BREVE DI SANT'ANTONIO

«Ecce crúcem Dómini, /fúgite partes advérsæ, /vicit Leo de tribu Iuda, /Radix David! Allelúia!»

«Ecco la croce del Signore.Fuggite, nemici. Ha vinto il Leone della tribù di Giuda,il Germoglio di Davide. Alleluia». Una piccola preghiera, una giaculatoria, un’esortazione pia, diventata celebre come «il motto di Sant’Antonio», o il «breve esorcismo di Sant’Antonio», alla base di una forte devozione popolare. Arnaldo da Serrano scrive la «premessa» nel 1370, nel capitolo 52 del “Liber Miraculorum” . Tratta la biografia del Santo presa dal francescano Giovanni Rigaldi,appresa da fra Pietro di Raimondo nel 1293. Il racconto riferisce di come Sant’Antonio, con una piccola pergamena che riportava le parole sopra citate, liberò una donna di Santarem, in Portogallo. Una donna devota ma peccatrice,con il demonio che la tentava al suicidio. Antonio le apparve in sogno mentre si era addormentata in Chiesa ove si era fermata mentre era tentata dal suicidio. Antonio le avrebbe detto: «Alzati, o donna, e custodisci questo biglietto; grazie ad esso verrai guarita dalla vessazione del demonio». Svegliatasi la donna si accorse di avere al collo un foglio di pergamena, sul quale era scritta la breve di Sant'Antonio. Subito la tentazione l’abbandonò. Dall’estate del 1586 la "Breve" è scolpita alla base dell’obelisco fatto erigere da Sisto V, Papa francescano, in piazza San Pietro a Roma.

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