benedirà i suoi figli e le sue figlie in cielo e sulla terra, e con le quali il padre e la madre spirituale ha benedetto e benedirà i figli suoi e le figlie spirituali. Amen.

Siate sempre amanti delle anime vostre e di tutte le vostre sorelle, e siate sempre sollecite nell'osservare quelle cose che avete promesso al Signore.

Il Signore sia sempre con voi e voglia il Cielo che voi siate sempre con lui. Amen.

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Dalla Leggenda di Santa Chiara D’Assisi  (FF 3252):Va’  sicura, anima mia benedetta,perché  hai  buona  scorta  nel  viaggio. Va’, perché Colui che t’ha creata, ti   ha santificata e sempre guardandoti come una madre suo figlio, ti  ha amata con tenero amore. E tu, Signore, sii benedetto, che mi hai creata.”

Dalla lettera di San Paolo Apostolo ai Filippesi (3,7-14) :Ma quello che poteva essere per me un guadagno, l'ho considerato una perdita a motivo di Cristo. Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui, non con una mia giustizia derivante dalla legge, ma con quella che deriva dalla fede in Cristo, cioè con la giustizia che deriva da Dio, basata sulla fede. E questo perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte, con la speranza di giungere alla risurrezione dai morti. Non però che io abbia già conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione; solo mi sforzo di correre per conquistarlo, perché anch'io sono stato conquistato da Gesù Cristo. Fratelli, io non ritengo ancora di esservi giunto, questo soltanto so: dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la mèta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.

Transito di Santa Chiara 

Da ultimo la vedono agonizzare per parecchi giorni prima della fine: e cresce in questo tempo la fede della gente e la devozione popolare. Ogni giorno è anche onorata, come già SA nta, dalla visita assidua di cardinali e di prelati. E, ciò che è evento meraviglioso ad udirsi, pur non potendo prendere alcun cibo per diciassette giorni, fu dal Signore sostenuta con tanta fortezza che era lei a confortare, esortandoli al servizio di Cristo, tutti quelli che venivano a visitarla. Infatti, esortandola il buon frate Rainaldo alla pazienza nel lungo martirio di così gravi infermità, con voce perfettamente libera da forzature gli rispose: «Da quando ho conosciuto la grazia del Signore mio Gesù Cristo per mezzo di quel suo servo Francesco, nessuna pena mi è stata molesta, nessuna penitenza gravosa, nessuna infermità mi è stata dura, fratello carissimo!». Poi, facendosi più vicino il Signore e già quasi stando sulla soglia, Chiara vuole che le stiano accanto sacerdoti e frati spirituali, che le ripetano la Passione del Signore e sante parole. E appena tra di essi le appare frate Ginepro, famoso per saper vibrare ardenti giaculatorie al Signore, con calde parole dal cuore, animata da rinnovata letizia gli chiede se abbia lì pronto qualcosa di nuovo riguardo al Signore. 
Ed egli, aprendo la bocca, dalla fornace del cuore ardente libera fiammeggianti scintille di parole, e la vergine di Dio trova grande consolazione nelle sue parabole. 
Infine si volge alle figlie in lacrime, raccomandando loro la povertà del Signore e ricorda lodando i benefici divini. Benedice devoti e devote sue e implora larga grazia di benedizione su tutte le Donne dei monasteri poveri, sia presenti che futuri. 
Chi potrebbe narrare il resto, senza piangere? Sono lì presenti quei due benedetti compagni del beato Francesco, dei quali uno, Angelo, lui stesso in lacrime, consola le afflitte; l'altro, Leone, bacia il giaciglio di Chiara morente. Piangono le figlie desolate il distacco dalla loro pia madre e la accompagnano con le lacrime mentre se ne va, sapendo che non la vedranno più. Si dolgono con immensa amarezza che, insieme con lei, sparisca ogni loro consolazione e che, lasciate nella valle delle lacrime, non saranno più consolate dalla loro maestra. A stento il pudore, esso solo, trattiene la mano dal ferire i corpi e la vampa del dolore è resa ancora più acerba dal fatto che non le si permette di sfogare in manifestazioni esterne di cordoglio. Il rigore claustrale impone il silenzio, la violenza del dolore strappa gemiti e singhiozzi. Le gote sono tumefatte per le lacrime e ancora la piena del cuore, straziato dal dolore, alimenta il rivolo del pianto. 
Volgendosi poi a se stessa, la vergine santissima parla silenziosamente alla sua anima: «Va' sicura - le dice - perché hai buona scorta, nel viaggio. Va', perché Colui che t'ha creata, ti ha santificata e sempre guardandoti come una madre suo figlio, ti ha amata con tenero amore». «E tu, Signore - soggiunge - sii benedetto, che mi hai creata». Interrogandola una delle sorelle a chi stesse parlando, rispose: « Io parlo all'anima mia benedetta ». E ormai quella gloriosa scorta non era molto lontana. Volgendosi infatti a una figlia, le domanda: «Vedi tu il Re della gloria, che io vedo, o figlia?» Su un'altra pure si posò la mano del Signore e con gli occhi del corpo vide tra le lacrime una beatificante visione. Trafitta invero dal dardo di un profondo dolore, volge lo sguardo verso la porta della casa: ed ecco, entra una schiera di vergini in bianche vesti e tutte hanno ghirlande d'oro sul capo. Si avanza tra loro una più splendente delle altre, dalla cui corona, che appare alla sommità come un turibolo traforato, s'irradia un tale splendore da mutare in luce del giorno l'oscurità della notte tra le pareti della casa. Si avvicina al lettuccio, dove giace la Sposa del Figlio e, chinandosi su di lei con tenerissimo amore, le dona un dolcissimo abbraccio. Le vergini distendono un pallio di meravigliosa bellezza e, tutte a gara servendo, rivestono il corpo di Chiara e ne adornano il talamo Indi, il giorno successivo alla festa del beato Lorenzo, quella santissima anima esce dalla vita mortale, per essere premiata con l'alloro eterno; e, disfatto il tempio del la carne, il suo spirito passa beatamente al cielo. Benedetto quest'esodo dalla valle della miseria, che fu pel lei ingresso nella vita beata! Ormai, in cambio della penuria del cibo, si rallegra al convito dei cittadini del cielo; ormai, in cambio dell'umile cenere, beata nel regno dei cieli, è resa splendente dalla stola della gloria eterna.Leggenda di S. Chiara : FONTI FRANCESCANE 3252):

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