GIAMPIERO SCARPINO

 

TRATTATO D’AMORE

 

 

“Il Signore si manifesta a coloro che sostano nella pace ed umiltà di cuore. In un'acqua torbida e movimentata non appare il volto di chi vi si specchia. Perciò, se vuoi che il volto di Cristo appaia nel tuo volto e tu sia così veramente un cristiano, fermati, raccogliti nel silenzio, chiudi le porte dell'anima allo strepito delle cose esteriori” (dai sermoni di S.Antonio)

 

 

 


 

Ave o Maria piena di grazia il Signore è con Te, Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del Tuo seno Gesù,Santa Maria Madre di Dio prega per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte Amen!

Quando al mattino ti svegli
ringrazia Dio
per la luce dell’aurora, 
per la vita che ti ha dato e 
la forza che ritrovi nel tuo corpo. 
Ringrazia Dio anche per il cibo che ti dà 
e per la gioia di essere in vita.

Donna 
(di Madre Teresa di Calcutta)
Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe, 
i capelli diventano bianchi, 
i giorni si trasformano in anni... 
Però ciò che è importante non cambia; 
la tua forza e la tua convinzione non hanno età. 
Il tuo spirito è la colla di qualsiasi tela di ragno.
Dietro ogni linea di arrivo c’è una linea di partenza. 
Dietro ogni successo c’è un’altra delusione. 
Fino a quando sei viva, sentiti viva. 
Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo. 
Non vivere di foto ingiallite... 
insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni. 
Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c’è in te. 
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto. 
Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce. 
Quando non potrai camminare veloce, cammina. 
Quando non potrai camminare, usa il bastone. 
Però non trattenerti mai!

 

 

Introduzione

Caro amico e fratello - sorella in Cristo,è giunto il momento affinchè tu diventi un membro vivo della Chiesa del Signore, un corpo di cui Dio si servirà per insegnare a te stesso e ad altri la via della verità , la via della saggezza e  ti insegnerà ad essere Suo Testimone.

Il momento della "conversione", il momento più importante della tua vita da tenere sempre vivo nel quotidiano, testimoniando la verità agli altri.

Il Signore Dio Onnipotente ti fa grazia dello Spirito Santo e ti dice: "Figlio Mio scegli me come obiettivo della tua vita, non trascurarmi ma amami e fammi amare ed Io ti prometto di stare sempre vicino a te , non solo oggi ma per tutta l'eternità , ti proteggerò da coloro che  vogliono farti del male, ti aiuterò nei momenti in cui avrai bisogno, sarò tuo compagno di viaggio per tutta la vita.

Già ti amo tanto perchè sei mio figlio e ti ho fatto venire al mondo per darti la possibilità di conquistare la vita eterna ,lo stare per l'eternità vicino a Me,vicino a coloro che mi hanno amato e servito, vivere l’eternità della vita dall’alfa all’omega."

Quanto amore nel Signore, nostro creatore, che mai ha abbandonato il Suo popolo, anche quando l'uomo lo ha tradito, lo ha disubbidito .

Eppure egli è stato sempre vicino a questa creatura a cui ha donato la vita, l'ha resa autonoma nella vita stessa, libera di poter scegliere le cose buone e le cose cattive preparandole uno splendido mondo in cui vivere e sfamarsi, gli ha concesso una compagna con cui moltiplicarsi, i figli con cui condividere la gioia della famiglia, genitori a cui affidarsi e dai quali farsi guidare :

"Signore sii Tu benedetto perchè mi hai creata! " Come è bella questa affermazione fatta da Santa Chiara in punto di morte, in un momento della sua vita triste ma allo stesso tempo bellissimo per lei che di lì a poco avrebbe incontrato il Suo Dio . Benedetto perchè l'aveva creata come  ha creato tutti noi, si proprio noi come Santa Chiara , donna lei, donna io, infima lei ,infimo io davanti alla grandezza del mondo. Eppure Chiara Lo ha fatto tutto suo o meglio “si è conformata tutta di Dio”. Come sarebbe bello fratelli cari poter un giorno tutti insieme servire il Signore, il padrone della nostra vita. Perchè il padrone della mia vita non sono io, non sono i miei genitori, non è il Papa, chi ci governa, non è il mio preside, il professore, il mio direttore, il mio capo ufficio,il mio allenatore o il mio compagno preferito. No, il padrone della vita è Lui, colui che non merito nemmeno di poter pronunciare tanto sono piccolo, infimo di fronte a Lui, di fronte a Dio. E’ bello dunque potervi dire che queste righe tenteranno di aprirvi il cuore, cercheranno di riscaldare il vostro petto per lasciarvi  accogliere l’amore di Dio, l’amore misericordioso di Dio .Quel Dio che ha sempre visto il suo popolo con benevolenza affidando ad Abramo il ruolo di capostipite, dando a Mosè la forza ed i mezzi di uscire dal ruolo di schiavi ed affidando infine a Davide  il compito di Re Pastore affinchè guidasse il popolo di Israele come un pastore fa con il proprio gregge.

 

E Dio scelse la famiglia di Davide per la discendenza  di colui che Dio stesso ha

 

designato come Re dei Re, come Suo testimone sulla Terra, come Dio che si fa uomo.

 

Dal Vangelo di Matteo-genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.

Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esròm, Esròm generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmòn, Salmòn generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse,Iesse generò il re Davide.

Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa,Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asàf, Asàf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia,Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabèle, Zorobabèle generò Abiùd, Abiùd generò Elìacim, Elìacim generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo. La somma di tutte le generazioni, da Abramo a Davide, è così di quattordici; da Davide fino alla deportazione in Babilonia è ancora di quattordici; dalla deportazione in Babilonia a Cristo è, infine, di quattordici.

 

Quant’è grande l’amore di Dio per noi ! A Francesco d’Assisi gli sussurra mentre va alla guerra : “Francesco perchè servi il servo e non il padrone ! ”. La scuola, il lavoro, l’essere in prima fila sempre, il danaro, la cupidigia, l’io sempre su in cima , ecco la guerra del duemila, ecco la strada che noi percorriamo ogni giorno come faceva Francesco nell’andare in guerra.“ Signore perdonaci perchè ci ricordiamo di te solo quando abbiamo bisogno perchè il mio Dio spesso, se non quasi sempre, sono io ma il cuore mio è contrito, umiliato, perché “Io, Dio, non accolgo te che sei veramente Mio Dio “.

Non a torto Sant’Agostino scriveva : “Tu sei grande, Signore, e ben degno di lode; grande è la tua virtù, e la tua sapienza incalcolabile. E l’uomo vuole lodarti, una particella del tuo creato, che si porta attorno il suo destino mortale, che si porta attorno la prova del suo peccato e la prova che tu resisti ai superbi. Eppure l’uomo, una particella del tuo creato, vuole lodarti. Sei tu che lo stimoli a dilettarsi delle tue lodi, perché ci hai fatti per te, e il nostro cuore non ha pace finché non riposa in te. “(Confessioni I, 1, 1)

Quanto amore o Dio,che dalla  stirpe di Davide un giorno in Betlemme facesti nascere  un Bambino come noi che hai indicato come  guida del mondo per una vita giusta, di amore e di venerazione per quel Dio che Santa Chiara descriveva come colui che “ci ha creati e ci ha sempre guardati con tenero amore come una mamma guarda il suo figliolino”.

Dal Vangelo di Matteo1.18 .  Sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo.]Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele,

 

 DIO SI FA UOMO

Dio si vuole fare come noi, vuole darsi un viso, un cuore, un fisico ,vuole correre, vuole far pranzo, vuole gioire e soffrire, vuole vivere una esperienza grande come calarsi nel mondo che Lui stesso ha creato.

Ecco che sceglie ancora una volta una figura povera per realizzare il progetto più grande dell'umanità : la nascita di Gesù , Suo Figlio , venuto in una realtà povera della vita di duemila anni fa.

Dopo aver scelto gente povera,pastori,umili, per i suoi progetti precedenti, Abramo, Mosè , Davide , sceglie una donna povera ed umile come Maria figlia di Gioacchino ed Anna, promessa sposa di Giuseppe il falegname, donna pia e di grandi virtù; con l'ausilio dello Spirito Santo  le affida il compito di partorire Gesù, il Figlio di Dio.

Ma Dio è stato molto attento alla venuta del Signore facendo nascere dalla cugina di Maria, Elisabetta, donna sterile, e da Zaccaria, colui che avrebbe annunciato il Messia, Giovanni  il Battista, che battezzerà con acqua coloro che credono nella redenzione e griderà a tutti la strada della salvezza , preparando la strada al Maestro. “ E tu bambino sarai chiamato Profeta dell’Altissimo perchè andrai dinanzi al Signore a preparargli le strade per dare al Suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei peccati....” (Luca 1.76.79)

Il Battista morirà per mano assassina, nel pieno dell'opera evangelizzatrice,mentre insegnava al popolo di Israele le leggi dettate dal Padre Celeste a Mosè sul monte Sinai (i Dieci  Comandamenti).

E così  nasce Gesù e nasce da gente povera, in una povera grotta.

Giuseppe e Maria non trovarono posto migliore dove poter alloggiare;

 

Gesù nasce in una mangiatoia mentre i genitori erano in viaggio per il censimento.

 

Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: «Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo». All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme.Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia.Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta.  (Matteo 2.1)

Quanta semplicità nella nascita di Gesù, quanta naturalezza nel suo venire al mondo, che messaggio ci ha donato il nostro Dio nel fare del suo Figlio l'emblema della semplicità , della povertà , della naturalezza di vita.

Altro che fuochi per scaldare questo bimbo appena nato ;solo il calore dell'alito di un bue e di un asino per tenere in caldo un corpicino prediletto venuto al mondo lontano dalla sua casa, dalla sua culla, dai suoi parenti.

Maria , Giuseppe , Gesù ,un bue ed un asino questo il quadro tramandato fino ad oggi  della nascita di Gesù , del Messia , del Figlio di Dio , la nascita di colui che ci avrebbe liberato dalla morte e dal peccato. E tanti, tanti pastori per rendergli omaggio, gente povera per un Cristo povero.

Da lontano guidati da una stella giunsero i re magi , illuminati già dalla luce del Messia che si annunciava al mondo come Salvatore, come Dio fattosi uomo per la salvezza dell'umanità , guidati già allora dalla luce dello Spirito Santo.

Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese. (Matteo 2)

San Paolo nella seconda lettera ai Filippesi recita:

“Cristo Gesù, pur essendo di natura divina non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini. Apparso in forma umana , umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte ed alla morte di croce. Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato un nome che è al di sopra di ogni altro nome; perchè nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli , sulla terra e sotto terra ; ed ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore , a gloria di Dio Padre.” (Fil 2,6s).

San Paolo era si convinto di poter lasciare una testimonianza di Gesù ma non pensava mai di poter in poche parole descrivere tutto ciò che Cristo aveva rappresentato nella venuta sulla terra.

LA RABBIA DEL RE ERODE

 

Il re Erode che governava nella Palestina, dove era situata Betlemme, informato della nascita di Gesù e della venuta di un Re, che però non sarebbe stato Re in questa terra, pensando che il suo trono vacillasse e non potendo trovare il luogo dov'era Gesù, pensò di fare uccidere tutti i primogeniti di Israele dando ordine che si compisse una strage di poveri martiri.

 

(Matteo-cap.secondo)Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s'infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi. Allora si adempì quel che era stato detto per mezzo del profeta Geremia:

Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande;Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata, perché non sono più.

 

Gesù fu salvato, assieme ai genitori, dal Padre Celeste e potè crescere sano,imparare il mestiere del falegname e, divenuto adulto e maturo, a trent'anni,iniziò ad attuare il disegno del Padre Suo, "evangelizzare la gente".

Prima di farlo prende una iniziativa che qualsiasi persona saggia dovrebbe fare prima di prendere una decisione . Condivide con Dio un’esperienza di solitudine , digiuno , penitenza e meditazione nel deserto. Quaranta giorni segnati dalla domanda classica per un uomo che vuole servire e testimoniare la potenza e l’amore misericordioso di Dio: “Signore cosa vuoi che io faccia !”

Quaranta giorni di sofferenza , di solitudine , di sacrifici e di tentazione per poter  giungere alla fine alla scelta del “totus tuus , Signore si compia in me la Tua volontà !”

 

Matteo - Capitolo 4 Tentazione nel deserto Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo.E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede».

Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non tentare il Signore Dio tuo». Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai». Ma Gesù gli rispose: «Vattene, satana! Sta scritto:Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto». Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano.

 

GESU’ PARLA AL CUORE DELLA GENTE

Inizia a predicare, parla del Regno di Dio e porta parole di verità per un popolo malato di fede, di amore, di carità, annunciando loro il Regno dei Cieli da raggiungere dopo la morte terrena ,da raggiungere dopo una vita retta,saggia, vissuta nel timore e nell'amore di Dio. Sceglie dodici apostoli tra viandanti, contadini e per lo più pescatori ed affida loro il compito di pescare gli uomini da convertire per parlare loro del Signore, ”Dio Padre Onnipotente” ed avviarli sul cammino della verità, dell'amore, per giungere alla vita eterna per la salvezza dell’anima.

 

Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori.

E disse loro: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedèo, loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò. Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono. (Matteo-cap 4)

Gesù ha una grande forza dentro di Se; predica, fa miracoli ,convince la gente a convertirsi ed a cercare l'eternità ,senza badare soltanto alle cose terrene, alle ricchezze che qui sulla terra sono oggetto di desiderio anche dei ladri e dei malfattori.

Quanta gente Gesù riesce a far sorridere, quanti miracoli fa, non solo materiali, ma specialmente spirituali.

Tanta gente, moltissimi poveri ed umili, pochi i ricchi ,bloccati dal consiglio che dava Gesù a chi gli chiedeva cosa fare per meritare la vita eterna:

"va, vendi tutto,dallo ai poveri e poi seguimi".

Rinnegarsi per seguire Gesù :

Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà. (Matteo-cap.10)

Il vero tesoro :Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano.Perché là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore. (Matteo cap.6)

E' il Gesù della semplicità, della povertà, della privazione, della dedizione, dell'amore per prossimo.

Un Gesù che apre i cuori della gente, converte i peccatori ,invita alla riflessione, alla meditazione ed alla preghiera ;un Gesù che  quando ci parla, ci chiede di seguirlo:

"Perdonate e sarete perdonati -Chiedete e vi sarà dato -bussate e vi sarà aperto. Amatevi l'un l'altro come Io ho amato voi."

Che cuore grande questo Gesù che vuole allontanare tutti dal peccato convincendo, da solo o attraverso gli Apostoli, i peccatori alla redenzione, alla richiesta del perdono ,a cambiare vita rinnegando il passato.

"Va e non peccare più!"

E' questa la frase più ricorrente per Gesù che parla e si fa sentire con la voce e con le mani ,con la preghiera e le invocazioni.

Il figlio di Dio non si esalta, non gode per i poteri enormi datigli dal Padre Suo, non si appaga mai di quanto fatto, ma continua a predicare davanti a folle immense  ,a seminare pace, a piangere per le sozzure che vede, a convincere  gli uomini ad allontanarsi dal peccato.

Gesù continua ad ingrandire il popolo di Dio, continua a mostrare la sua potenza, con i miracoli materiali, e la sua grandezza spirituale, con la conversione dei peccatori, di ieri come di oggi ,con una bontà infinita che tende sempre al perdono ed all'invito al perdono.

 

Pregare in segreto:Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. La vera preghiera. Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe. (Matteo-cap.6)

 

NELLA SEMPLICITA’ e PUREZZA DI CUORE,

OBBEDIRE AL PADRE

Chi è il più grande :In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?». Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. (Matteo-cap.18)

Una vita di obbedienza al Padre e di servizio ai fratelli.

Come è attuale la parola di Gesù  oggi giorno: "chi è senza peccato scagli la prima pietra !"

Quanti peccatori lapidiamo con la lingua proprio noi che facciamo del peccato il pane quotidiano. Quanti nei vediamo negli altri, noi che conduciamo una vita nel peccato e negli occhi abbiamo non una ma due, cento travi e ci preoccupiamo del pulviscolo dell'altro, giudicandolo e condannandolo.

Perdono delle offese :Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette. (Matteo cap.18)

Gesù, figlio di Dio, non si esalta ma resta ben saldo per terra ,evitando la gloria, dormendo sulla nuda terra, digiunando, pregando, convertendo i peccatori, manifestandosi a tutti, sempre povero ed umile.

Gesù buono che ama tutti come il Padre Suo ama tutti.

E la gente lo esalta comunque, dice di amarlo, parla di Lui, chiede più miracoli materiali che spirituali, la gente sfrutta questo momento favorevole per loro,entusiasti per questa presenza Divina tra loro.

 

La trasfigurazione Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: «Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo». All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: «Alzatevi e non temete». Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo.

E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti».

Allora i discepoli gli domandarono: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elia è gia venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, l'hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava di Giovanni il Battista. (Matteo-cap.17.1.17)

 

MIRACOLI DI GESU’ SECONDO MATTEO

 Prima moltiplicazione dei pani

Udito ciò, Gesù partì di là su una barca e si ritirò in disparte in un luogo deserto. Ma la folla, saputolo, lo seguì a piedi dalle città. Egli, sceso dalla barca, vide una grande folla e sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si accostarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù rispose: «Non occorre che vadano; date loro voi stessi da mangiare». Gli risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qua». E dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli e i discepoli li distribuirono alla folla. Tutti mangiarono e furono saziati; e portarono via dodici ceste piene di pezzi avanzati. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

Gesù cammina sulle acque e Pietro con lui

Subito dopo ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù.La barca intanto distava gia qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: «E' un fantasma» e si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro: «Coraggio, sono io, non abbiate paura». Pietro gli disse: «Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma per la violenza del vento, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».

Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: «Tu sei veramente il Figlio di Dio!».

Guarigioni nel paese di Genèsaret

Compiuta la traversata, approdarono a Genèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati, e lo pregavano di poter toccare almeno l'orlo del suo mantello. E quanti lo toccavano guarivano. Matteo - Capitolo 15

Discussioni sulle tradizioni farisaiche

In quel tempo vennero a Gesù da Gerusalemme alcuni farisei e alcuni scribi e gli dissero: «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Poiché non si lavano le mani quando prendono cibo!».Ed egli rispose loro: «Perché voi trasgredite il comandamento di Dio in nome della vostra tradizione? Dio ha detto: Onora il padre e la madre e inoltre: Chi maledice il padre e la madre sia messo a morte. Invece voi asserite: Chiunque dice al padre o alla madre: Ciò con cui ti dovrei aiutare è offerto a Dio, non è più tenuto a onorare suo padre o sua madre. Così avete annullato la parola di Dio in nome della vostra tradizione. Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo:

Questo popolo mi onora con le labbra ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini».

Insegnamento sul puro e sull'impuro

Poi riunita la folla disse: «Ascoltate e intendete! Non quello che entra nella bocca rende impuro l'uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l'uomo!».

Allora i discepoli gli si accostarono per dirgli: «Sai che i farisei si sono scandalizzati nel sentire queste parole?». Ed egli rispose: «Ogni pianta che non è stata piantata dal mio Padre celeste sarà sradicata. Lasciateli! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!». Pietro allora gli disse: «Spiegaci questa parabola». Ed egli rispose: «Anche voi siete ancora senza intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nella bocca, passa nel ventre e va a finire nella fogna? Invece ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende immondo l'uomo. Dal cuore, infatti, provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adultèri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie.Queste sono le cose che rendono immondo l'uomo, ma il mangiare senza lavarsi le mani non rende immondo l'uomo».

Guarigione della figlia di una Cananèa

Partito di là, Gesù si diresse verso le parti di Tiro e Sidone. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quelle regioni, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola.

Allora i discepoli gli si accostarono implorando: «Esaudiscila, vedi come ci grida dietro». Ma egli rispose: «Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele». Ma quella venne e si prostrò dinanzi a lui dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini». «E' vero, Signore, disse la donna, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri». E da quell'istante sua figlia fu guarita.

Molte guarigioni presso il lago

Allontanatosi di là, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, si fermò là. Attorno a lui si radunò molta folla recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì. E la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi raddrizzati, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E glorificava il Dio di Israele.

Seconda moltiplicazione dei pani

Allora Gesù chiamò a sé i discepoli e disse: «Sento compassione di questa folla: ormai da tre giorni mi vengono dietro e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non svengano lungo la strada». E i discepoli gli dissero: «Dove potremo noi trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Ma Gesù domandò: «Quanti pani avete?». Risposero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, Gesù prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò, li dava ai discepoli, e i discepoli li distribuivano alla folla. Tutti mangiarono e furono saziati. Dei pezzi avanzati portarono via sette sporte piene. Quelli che avevano mangiato erano quattromila uomini, senza contare le donne e i bambini. Congedata la folla, Gesù salì sulla barca e andò nella regione di Magadàn. (Matteo-capitolo 15)

 

PROFESSIONE DI FEDE ED AFFERMAZIONE DI PIETRO

Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Voi chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

Primo annunzio della passione

Da allora Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno. Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare dicendo: «Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».

Condizioni per seguire Gesù

Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima? Poiché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni. In verità vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell'uomo venire nel suo regno». (Matteo-cap.16)

Secondo annunzio della passione

Mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse loro: «Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati. (Matteo cap.17)

 

RESURREZIONE DI LAZZARO

Giovanni - Capitolo 11

Era allora malato un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella. Maria era quella che aveva cosparso di olio profumato il Signore e gli aveva asciugato i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, il tuo amico è malato». All'udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro. Quand'ebbe dunque sentito che era malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava. Poi, disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se invece uno cammina di notte, inciampa, perché gli manca la luce». Così parlò e poi soggiunse loro: «Il nostro amico Lazzaro s'è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se s'è addormentato, guarirà». Gesù parlava della morte di lui, essi invece pensarono che si riferisse al riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate. Orsù, andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse ai condiscepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».

Venne dunque Gesù e trovò Lazzaro che era gia da quattro giorni nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di due miglia e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle per il loro fratello. Marta dunque, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà». Gli rispose Marta: «So che risusciterà nell'ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo».

Dopo queste parole se ne andò a chiamare di nascosto Maria, sua sorella, dicendo: «Il Maestro è qui e ti chiama». Quella, udito ciò, si alzò in fretta e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei che erano in casa con lei a consolarla, quando videro Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono pensando: «Va al sepolcro per piangere là». Maria, dunque, quando giunse dov'era Gesù, vistolo si gettò ai suoi piedi dicendo: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente, si turbò e disse: «Dove l'avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Vedi come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Costui che ha aperto gli occhi al cieco non poteva anche far sì che questi non morisse?».

Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro; era una grotta e contro vi era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, gia manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». E, detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare».

 

INIZIO DEL CALVARIO

 

(Matteo cap.21) Ascoltate un'altra parabola: C'era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l'affidò a dei vignaioli e se ne andò. Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto. Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l'altro lo uccisero, l'altro lo lapidarono. Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l'erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l'eredità. E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero. Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli?». Gli rispondono: «Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo».

E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:

 

La pietra che i costruttori hanno scartata
è diventata testata d'angolo;
dal Signore è stato fatto questo
ed è mirabile agli occhi nostri?

 

Nel fare la volontà del padre Gesù più diventa veramente grande e potente, più genera invidia tra coloro che predicavano nelle Sinagoghe e piano piano il Figlio di Dio si avvia a sacrificarsi per l'umanità, condannato a morte dagli stessi sacerdoti del Tempio di Gerusalemme che avrebbero dovuto riconoscerlo come figlio di quel Dio che leggevano sui testi sacri, veneravano e facevano venerare in un ambiente corrotto ed ignobile, egoista e superbo,ricco e lussurioso.

Qui il Gesù dei poveri li rimprovera per tanta lussuria, invita tutti alla conversione ma non viene accettato, anzi viene tradito, arrestato ed incriminato per essersi definito Figlio di Dio e Re dei Giudei.

Il tradimento di Giuda:  uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti e disse: «Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo.(Matteo-cap. 26)

Al governatore Pilato, che è sicuro della sua innocenza, dice:

"Il mio regno non è di questo mondo e se fossi Re in questa terra

 i miei uomini avrebbero combattuto per non farmi arrestare".

Su insistenza dei sacerdoti del Tempio viene deriso, percosso, frustato per trentanove volte, tredici a centro della schiena , tredici a destra , tredici a sinistra ,  umiliato, condannato a morte, beffardamente incoronato come Re dei Giudei dai soldati romani , con una corona di spine che gli trafiggeva la carne e gli faceva sgorgare tanto sangue.

Gesù in croce deriso e oltraggiato

E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo: «Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!». Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano: «Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. E' il re d'Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo. Ha confidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: Sono Figlio di Dio!». Anche i ladroni crocifissi con lui lo oltraggiavano allo stesso modo. (Matteo-cap.26)

Veniva ancora umiliato nel cammino al calvario seppur, allo stremo delle forze, fosse caduto più volte. Viene infine crocifisso ,inchiodato al legno con tre chiodi assassini, messo al centro di due ladroni anch'essi crocifissi, e lasciato morire tra atroci sofferenze alla stregua dei due ladroni.

Lui, il Figlio di Dio fattosi Uomo, Gesù che fino alla fine ha ubbidito alla volontà del Padre Suo, dando un esempio di sacrificio a tutti quei martiri che uno dopo l'altro, dalla morte di Gesù fino ai nostri giorni,hanno preferito la morte al tradimento di Cristo , l’eternità della gioia del cielo alla vita terrena , accettando tutto quanto imparato dall’insegnamento del  sacrificio di Gesù e preferendo l'eternità beata nel regno dei cieli con il loro amato, anzichè l'infamia del peccato e tradimento.

“Dio mio perchè mi hai abbandonato!".

E' Gesù che, allo stremo delle forze invoca il Padre nella recita del Salmo 22  ed invoca anche tutti coloro i quali pur avendo creduto in lui, avendolo seguito, avendone visto i miracoli, essendosi corvertiti con la Sua parola, l'avevano abbandonato a morire da solo per paura di essere incolpati loro stessi, alcuni tradendolo, altri negando di essere stati con Lui.

 

Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una canna e così gli dava da bere. Gli altri dicevano: «Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!». E Gesù, emesso un alto grido, spirò.

Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono. E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».

C'erano anche là molte donne che stavano a osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra costoro Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo. (Matteo-cap.26)

Il Gesù povero aveva ancora una volta dovuto cedere il passo ai prepotenti, ai lussuriosi, ai superbi, agli egoisti, ai materialisti. Gesù lì in croce ,morto per noi, sacrificato per noi e abbandonato da noi.

 

 

"Com'è duro poggiare il pio dorso su quel legno nudo;

le povere e scarne mani trafitte da chiodi assassini,

non bastava la condanna a morte!

Anche lo scherno, il calvario, l'infinito patire.

I piedi, dopo tanto cammino, trafitti;

le ossa spezzate da dolorosi sigilli,

una assurda scritta in cima alla croce;

perchè tanto penare per la salvezza del mondo ?

MISTERO, E' SOLO AMORE !"

(il titolo a questa poesia è stato dato da Don Azio Davoli)

Maria Sua Madre, Maria Maddalena e Giovanni, 'apostolo che amava,eccoli lì ai piedi della Croce.

La divisione dei vestiti: I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura:

“Si son divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica han gettato la sorte.

Gesù e sua madre

Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

GESU’ SOLO, CROCIFISSO 

E gli altri, gli apostoli così vicini a Lui ed attenti e partecipi nell'ultima cena del Signore, quell’ultima cena che doveva rappresentare per il mondo il pezzo più affascinante del Suo mosaico divino,il testamento spirituale del Cristo.Non c'era nessuno!

Rinnegamenti di Pietro :Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». Ed egli negò davanti a tutti: «Non capisco che cosa tu voglia dire». Mentre usciva verso l'atrio, lo vide un'altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno». Ma egli negò di nuovo giurando: «Non conosco quell'uomo.Dopo un poco, i presenti gli si accostarono e dissero a Pietro: «Certo anche tu sei di quelli; la tua parlata ti tradisce!». Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell'uomo!». E subito un gallo cantò. E Pietro si ricordò delle parole dette da Gesù: «Prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte». E uscito all'aperto, pianse amaramente. (Matteo-cap.26)

 

Era Gesù solo davanti ai sacerdoti,davanti a Erode,davanti a Pilato,davanti alla folla e sulla Croce, Gesù corpo e sangue, cibo di vita eterna e quel Gesù rimasto solo sul calvario ed ancora solo oggi, messo perennemente in Croce da un mondo diabolico, ingordo, peccatore e lussurioso che lo trascura spesso, lo ignora o si è completamente dimenticato del Suo sacrificio.

“Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, spogliò se stesso ,assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini, apparso in forma umana umiliò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte ed alla morte di croce”

Un mondo che si ricorda di Lui, di Suo Padre, di Sua Madre e dei Santi Suoi testimoni solo nel momento delle bestemmie.

Sono passati 2000 anni da quel triste pomeriggio e per duemila anni, ogni giorno, ogni ora, ogni secondo, in qualsiasi parte della terra Gesù viene sistematicamente Crocifisso dagli uomini, creati e tanto amati dal Padre Suo,uomini che per nulla hanno fatto proprie le parole di Chiara d'Assisi:

"Signore sii Benedetto perchè mi hai creata".

Con Lui viene quotidianamente trafitta al cuore la Madonna che molta gente ama veramente ma tanta altra dice di amare senza tenerla presente nel quotidiano vivere se non per grazie o servigi.

Ed ogni giorno come facciamo tanto male a Gesù scende improvvisamente il crepuscolo sulle nostre anime.

Le opere buone, ciò che si fa in ottemperanza degli insegnamenti del Signore,per viverlo quotidianamente, perchè lo sentiamo, perchè abbiamo timore, sono cose nascoste dalla vita di oggi, troppo poco per un mondo in balia del peccato . “Povero Gesù,” quanto male ti hanno fatto e continuiamo a farti.

Tutto quello che ci hai insegnato, specie il discorso delle beatitudini,

è rimasto vano ai più:

“Beati siano coloro che Ti seguiranno, che mangeranno il Tuo pane quotidiano e che porteranno la Croce assieme a Te”.

Com’ è bello invece iniziare il giorno lodando Dio:

”O Dio Tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco,

di Te ha sete l’anima mia, a te anela la mia carne,

come terra deserta arida e senza acqua.

Così Ti benedirò finchè io viva,

nel Tuo nome alzerò le mie mani...

...e con voci di gioia ti loderà la mia bocca...

 

IL TESTAMENTO DI GESU’: la lavanda dei piedi

Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Mentre cenavano, quando gia il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo».Gli disse Simon Pietro: «Non mi laverai mai i piedi!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete mondi».

Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno. Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono. In verità, in verità vi dico: Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».

Annunzio del tradimento di Giuda

Dette queste cose, Gesù si commosse profondamente e dichiarò: «In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: «Dì, chi è colui a cui si riferisce?». Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose allora Gesù: «E' colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò». E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone. E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: «Quello che devi fare fallo al più presto». Nessuno dei commensali capì perché gli aveva detto questo; alcuni infatti pensavano che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte.

L'addio

Quand'egli fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho gia detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri».

Simon Pietro gli dice: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte».

Giovanni - Capitolo 14

«Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via».

Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse.In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre. Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.

Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui».

Gli disse Giuda, non l'Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; egli non ha nessun potere su di me, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato. Alzatevi, andiamo via di qui».

Istituzione dell'Eucaristia: Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo». Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati. Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio». (Matteo-cap.26)

Com'è grande quel testamento spirituale che ci hai lasciato, quel rito che si rinnova ogni giorno sull'altare per ricordare la tua presenza, allora come oggi, il tuo amore, allora come oggi, la tua vocazione alla salvezza dell'umanità,allora come oggi.

"Prendete e mangiatene tutti, questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi"

"prendete e bevetene tutti, questo è il calice del mio sangue

per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti, nella remissione dei peccati, fate questo in memoria di me !"

Questo è il pane quotidiano della vita; questo rito che si rinnova per anni,da quell'ultima cena di Gesù con gli apostoli, che fa scendere ogni giorno Gesù tra noi, un Gesù che ci ama e che vuole essere amato:

"Ecco il mio figlio prediletto, in esso mi sono compiaciuto".

Un abbraccio enorme ed allo stesso semplice, dalla venuta di Gesù Cristo, ci lega al Padre ed al Figlio.

Un bacio tenero che ogni giorno esterniamo con il capo chino, per festeggiare in preghiera la venuta di Cristo sull'altare, un Cristo che rende grande un pezzo di pane che ci nutre di essenze eterne, di vita di carità e amore, ci nutre di amore di Dio!

GESU' EUCARESTIA

Sono in fila, le mani congiunte,

mi avvicino, medito, prego,

le mani congiunte.

Pio, sto venendo a riceverti

porto la mano sul petto

mi pento Signore, io peccatore

cammino piano, sto venendo da te,

sono tra gli altri, tutti per te

le mani congiunte, prego, mi pento

penso a Te, a Tua madre, ai Santi,

i Beati mi vengono in aiuto

eccomi, sono molto vicino

ci siamo, sono pronto.

“Cosa c'è di tanto puro in me per accoglierti?”

Le mani non sono degne,

la bocca è via di peccato,

la lingua, ah se potessi placarla talvolta!

Vorrei tornare indietro ma non posso,

ho bisogno dell'Ostia benedetta.

Oh Signore, quanto pecchiamo!

Chiudo gli occhi, ricevo il tuo corpo,

le mani congiunte, Dio Benedetto,

il mio cuore si riapre, sei con me,

 il frutto del tuo sacrificio cercherà, anche oggi,

di purificarmi ancora !

 

Quanta santità c’è in quell’Ostia benedetta; quanto nutrimento contiene quel pezzo di pane azimo che Gesù ci ha lasciato per nutrirci di Se, di amore, di serenità, come monito a non peccare più. E quanto calore proviene dal tabernacolo posto nelle nostre chiese dove è viva la presenza di Cristo. Lui è lì dentro in quella teca che racchiude l’Ostia Benedetta, il Corpo Mistico di Gesù Cristo. Quando entriamo nelle Chiese è  lui che da lì abbraccia tutto il resto,coordina i significati che possono avere tutte le statue presenti nella Casa del Signore.

E’ Gesù che dal tabernacolo rende vive le statue stesse e da loro il compito di dare fiducia ai fedeli. Ma la presenza viva, il cuore che pulsa, gli occhi che ti guardano, le orecchie che ti ascoltano sono proprio lì, nel Tabernacolo. E’ lì che Gesù ama in silenzio coloro che lo amano, è lì che Gesù prega perchè vengano a Lui coloro che non lo amano o non lo conoscono. E’ lì che dice:

“Io sono la via, la verità, la vita, chi crede in Me non morrà in eterno!”

Comè bello entrare in Chiesa e genuflettersi davanti al Tabernacolo.

Com’è bello pregarvi vicino, parlare con Gesù vivo e presente, aprire il cuore

alla sua bontà ed i nostri intenti ai suoi consigli.

E’ lui la presenza viva nella Chiesa e Lui che ha voluto i Santi come suoi testimoni, come suoi intercessori.

PURIFICHIAMOCI DAVANTI AL SIGNORE

Noi pur nutrendoci del corpo di Gesù non riusciamo quasi mai a presentarci a lui con una veste candida come i bambini, con un cuore pulito dal peccato, con mani e bocca pulite. Non c'è parte del nostro corpo che non si sia esposta al peccato, non c'è parte del nostro corpo che sia così chiara da ricerevere il pane quotidiano della vita, in un mondo dove prevale la superbia,l'egoismo,il danaro,il sesso,il peccato tutto.

I poveri, gli umili, i miti, gli assetati di giustizia sono tutti stritolati dai superbi, gridano ogni giorno vendetta, perdonano e soffrono, confidando nella giustizia finale che esalti loro ed affossi i superbi, padroni del mondo.

Noi comuni mortali ci fermiamo ai piedi della Croce, sul calvario, ed invochiamo misericordia dal Signore nella meditazione del Padre Nostro.

E' sul calvario che si è consumato il nostro assassinio materiale e spirituale; è li che ogni giorno  accompagniamo Gesù, presi da tante cose da fare, da tante ambizioni, dalla lussuria, dallo svago, dall'egoismo, dall'avarizia e da tutto ciò che di brutto accade nella vita di ogni giorno. Tante volte non ci accorgiamo che cercando cose che riteniamo buone, in realtà pecchiamo di ingordigia ,di gola, pecchiamo nella carne.

La domenica, nelle città, migliaia di persone vanno allo stadio per vedere una partita di calcio ,giocata da calciatori miliardari. Le stesse migliaia non vengono però nelle Chiese per ascoltare la parola di Cristo povero, il pane vero della vita ,il sostegno delle nostre fatiche, il compagno del nostro cammino, quella parola che ci permette di amarLo e di preservarci dal peccato.

Molti di loro si giustificano dicendo ; “ Non ho tempo !”

E' ai piedi della Tua croce che noi peccatori ti chiediamo perdono  per quello che ti facciamo ogni giorno.

E’ sotto la Croce che dobbiamo raccoglierci in meditazione e  preghiera;guardare i segni dei chiodi, della flagellazione, delle spine, della sofferenza,del corpo denudato, lì dobbiamo capire il Tuo silenzio, il Tuo calvario, il Tuo sacrificio per la nostra salvezza

E lì che Ti preghiamo per allontanarci dal peccato e proteggerci dal male che ci tenta ogni minuto, quel male che oggi è per strada, nelle case, negli asili, a scuola, negli uffici, nelle palestre e talvolta persino nelle Chiese ,le Tue Chiese.

Quel male che oggi ci viene dai giornali, dalla Tv, dalla politica, dalle assemblee sindacali, dai concorsi, dall'eccessiva imposizione di tasse, quel male che oggi viene fatto dall'umanità che arricchisce se stessa sulle spalle degli altri, il male che ci viene dall'egoismo, dalla lotta per sopravvivere quando la lotta la affrontiamo da soli, senza l'aiuto della fede, senza l'aiuto di Dio.

Dobbiamo difendere il nostro corpo, “Tempio dello Spirito Santo”. dobbiamo ascoltare la voce del nostro angelo custode che brama ardentemente affinchè non cadiamo nelle tentazioni della vita.

E' ai piedi della Croce e mangiando il "pane vivo" che noi ti chiediamo di evitare il male, di sopportare i superbi e di santificarci e ti ringraziamo perchè Tu Cristo Povero hai ispirato i nostri modelli di vita per essere più vicini alla Tua vita ed anche al Tuo calvario.

 

Il giudizio finale :quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri,e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato,]nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito?E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere;]ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna». (Matteo-cap.25.31.46)

AFFIDIAMOCI AL SIGNORE

La vera vita

«Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete gia mondi, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato.In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri. (Giovanni 15.1.17)

I discepoli e il mondo

Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo vi faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato.Se non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero alcun peccato; ma ora non hanno scusa per il loro peccato.Chi odia me, odia anche il Padre mio. Se non avessi fatto in mezzo a loro opere che nessun altro mai ha fatto, non avrebbero alcun peccato; ora invece hanno visto e hanno odiato me e il Padre mio. Questo perché si adempisse la parola scritta nella loro Legge: Mi hanno odiato senza ragione. Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio. (Giovanni 15.18.27)

Giovanni - Capitolo 16 .1.4

Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, verrà l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio.]E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma io vi ho detto queste cose perché, quando giungerà la loro ora, ricordiate che ve ne ho parlato.

Lo stare vicino a Te già oggi ci esalta; l'amarTi ci unisce a Te già nella vita terrena, il lodarTi ci fa parlare con Te ogni giorno; l'ascoltarTi ed il contemplarTi in silenzio,ci fa sentire viva la Tua presenza,la Tua luce,il Tuo Spirito,il Tuo amore.

Come sarebbe bello o Gesù essere piccoli piccoli ed essere cullati da Te,dalla Tua bontà,dalla Tua saggezza.

O Gesù assieme al Tuo e nostro Dio grande come è bello lodarti,com'è bello esaltarTi,amare Te ed amare il creatore dell'Universo e di ciò che contiene,

com'è bello contemplarTi nel silenzio,com'è grande sceglierTi a motivo della nostra vita e cantarTi,con voce soave,inni di lode.

"O Dio.Tu sei il mio Dio,all'aurora Ti cerco,

di Te ha sete l'anima mia,a Te anela la mia carne,

come terra deserta arida e senz'acqua".

“Grandi e mirabili sono le Tue opere,

o Signore Dio Onnipotente,

giuste e vere le Tue vie

o Re delle Genti !”

 

Dagli Apostoli,a Stefano,a Paolo,esempio dei convertiti di tutta l'eternità,ai martiri,a tutti quelli che hanno creduto in Te senza neanche averti conosciuto;a Francesco e Chiara di Assisi che ti hanno seguito nella povertà e nelle umiliazioni.Ad Antonio da Padova che da prete ricco si è fatto frate povero per essere vicino a Te. A tutti coloro che Ti hanno visto povero e crocefisso nei bambini abbandonati, nei malati, negli anziani, nei deboli,nei poveri,nei condannati, nei peccatori,nei popoli del terzo mondo,in tutte le anime che avevano bisogno, correndo al Tuo capezzale,

tralasciando se stessi per donarsi al prossimo,a Gesù Crocefisso,ed essere simili a Lui.

Sei stato il Gesù degli insegnamenti, il Gesù delle conversioni,il Gesù delle Santità conosciute e non,il Gesù delle Vocazioni.

Io aggiungo:

"Facciamoci poveri con Gesù, facciamoci ultimi con Gesù,

pur essendo talvolta in posti di comando che l'Onnipotennte ci ha dato".

In questi posti ci siamo perchè ha voluto il Signore ed allora umiliamoci nell'impegno, ricambiamo la fiducia concessa, il pane quotidiano di sopravvivenza materiale, ma diamo amore e pace, diamo serietà e professionalità, siamo onesti, accettiamo con cuore il messaggio della" montagna".

Facciamoci ultimi portando anche noi la Croce di Gesù per rispettare la Sua volontà e farci perdonare per averlo condotto ad una morte umiliante.

"Serviamo il padrone e non il servo"

 ha detto Gesù ed ubbidiamolo, perchè servendo Dio,il padrone,avremo tante grazie sulla terra ed entreremo in Paradiso,ma servendo solo il servo ci attenderanno le tenebre dell'Inferno,la nostra crocifissione eterna.

Benediciamo l'Onnipotente e tutte le Sue Opere:

"Egli ci ha fatto e noi siamo Suoi".

Amiamolo ed esaltiamolo nei secoli, acclamiamo al Signore

noi tutti della terra, serviamolo perchè solo Lui è la nostra Speranza.

Lui è la nostra felicità in terra ed in cielo.

 

 

GESU’ CROCIFISSO PER LA SECONDA VOLTA E PER SEMPRE

 

Il peccato ci da una felicità di pochi attimi;l'ansia per raggiungere questa felicità talvolta dura delle ore;il rimorso per aver peccato dura tanti giorni successivi.

Rimorso per non avere la coscienza a posto, rimorso per avere trasgredito a delle regole, anche solo morali, rimorso per aver offeso il Signore che tanto ci ama.E quando prima o poi arriveremo al momento della conversione, ci batteremo penitenti il petto per tutto il male che abbiamo fatto per raggiungere la nostra temporanea felicità, ci batteremo il petto perchè capiamo, soltanto in quel momento di riflessione, dovuto alle nostre forze che vengono meno, come molte volte quella felicità l'abbiamo raggiunta facendo del danno ad altre persone che hanno subito materialmente, fisicamente o solo moralmente il nostro comportamento.

Quanti inganni abbiamo messo in atto per soddisfare noi stessi e quante volte abbiamo abusato del bisogno degli altri per soddisfare noi stessi a loro insaputa.

Quanti inganni, quanti sfruttamenti, quanto egoismo, una vita senza morale,una vita ingorda lontani da Cristo, nascosti da Cristo, un Cristo mai visto come prima Persona che offendevamo e crocifiggevamo nuovamente con i nostri comportamenti.

Egli dall’alto della croce era il nostro ammonitore; alla fine, quando non avremo più forze, quando ci convertiremo, sarà un Cristo che ci raccoglierà perchè pecorelle smarrite, come ultimi convertiti, come penitenti di tante crocifissioni,ma sarà anche un Cristo che piangerà ancora per i nostri peccati assieme alla Santa Madre Maria.

Un Cristo del quale ci siamo ricordati nel momento del bisogno, nell'obbligo domenicale della Messa e quando ci siamo fatti forti di Lui, senza mai averlo amato, rispettato, pregato,come ormai succede frequentemente  in alcuni suoi testimoni.

Ecco la Crocifissione più grande di Gesù: la nostra arroganza, la nostra esaltazione,il farci più grandi di Lui, il vivere senza di Lui, l'essere noi stessi Dio, l'essere noi stessi legislatori, il non capire o non voler capire che:

” il Signore è il nostro Dio e noi non siamo altro che il popolo che Egli guida.”

Urge il cambiamento,urge il totale votarsi a Dio,urge un atto di pentimento e di dolore:

“Mio Dio mi pento dei miei peccati, che hanno generato i tuoi castighi nell’offesa che ti ho fatto,tu che sei buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Non solo propongo ma prometto,con l’aiuto dello Spirito Santo, di non offenderti mai più sfuggendo il peccato. “

LA VITTORIA NELLA RESURREZIONE

La tomba vuota. Messaggio dell'angelo:passato il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare il sepolcro. Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve. Per lo spavento che ebbero di lui le guardie tremarono tramortite. Ma l'angelo disse alle donne: «Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. E' risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: E' risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l'ho detto». Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annunzio ai suoi discepoli.

L'apparizione alle pie donne.Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: «Salute a voi». Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno». (Matteo-cap.28.1.10)

 

La Resurrezione di Gesù è la Potenza di Dio,di quel Dio che vince la morte terrena e ci consegna all'eternità,ci consegna al giorno che non finisce mai,alla festa di Pasqua di tutti gli uomini,alla gioia di vivere con quel Gesù che noi abbiamo cercato di amare sulla terra,sforzandoci di imitarlo e preferendo l'umiltà dei semplici,la nudità materiale per non essere sedotti dal male.

La Resurrezione ci consegna a quel Paradiso terrestre da cui siamo stati scacciati,alla natura eterna,al sole che sorge,alla luce della luna e delle stelle,a quella natura bella,immensa,intensa che tanto osanniamo con occhi pieni di meraviglia e di gioia.

Ci consegna alla Verità,alla Beatitudine di coloro che credono,di coloro che hanno amato il Signore sulla terra,hanno vissuto con Lui,apprezzando e rispettando le meraviglie del Creato:

"dalla vita umana,alla vita della natura".

La Resurrezione è far festa con Gesù ad un banchetto dove sogniamo di avere un posto che ci faccia vedere il suo volto,spiritualmente seduti accanto a Francesco,Chiara,Pier Giorgio e Antonio,accanto ai nostri genitori,i nostri parenti,

i nostri amici,tutti insieme uniti nelle lodi a Dio che qualche volta anche sulla terra abbiamo accennato,quelle lodi a Dio che ci hanno resi umili,amici con gli altri,piccoli di fronte a Dio nostra forza,nostra protezione,nostro punto di riferimento per una vita bella,gaia,gioiosa tutta in sintonia con il nostro Creatore ed il nostro Salvatore. 

E' il premio finale, l'Omega che sogniamo e che vorremmo già oggi nella nostra vita di ogni giorno,il prevalere del bene sul male,dell'onestà sulla disonestà,dell'amore sulla guerra,la vittoria dei figli di Dio sui figli del demonio.

Un piccolo sacrificio sulla terra val bene un'eternità nella vita,un sorriso che non avrà termine,un amore che sarà perenne,un amore che già ci rende felici in terra dove facendoci poveri ed umili,non avremo l'ansia di bramare,la felicità temporanea ed il rimorso di aver talvolta ottenuto detta felicità nel peccato.

Vivendo con Gesù il nostro cuore avrà un battito regolare,senza scosse,senza tremori,un cuore che Lui cullerà con piacere.

Vivendo con Gesù e per Gesù nulla può farci paura:la sua bellezza ed il suo amore sono come quelli della mamma che ci ha protetti da piccoli;

ora solo "il Più Grande"può darci tanta sicurezza.

Noi comuni mortali non siamo capaci e dobbiamo farci proteggere da Lui che tanto amiamo e preghiamo,dalla foza che non conosce limiti,dall'amore che non conosce confini.La Resurrezione di Gesù è la vittoria del bene sul male,del giusto sul superbo,del povero sull'empio.E' la vittoria della pazienza,della povertà e dell'amore che si riscattano sulla superbia e la sconfiggono.E' la vittoria di quel Regno di Dio che si manifesta con Gesù carne che si presenta agli apostoli prima di salire per sempre al Padre.

Gesù risorto è la conferma delle sue parabole,è la dimostrazione che sulla terra tutto è di Dio e tende a Dio.

“Solo Lui vuole e può !”

Noi possiamo farci forti sui nostri simili,possiamo ignorare o sovrastare il nostro vicino,possiamo essere superbi ed arroganti,ma alla fine quando perderemo la nostra forza materiale ci faremo piccoli piccoli e,nascondendoci a Dio perchè abbiamo vergogna dei nostri peccati ci raccomandiamo a Lui,per non perdere la vita eterna.Com'è bello invece amare il Signore nel pieno delle nostre forze,nella vigoria del nostro fisico,nelle nostre azioni quotidiani.

Un Testimone del Vangelo : il Beato PIER GIORGIO FRASSATI

Vieni e seguimi”così si sentì dire da Gesù, Pier Giorgio Frassati, uno come noi, come tanti di noi.

Non ci pensò due volte, il figlio dell’ambasciatore d’Italia a Berlino e del fondatore della “Stampa”di Torino, per rispondere alla chiamata. Piergiorgio in fondo cercava qualcosa di nuovo dalla vita e Cristo sembrò subito essere “il nuovo“ , l’indelebile. la persona da amare per tutta la vita, per tutta l’eterrnità.

Il Frassati è vissuto solo 24 anni, ma questi anni sono stati un crescendo verso “ Colui che ci ha creati e ci ha amati con tenero amore” come diceva Santa Chiara.

Quando era ad un passo dalla Laurea in Ingegneria mentre assisteva alcuni ammalati, Piergio si ammala improvvisamente.

Era morta da poco la nonna ed i suoi genitori come al solito lo rimproveravano per  essersi ammalato proprio quando bisognava darsi da fare per i funerali della nonna stessa.

Pier Giorgio questa volta non scherza, è ammalato sul serio, peggiora di ora in ora,all’insaputa di tutti vive un dramma interiore, si rende conto che gli sta venendo incontro” sorella morte”, come diceva San Francesco. Nel giro di due giorni il Servo di Dio è completamente paralizzato per una poliomelite fulminante, contratta nell’assistere i malati; in poche ore, senza che ci si possa rendere conto di ciò che sta per accadere Pier Giorgio muore. E’ il 5 Luglio 1924.

Ai suoi funerali c’è tutta Torino. Tanti e tanti poveri, con addosso tanti capi di vestiaro che erano stati di Piergiorgio e che lui aveva donato con cuore aperto e sincero. Famiglie intere, anziani, bambini, giovani. I genitori di Pier Giorgio,sgomenti dal dolore, restano sorpresi.

Quanti rimproveri per quel figlio che tornava a casa in ritardo per il pranzo o la cena, talvolta senza scarpe o il cappotto; che usciva presto al mattino, che frequentava circoli culturali e sociali, molti di volontariato, quel ragazzo,terziario domenicano, innamorato di Dio, devoto alla Madonna del Santuario di Oropa e della Consolata nel cui Santuario ogni mattina si accostava alla Santa Eucarestia.

Tranne i genitori ,tutta Torino conosceva bene Pier Giorgio, un giovane moderno, aperto ai problemi sociali, che praticava lo sport, iscritto alle associazioni politiche, sociali e di volontariato, ma anche un giovane profondamente credente, nutrito del messaggio evangelico, appassionato nel servire i fratelli e consumato in  un ardore di carità verso i poveri, gli ammalati, i sofferenti ,i disadattati.

Una vità nella carità quella di Pier Giorgio. Su e giù per Torino sempre a piedi, perchè i soldi del tram li dava in elemosina. E poi di corsa nelle farmacie per comprare le medicine per i suoi ammalati. E così ogni giorno, fin quando, ancor giovane e sorridente, il Signore lo ha definitivamente chiamato nella sua gloria lasciando come esempio da imitare ,un giovane bello, felice, sorridente, sportivo, impegnato, un giovane innamorato di Cristo. PIERGIORGIO FRASSATI, uno come noi, come tutti quanti noi, un giovane che ha saputo aprire gli occhi, staccarsi dal solito “andazzo”, non si è fatto condizionare dalla vita quotidiana ricca di trappole e di illusioni, ma ha saputo offrire se stesso per cercare le cose più necessarie della vita, quelle che ti fanno sorridere per il bene degli altri, quelle che hanno permesso ad un uomo comune di scalare la montagna delle beatitudini, quello che ha spalancanto le porte all’umanità con il suo esempio di Santità: ”anche un uomo comune come Pier Giorgio Frassati può farsi Santo, come il Signore ci vuole! “

“Vieni e seguimi” disse Gesù a Pier Giorgio Frassati e Pier Giorgio rispose come voleva Gesù, nella Chiesa, con la Chiesa. Egli vive la sua spiritualita entrando a far parte di associazioni cattoliche pur essendo ancora giovanissimo e tra queste ricordiamo la Conferenza di S. Vincenzo ed il Terzo Ordine Domenicano. Vive a contatto con preti ,frati e suore dalle quali riesce ad avere un solido sostegno di fede per percorrere agevolmente la strada che va diritta al Signore. Pier Giorgio legge tanto e tra questi testi mette al primo posto Vangeli e vite di Santi e tra questi S.Paolo e S.Agostino,i grandi Santi delle Conversioni. Le lettere di San Paolo sono per lui la parola quotidiana da portare ai suoi ammalati, ai suoi poveri, ai barboni di Torino.

Tutto questo dopo la S. Messa al mattino dove egli viveva l’appuntamento quotidiano con l’Eucarestia e poi la scuola fino all’università. Il resto della giornata era tutto un prodigarsi di carità un continuo correre in farmacia per prendere le medicine ai malati,  un continuo donare le sue cose per aiutare gli altri,un continuo prodigarsi in varie associazioni affinche tutto venisse fatto nell’onestà e nel rispetto dell’altro. Ma Pier Giorgio era anche un gran compagnone, fonda infatti tra i suoi amici la “Compagnia dei tipi loschi” un gruppo che amava anche passare le giornate all’aria aperta, scherzando e cantando.

Quante uscite con i suoi amici sulle Alpi e quante S.Messe preparate da Pier Giorgio al loro arrivo in cima, alle 7 del mattino, dopo essere partiti da Torino a notte fonda. Era un suo pallino infatti predisporre la mensa affinchè il loro compagno sacerdote potesse celebrare la S.Messa prima di iniziare lo svago.

Ecco Pier Giorgio,un giovane che aveva capito che fare la carità significava donare se stesso, perchè la vita è un dono concessoci dal  Signore e che bisogna regalare per il Signore.

Ma a soli 24 anni Pier Giorgio si ammala di poliomelite contratta assistendo persone ammalate. Pier Giorgio è ammalato sul serio ma non vuole impensierire i genitori già presi da tanti impegni. Pier Giorgio nella sua breve vita aveva sempre cercato di non urtare la sensibilità di papà e mamma, spesso sull’orlo della crisi coniugale. Per questo aveva preferito rinunciare al suo amore per Laura Hidalgo ,sua compagna di studi, perchè proporla come fidanzata avrebbe creato dissapori in famiglia.

Questa volta però Pier Giorgio si affida solo al Signore accettando la Sua volontà. Vive silenziosamente l’aggravarsi del male ma nel giro di due giorni il Servo di Dio è completamente paralizzato per una poliomelite fulminante,contratta nell’assistere i malati; non c’è neanche il tempo di organizzare le cure.Pier Giorgio in poche ore rende la sua bella anima al Signore.

E’ il 5 Luglio 1924.

Ecco Pier Giorgio Frassati,un uomo come tutti gli altri,un giovane come tanti ma con la presenza del Signore dentro di se.

All’appuntamento con la schiera celeste degli Angeli e dei  Santi ,quando il Signore lo chiama a Se, Pier Giorgio non solo ha la lucerna accesa, ma con quella luce illumina tutto il mondo mostrando un esempio di fede, amore, carità e dedizione.

Il Signore ha voluto che Pier Giorgio rimanesse giovane nel cuore di migliaia  di giovani  di Azione Cattolica e di altri movimenti.In Italia molti circoli,oratori e  ospedalieri sono a lui intitolati.

I giovani fanno a gara per imitarlo.

Questo è Pier Giorgio Frassati, il giovane che ha voluto vivere in prima persona le beatitudini evangeliche, innamorato di Gesù, attento interprete dei messaggi di San Paolo e di San Francesco d’Assisi, devotissimo della Madonna.

Un  giovane come tanti di ieri e di oggi, che ha scelto la strada dell’amore per  il prossimo fino a  farsi Santo, una proposta d’amore che Pier Giorgio, il giovane PierGiorgio, fa ancora oggi a tutti coloro che lo prendono per mano per vivere la propria vita nella maniera migliore, lontano dalla materialità e dalle tentazioni, abbracciando Cristo in vita, per stare con Lui, proporlo ad altri come scelta giusta di vita e restare assieme a Lui per tutta l’eternità.

IL FENOMENO DI SAN DAMIANO

Io lo chiamo “il fenomeno di San Damiano”. Il rispetto che provo per San Francesco d’Assisi e per quello che il Santo dei poveri ha potuto rappresentare per la Chiesa del secondo millennio e per l’amore verso il Gesù dei poveri, dei sofferenti, dei malati,di coloro che lo accolgono con cuore sincero, mi fa vedere una semplice parrocchia di periferia come San Raffaele come quell’oasi di spiritualità, felicità e preghiera a cui si sta rivolgendo la città di Lamezia.

E’ Dio in persona che ha guardato con  benevolenza la nostra comunità. E’ Lui che ci ha proposto Gesù Crocifisso Povero e Gesù Eucarestia; è Lui che ci ha dato San Raffaele perchè ci affidassimo totalmente a Lui.

Egli ci ha affidati alla Vergine Maria che con la Sua benevolenza ed il Suo amore ci ha raccolti nella preghiera e ci ha amati per avvicinarci a Gesù. Un Gesù da amare, da imitare, da servire, povero per farci poveri, Crocifisso per capire il mistero del Suo sacrificio. Quante preghiere alla Madonna,a questa Madonna “orante” che  allevia le  sofferenze con immeritate grazie e ci dice: ”Magnificatevi come ho fatto Io”.

“Amate Gesù per amare il Mondo; specchiatevi nella Croce perchè sarete forti voi stessi da  reggere, con la saggezza, il mondo intero”. Abbiate fame di Gesù e  di fede per sconfiggere il male :”Fatevi Santi come Gesù è Santo”.

Avvicinatevi con semplicità a Gesù Eucarestia, meditate il mistero della Croce, nutritevi di amore, di meditazione e di preghiera.

Una Madonna ,raffigurata qui nella visione di Fatima, miracolosa  nello spirito con i tanti Servi del Signore che ha mandato nella nostra comunità, Santi che hanno portato esempi, parole, opere, predicazioni, dedizioni nei cuori di chi frequenta la Parrocchia di San Raffaele. Ed ecco entrare la povertà, la carità,la semplicità di San Francesco d’Assisi e Santa Chiara. Con loro si inneggia all’Alto e Glorioso Dio creatore di tanta natura, si diventa come “i Gigli dei campi” e” gli uccelli del cielo” che vivono con poco, eppur cantano e sorridono di tanta bellezza. Qui sono entrati San Filippo Neri, Don Bosco,PierGiorgio Frassati che hanno ispirato i  volontari di oratorio dando l’ esempio di come si ami il Signore servendo il prossimo, i giovani, i malati, di come ci si dona per la felicità altrui. Tutti hanno parlato ai nostri parrocchiani e ci hanno letto il Santo Vangelo. Con loro  San Paolo che, dopo la conversione, ha spiegato a tutti come la vera vita fosse quella vissuta con  Cristo. ”Tutto è nulla rispetto a Lui” e quando si ama Gesù è Lui che vive in noi, che parla in noi, che opera in noi, ”otri di creta”.

Che opera suntuosa e meravigliosa su questa Parrocchia. Provate a chiudere gli occhi e vi sentirete vicino a loro, vicino agli esempi da imitare per abbracciare Cristo come ha fatto Padre Pio. ”L’Uomo Santo” ci ha guardati e rapiti accostandoci in preghiera a Gesù.

Nella Comunità di San Raffaele il Signore ci ha presentato alcune delle “sue Perle”.

Sta a noi imitarli. Sta a noi farci piccoli piccoli, esultare nel nostro cuore per essere stati “scelti” e prodigarci  con il nostro operare, la nostra preghiera, il nostro amore, perchè Gesù possa aumentare a San Raffaele la forte chiamata verso il Divin Maestro.

Parecchie vocazioni ci stanno indicando la strada,preghiera,contemplazione e vita attiva consacrata sono tre ingredienti che ci portano a Cristo e ci fanno vivere con lui. San Raffaele come San Damiano, con un sogno che continua ad essere vivo : il vedere crescere sempre più la devozione francescana nella nostra comunità.

 

S.PAOLO

DAGLI ATTI DEGLI APOSTOLI

RICHIAMANDO L’UMILE S. STEFANO

Ma Stefano, pieno di Spirito Santo, fissando gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra e disse: «Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio».  Proruppero allora in grida altissime turandosi gli orecchi; poi si scagliarono tutti insieme contro di lui, lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero il loro mantello ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. E così lapidavano Stefano mentre pregava e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito». Poi piegò le ginocchia e gridò forte: «Signore, non imputar loro questo peccato». Detto questo, morì.

Atti - Cap. 8  Saulo era fra coloro che approvarono la sua uccisione. In quel giorno scoppiò una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme e tutti, ad eccezione degli apostoli, furono dispersi nelle regioni della Giudea e della Samaritana.Persone pie seppellirono Stefano e fecero un grande lutto per lui. Saulo intanto infuriava contro la Chiesa ed entrando nelle case prendeva uomini e donne e li faceva mettere in prigione.

Quelli però che erano stati dispersi andavano per il paese e diffondevano la parola di Dio. Frattanto gli apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samaria aveva accolto la parola di Dio e vi inviarono Pietro e Giovanni.

Essi discesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; non era infatti ancora sceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo.

Atti - Cap. 9 La vocazione di Saulo

Saulo frattanto, sempre fremente minaccia e strage contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne, seguaci della dottrina di Cristo, che avesse trovati. E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all'improvviso lo avvolse una luce dal cielo e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?». Rispose: «Chi sei, o Signore?». E la voce: «Io sono Gesù, che tu perseguiti!  Orsù, alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare». Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce ma non vedendo nessuno.  Saulo si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco,  dove rimase tre giorni senza vedere e senza prendere né cibo né bevanda.

Ora c'era a Damasco un discepolo di nome Anania e il Signore in una visione gli disse: «Anania!». Rispose: «Eccomi, Signore!». E il Signore a lui: «Su, và sulla strada chiamata Diritta, e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco sta pregando, e ha visto in visione un uomo, di nome Anania, venire e imporgli le mani perché ricuperi la vista». Rispose Anania: «Signore, riguardo a quest'uomo ho udito da molti tutto il male che ha fatto ai tuoi fedeli in Gerusalemme.  Inoltre ha l'autorizzazione dai sommi sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome». Ma il Signore disse: «Và, perché egli è per me uno strumento eletto per portare il mio nome dinanzi ai popoli, ai re e ai figli di Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome». Allora Anania andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: «Saulo, fratello mio, mi ha mandato a te il Signore Gesù, che ti è apparso sulla via per la quale venivi, perché tu riacquisti la vista e sia colmo di Spirito Santo». E improvvisamente gli caddero dagli occhi come delle squame e ricuperò la vista; fu subito battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono.

Predicazione di Saulo a Damasco

Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damasco, e subito nelle sinagoghe proclamava Gesù Figlio di Dio. E tutti quelli che lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano: «Ma costui non è quel tale che a Gerusalemme infieriva contro quelli che invocano questo nome ed era venuto qua precisamente per condurli in catene dai sommi sacerdoti?». Saulo frattanto si rinfrancava sempre più e confondeva i Giudei residenti a Damasco, dimostrando che Gesù è il Cristo. Trascorsero così parecchi giorni e i Giudei fecero un complotto per ucciderlo; ma i loro piani vennero a conoscenza di Saulo. Essi facevano la guardia anche alle porte della città di giorno e di notte per sopprimerlo; ma i suoi discepoli di notte lo presero e lo fecero discendere dalle mura, calandolo in una cesta.

Visita di Saulo a Gerusalemme

Venuto a Gerusalemme, cercava di unirsi con i discepoli, ma tutti avevano paura di lui, non credendo ancora che fosse un discepolo. Allora Barnaba lo prese con sé, lo presentò agli apostoli e raccontò loro come durante il viaggio aveva visto il Signore che gli aveva parlato, e come in Damasco aveva predicato con coraggio nel nome di Gesù. Così egli potè stare con loro e andava e veniva a Gerusalemme, parlando apertamente nel nome del Signore e parlava e discuteva con gli Ebrei di lingua greca; ma questi tentarono di ucciderlo. Venutolo però a sapere i fratelli, lo condussero a Cesarèa e lo fecero partire per Tarso.

Da quel momento Paolo continuò a predicare per tutto il basso mediterraneo. Le sue lettere alle varie comunità sono tuttora il pane vivo della seconda lettura domenicale.

Anche lui dovette subire arresti, persecuzioni e quanto di cattivo aveva già previsto Gesù per coloro che avessero portato la sua parola nel mondo. Ma il professarsi sempre cittadino romano faceva si che Paolo restava sempre poco tempo in prigione e non potesse essere giudicato se non dai romani. Forse era proprio questo il pretesto di Dio per far giungere Paolo fino a Roma, quella città che con l’arrivo di Pietro sarebbe poi diventata la capitale mondiale della fede di Cristo.

Paolo continua la sua opera di predicazione anche a Roma fino al suo martirio avvenuto

sulla via che porta ad Ostia nel luogo in cui ora sorge quella splendida Basilica.

 

S.AGOSTINO

Agostino nacque a Tagaste in Numidia il 13 novembre 354 da Patrizio e da santa Monica. Pur studiando prima a Cartagine e poi Roma e Milano, condusse in giovinezza una vita sregolata, durante la quale si accostò al manicheismo e successivamente al neoplatonismo. Grazie all'influsso e alle preghiere della madre Santa Monica e in seguito alla predicazione di sant'Ambrogio che ascoltò a Milano, Agostino si convertì al cristianesimo combattendo contro il materialismo con il "principio dell'interiorità": lo studio dei filosofi antichi lo aiutò a scoprire all'interno del proprio io la luce del vero arrivando così alla percezione di Dio. Da sant'Ambrogio ricevette il battesimo a Milano il 25 aprile 387. Torno in Africa per dedicarsi alla vita monastica di preghiera e per continuare i propri studi. Nel 391 Si consacrò alla vita religiosa e nel 396 venne eletto per acclamazione popolare vescovo di Ippona. Nei suoi quarant'anni di apostolato diffuse la dottrina cattolica nella sua città a rischio della sua stessa vita. Dotto teologo, è stato il primo filosofo morale della religione Cristiana. I principi della sua dottrina nascono dal Cristo e dalle Sacre Scritture nelle quali a differenza degli altri scritti, non sono possibili critiche o interpretazioni. Il pensiero di Sant'Agostino riguarda il problema del peccato e della Grazia come unico mezzo di salvezza. Sostenne contro il manicheismo, la libertà dell'uomo, il carattere personale della responsabilità  etica e la negatività del male. Sviluppò dal punto di vista filosofico il tema dell'interiorità, in particolare sostiene che è nell'intimità della propria coscienza che si scopre Dio e si ritrova la certezza che fa superare il dubbio scettico. Tra le sue opere: "Le Confessioni", narrazzione dei suoi errori di giovinezza e della sua conversione (397-400) e "La città di Dio" (412-426), quadro della lotta tra il cristianesimo e il paganesimo traslata nella lotta tra la città divina e la città terrena. Morì nel 430, durante un assedio dei Vandali. Dai "Discorsi" di sant'Agostino, vescovo.
Da quando mi è stato posto sulle spalle questo peso, di cui dovrò rendere un non facile conto a Dio, sempre sono tormentato dalla preoccupazione per la mia dignità. La cosa più temibile nell’esercizio di questo incarico, è il pericolo di preferire l’onore proprio alla salvezza altrui. Però, se da una parte mi spaventa ciò che io sono per voi, dall’altra mi consola il fatto che sono con voi. Per voi infatti io sono vescovo, con voi sono cristiano. Quello è nome di un mandato che ho ricevuto, questo è nome di grazia. Quello di pericolo, questo di salvezza. Veramente ci sentiamo come in un mare immenso e come sbattuti dalle tempeste, proprio a causa dell’incombenza pastorale affidataci. Ci ricordiamo però a prezzo di quale sangue siamo stati redenti e, consolati da questo pensiero, entriamo come in un porto sicuro. Mentre ci affatichiamo nel lavoro apostolico, ci conforta la certezza del beneficio comune che ne risulta. "Che cosa renderò al Signore per quanto miha dato? Se dico di offrire al Signore il ministero di pascere le sue pecorelle, dico la verità. Lo faccio, infatti, "non io, ma la grazia di Dio che è con me". Perciò, miei fratelli: "Vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio". Rendete fruttuoso il nostro ministero. "Voi siete il campo di Dio" (1Cor 3, 9). Dall'esterno ricevete chi pianta e chi irriga, dall'interno, invece, colui che fa crescere: Aiutateci con la vostra preghiera e la vostra obbedienza, perché troviamo la nostra gioia non tanto nell'essere vostri capi, quanto nell'esservi utili servitori.

Dalle "Confessioni" di Sant'Agostino.
Stimolato a rientrare in me stesso, sotto la tua guida, entrai nell'intimità del mio cuore, e lo potei fare perché tu ti sei fatto mio aiuto. Entrai e vidi con l'occhio dell'anima mia, qualunque esso potesse essere, una luce inalterabile sopra il mio stesso sguardo e sopra la mia intelligenza. Non era una luce terrena e visibile che splende dinanzi allo sguardo di ogni uomo. Direi anzi poco se dicessi che era solo una luce più forte del comune, o anche tanto intensa da penetrare ogni cosa. Era un'altra luce, assai diverse da tutte le luci del mondo creato. Non stava al di sopra della mia intelligenza quasi come l'olio che galleggia sull'acqua, né come il cielo che si stende sopra la terra, ma era una luce superiore. Era la luce che mi ha creato. E se mi trovavo sotto di essa, era perché ero stato creato da essa. Chi conosce la verità conosce questa luce. O eterna verità e vera carità e cara eternità! Tu sei il mio Dio, a te sospiro giorno e notte. Cosi la tua Sapienza, per mezzo del quale hai creato ogni cosa, si rendeva alimento della nostra debolezza da bambini. Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. Ed ecco che tu stavi dentro di me e io ero fuori e là ti cercavo. E io, brutto, mi avventavo sulle cose belle da te create. Eri con me ed io non ero con te. Mi tenevano lontano da te quelle creature, che, se non fossero in te, neppure esisterebbero. Mi hai chiamato, hai gridato, hai infranto la mia sordità. Mi hai abbagliato, mi hai folgorato, e hai finalmente guarito la mia cecità. Hai alitato su di me e ora anelo a te. Ti ho gustato e ora ho fame e sete di te. Mi hai toccato e ora ardo dal desiderio di conseguire la tua pace.

Di Sant’Agostino non basterebbero libri interi per descrivere il suo errare continuo alla ricerca della fede, alla ricerca di quel Dio che avrebbe infine dato lustro alla sua intelligenza. Di Sant’Agostino resta vivo l’attaccamento della madre, Monica, sempre vicina a questo figlio che cercava la Fede. Lei credeva in Cristo e pregava come pregherebbero le mamme di oggi per vedere i loro figli sempre in cammino nella via degli insegnamenti di Gesù.

Monica, una mamma come tante di oggi ed Agostino un uomo come “dovrebbero” essere gli uomini di oggi  alla ricerca non solo di ricchezze,gloria e notorietà, ma anche di quel “ Dio che ci ha creati”.

 IL PANE DI S. ANTONIO

La devozione Antoniana più diffusa è quella del Pane dei Poveri, utile nelle parrocchie per fare alleviare dal ricco la miseria del povero.

Tale devozione ebbe origine dalla prodigiosa resurrezione di un bimbo,avvenuta a Padova.

Tommasino aveva dieci anni ed era figlio di buoni genitori che abitavano vicino alla Chiesa del Santo. Un giorno, giocando vicino ad un recipiente d’acqua vi cadde dentro e morì. La madre trovò il piccino senza vita e chiamò aiuto; corsero i vicini ed alcuni frati del convento. Non c’era nulla da fare,Tommasino era morto.

La madre non si rassegnò, si affidò alla fede confidando nei meriti di Sant’Antonio. Fece voto a Lui di distribuire ai poveri tanto grano, quanto era il peso del bambino, se questi fosse ritornato in vita. Passarono alcune ore con la donna in preghiera finchè il bimbo emise un grido.

Era ritornato in vita!

La promessa fu mantenuta e la devozione a Sant’Antonio, mediante la carità ai poveri  incominciò a propagarsi sotto il nome di “Peso del bambino”.

Nel  1887 fu introdotta la statua del Santo esposta in pubblico assieme a due urne in una delle quali i devoti gettavano le suppliche scritte e nell’altra il denaro promesso, allorchè la grazia era fatta.

La cassettina di Sant’Antonio è divenuta oggi una scuola di carità per tutti,perchè tutti, anche i più poveri vi  gettano qualche soldino, quel tanto che basta per fare felice un povero e sollevare il nostro spirito davanti al Signore.Sant’Antonio oggi chiede sempre più aiuto per i poveri, concedendo grazie a tanti benefattori che fanno l’elemosina con il cuore sincero ed aperto all’amore.

Per tanti secoli questa usanza si è ripetuta e sarebbe bello ancor oggi vedere comparire questa figura di Sant’Antonio nei negozi del mondo con l’invito a fare la carità in ogni momento della giornata, specie quando spendiamo per noi e per i nostri cari.(Storie tratte dal  libro Sant’Antonio di Alfonso Salvini)

S.ANTONIO DA PADOVA

Sant’Antonio è un Santo eccezionale che qui a Lamezia come in altre parti del mondo  conosciamo e veneriamo per la sua enorme capacità di fare miracoli.

Il “Santo Taumaturgo”, viene definito questo frate che per tutta la sua vita non ha fatto altro che affidarsi a Dio, lo ha amato, lo ha fatto conoscere a tanta gente, ha predicato fino a dodici  ore consecutive per farlo conoscere a tutti, per portare Cristo fra la gente, portare l’amore ed il perdono nei cuori di tanti uomini,importanti o no. Un Santo che aveva fatto della sua trasformazione interiore ed esteriore il messaggio da trasmettere al mondo di ieri e di oggi.

Antonio in realtà si chiamava Fernando di Buglione; proviene da famiglia ricca ed a 15 anni entra nel monastero Agostiniano di Lisbona per poi trasferirsi al Monastero di Coimbra dove, dopo anni di studi approfonditi. viene ordinato sacerdote. Nel 1220 vicino al Monastero di Coimbra si insediano i frati Francescani provenienti da Assisi dove Francesco di Pietro di Bernardone aveva fondato il nuovo ordine approvato dal Papa.

Inizia qui la sofferenza di Fernando che non accetta di servire Cristo vestendo le ricche vesti del frate Agostiniano.

Si innamora della regola di San Francesco e pensa che nella povertà e nell’umiltà potrà sentirsi più vicino al Signore, al Crocifisso povero ed umile, lontano dal peccato e dalle tentazioni. Resta colpito dal martirio di cinque frati francescani che erano andati in Marocco per portare in Africa la parola di Dio. Decide di seguirne l’esempio e sposa la regola di Francesco d’Assisi  divenendo “frate Antonio“. Volle partire per il Marocco, desiderando il martirio per amore di Gesù. Ma la strada che il Signore gli aveva indicato non era questa. Malato,è costretto a far ritorno in Portogallo ma a causa del mare in tempesta sbarca,naufrago, in Sicilia. Qui inizia l’evangelizzazione della gente, ore ed ore di cammino da paese in paese per parlare di Gesù. Risale l’Italia fino ad Assisi e si reca al convento di Montepaolo di Forlì per svolgere il compito di sacerdote.

Restano tutti stupiti dalle sue predicazioni e la sua parola converte tante anime dalla mattina alla sera. Talvolta lo hanno sentito predicare per dieci-dodici ore. Cerca di convertire tutti anche gli eretici della Romagna. Antonio sente dentro di se una grande forza che lo spinge alla Santità, lo fa sentire Santo. Ama talmente il Signore che questi lo ricambia con il dono dei miracoli.

Preghiera e predicazione sono il suo pane quotidiano ed il suo corpo, fiaccato dai tanti digiuni, non ha un attimo di tregua, tanta è la gente che lo vuole vedere, sentire, toccare. Passa anche molte ore in silenzio, ascoltando la voce di Gesù che gli parla. Lo adora tanto che in una splendida notte lo vedono cullare Gesù Bambino, sorridente fra sue braccia. Ed i miracoli continuano in tutte le città che frate Antonio visita, miracoli materiali e spirituali.

Il Santo dei Miracoli muore a Padova a soli 36 anni sfiancato dalla fatica e dalle privazioni. Ha preferito la povertà alla ricchezza, il giaciglio su un noce ad un letto  di monastero, ha preferito stare vicino a Cristo nella semplicità ricevendo da lui doni enormi sia sulla terra che in cielo. E’ morto Santo così come si era sentito Santo nella  vita “vissuta” con  e per Gesù certo che amare Cristo significhi la salvezza del mondo. Gesù prima di tutto: Bambino, Povero, Predicatore, Crocifisso, Eucarestia.

Il suo amore per noi, questo amore datoci senza nulla in cambio, per condurci alla gioia, per cercare questa gioia nelle cose semplici, nelle cose che ti avvicinano a Dio, che ti danno il Paradiso sulla terra e ti preparano alla gloria del cielo.

Antonio in questo aveva preso tanto dal quasi coetaneo Francesco d’Assisi.

Il desiderio di farsi ultimo, di amare, di vedere Dio nelle bellezze della natura.

Un Sant’Antonio che oggi più che mai si presenta a noi mostrando la sua vita,dal giorno della scelta di farsi Francescano fino alla morte .Le ricchezze dei conventi  agostiniani gli fanno capire come dietro tanto benessere ci si possa allontanare dal Signore. I seguaci di Francesco d’Assisi, con la loro povertà e semplicità, gli insegnano ad amare Cristo ed a servirLo in povertà e perfetta letizia.

Anche Lui a 25 anni cambia vita come a 25 anni si converte San Francesco d’Assisi.

Accetta tutto con umiltà e quando scoprono in lui il dono della predicazione,sarà capace di parlare del Vangelo alla gente fino a dodici ore di fila.

Quando vivi con Cristo è Lui stesso che guida la tua vita; se vivi con Lui, Gesù ti sta vicino, se non pecchi per rispetto a Lui, ti dona grazie, se parli di Lui ti dona ricchezze e pregi, se resti povero ed umile per Lui, perchè riconosci che è Lui che ti guida, allora ti premia ancora di più.

Fernando che si fa Antonio, che per amore di Gesù sceglie il noce come dimora, che fa di Gesù il motivo del suo”quotidiano”, lo scopo per cui preghi e parli, così Antonio si pone a modello da imitare.

O grande Sant’Antonio, noi che ci rivolgiamo a te per sospirate grazie,concedici di conoscere sempre più quel Gesù che tanto hai amato; aiutaci a capire le tue scelte, i tuoi propositi; aiutaci a capire sempre di più  che Dio è l’alfa e l’omega della  vita.

Sveglia in noi il desiderio d’amare e capire che solo attraverso la carità saremo capaci di sorridere a Gesù e saremo felici quando avremo fatto del bene portando anime a Cristo. Tu grande Taumaturgo se sei capace di guarire le nostre malattie potrai certamente rispondere a questo nostro desiderio. Hai fatto questo per tanti anni della tua nobile vita; oggi come nel 1220 servono principalmente questi miracoli. Abbiamo bisogno di rinnovarci nello spirito, di vivere con Cristo e per Cristo, con amore e per l’amore, con carità e per la carità, con gli altri e per gli altri. Abbiamo bisogno di ritornare semplici

inganniamo gli altri non facciamo loro del bene. O servo del Signore, come è bello capire che l’umiliazione, che potrebbe essere per noi materiali una offesa enorme, sia invece “perfetta letizia” ai piedi della Croce del Signore.

Grazie Sant’Antonio perchè cercando la semplicità ed il servizio ci hai fatto capire il desiderio di farsi ultimi per essere più vicino a Cristo, di spogliarsi di sé per farsi “prossimo”, di rinunciare a qualcosa per godere dell’amore di Cristo povero e Crocifisso.

Com’è bello avere il cuore che pulsa al suo posto e geme per dare amore. Tu stesso indicasti nella cassa del tesoro il luogo dove si era rintanato il cuore dell’avaro morto.

Illumina tutti noi affinchè questo cuore non vada a nascondersi tra le ricchezze che prima o poi ”vanno a finire” e resti sempre animato dall’amore e dalla bellezza di Dio che mai scomparirà.

Ecco la perfetta letizia, la gioia che non finisce mai, la felicità senza tramonto.

Affidiamoci a Lui come hai fatto tu e Lui farà in noi  cose grandi,magnificandoci.

Il pensiero corre diritto a tanti giovani che nei giorni della festa hanno trovato una gioia breve in giostre e svaghi, ricadendo poi nel buio, nel pessimismo,nelle domande senza risposta, nell’egoismo.

La festa di Sant’Antonio sia per loro un  momento di riflessione:

“Se Francesco ed Antonio hanno capito che il desiderio materiale era la causa della loro infelicità, allora posso fare come loro per cercare la perfetta letizia, colui che dà la gioia, oggi e per sempre.

Solo Gesù potrà darmi luce come l’ha data a questi splendidi Santi, solo affidandomi a Lui con cuore sincero, potrò amarLo sempre più, rispettarLo e servirLo.

S.FRANCESCO D’ASSISI

Nacque nell'inverno del 1182 da Pietro di Bernardone e Madonna Pica, una delle famiglie più agiate di Assisi. Il padre commerciava in spezie e stoffe e sovente restava lontano dalla sua città per concludere affari. Proprio mentre era in Provenza, occupato nella sua professione, nacque il figlio, colui che doveva diventare uno dei maggiori fari di luce del mondo.

La madre scelse il nome di Giovanni che fu subito cambiato in Francesco quando tornò Pietro di Bernardone.
La fanciullezza trascorse felice sotto gli occhi vigili di Monna Pica e sotto le attenzioni del padre che vedeva in lui il proseguimento dell'attività di mercante. Studiò il latino, il volgare, il provenzale.

Studiò anche musica; le sue note insieme alle sue poesie, furono sempre apprezzate nelle feste della città. Divenne l'amico di tutti, sempre presente ai convivi. Ma l'educazione precisa che gli era stata impartita e la sana impostazione morale davano a tutto quello che faceva, il senso dell'equilibrio. Tuttavia durante il periodo di spensierata gioventù, non mancarono episodi di intolleranza. Ma fu proprio in una di queste occasioni che spuntò il seme della mutazione futura. Era intento nel fondaco paterno a riassettare la merce quando alla porta si presentò un mendicante: chiedeva elemosina in nome di Dio e Francesco lo scacciò in malo modo.

Poi, però, pentito si mise sui suoi passi e raggiuntolo vi si intrattenne,scusandosi ed elargendogli dei denari. Appena ventenne partecipò alla guerra tra Assisi e Perugia. Fu fatto prigioniero. Quel periodo plasmò l'animo del giovane e tanto più il corpo si indeboliva tanto più cominciava a subentrare in lui il senso della carità e del bene verso gli altri. Tornò a casa profondamente ammalato. Le cure della madre ed il tempo lo ristabilirono, ma la vita spensierata, che nel frattempo aveva riassunto, gli sembrò vuota. Spinto da idee battagliere decise di seguire un condottiero in Puglia, ma quando fu a Spoleto una notte gli apparve il Signore ordinandogli di tornare indietro. Le parole di Dio suonarono in lui come un richiamo. Sarà l'inizio di una graduale conversione. Da quel momento la sua vita sarà densa di episodi premonitori. Durante una breve permanenza a Roma si spogliò dei suoi abiti e dei denari, più tardi in Assisi davanti ad un lebbroso non fuggì come facevano tutti, ma gli si avvicinò e lo baciò. Tutto questo tra lo scherno e la derisione degli amici e la delusione del padre. Solo in Madonna Pica trovava conforto. Ma la strada era ormai spianata: quel lebbroso era Cristo! Scelse il silenzio e la meditazione tra le campagne e le colline di Assisi, facendo spesso tappa nella Chiesetta di San Damiano a pochi chilometri dalla città. E il crocifisso che era nella cappellina gli parlò: "Va, ripara la mia casa che cade in rovina". Allora prese le stoffe dalla bottega paterna, le vendette a Foligno e portò i denari al sacerdote di San Damiano. Ma l'intervento di Pietro di Bemardone ruppe l'incantesimo e Francesco fu costretto a nascondersi per sfuggire alle ire del padre. Più tardi la diatriba con il padre ebbe una svolta con l'intervento del Vescovo di Assisi: Francesco rinuncerò ai beni paterni e inizierà un periodo contrassegnato da meditazioni e grandi rinunce. Cominciarono pure gli spostamenti; di quel tempo è l'episodio del lupo di Gubbio, un animale che incuteva terrore e morte. Francesco parlandogli lo ammansì. Le gesta di questo "Uomo" non passarono inosservate e dopo qualche tempo a lui si affiancarono i primi seguaci: Bernardo da Quintavalle, Pietro Cattani, e di lì a poco Egidio e Filippo Longo. Le prime esperienze con i compagni si ebbero nella piana di Assisi, nel Tugurio di Rivotorto e alla Porziuncola. Nuovi compagni si unirono ai primi; come Francesco erano vestiti di un saio e di stracci. La data ufficiale della nascita dell'Ordine dei Frati Minori è il 1210 quando Francesco ed i compagni vengono ricevuti dal papa Innocenzo III che verbalmente approva la Regola. Il Papa, in sogno, ebbe la visione della Basilica Lateranense in rovina ed un uomo che la sorreggeva per evitarne la distruzione. Quell'uomo era Francesco! Intanto la sede dell'ordine veniva spostata da Rivotorto alla Porziuncola. Iniziano i contatti con Chiara d'Assisi: è la genesi del ramo femminile del movimento, la nascita dell'Ordine delle Povere Dame, le future Clarisse. Nel 1213 Francesco riceve dal Conte Orlando di Chiusi il Monte della Verna. Inizia la predicazione a più lungo raggio. Vuole raggiungere il Marocco, ma una malattia lo ferma in Spagna.

Nel 1216 ottiene da Onorio III l'indulgenza della Porziuncola, Il Perdono di Assisi, la più importante della cristianità dopo quella di Terra Santa.

I seguaci del Santo si cimentano in nuove predicazioni in Europa e in Oriente. Nel 1219 Francesco parte per Acri e Damietta al seguito della crociata e giunge in Egitto alla corte del sultano Melek el-Kamel. Poi prosegue per la Palestina. Intanto l'Ordine ha i suoi primi martiri, uccisi in Marocco. Nel 1220 il Poverello torna in Assisi. Ma i suoi ideali di povertà, di carità, di semplicità hanno fatto presa già su molti. Inizia un nuovo ciclo di predicazioni nell'Italia Centrale e quindi nuovi viaggi al sud e al nord della penisola. A Fontecolombo, nei pressi di Rieti, redige una nuova Regola ispirato direttamente dal Signore, approvata poi da Onorio III. A Greccio, in dicembre, istituisce il Presepio, una tradizione cara alla cristianità. Nel 1224 sul Monte della Verna riceve le stimmate, il segno di Cristo e della santità.

Ma ormai è stanco ed ammalato. Le predicazioni l'hanno provato fuori misura.

È sofferente e viene curato a San Damiano, ospite di Chiara e delle Sorelle.

Compone qui il Cantico delle Creature di alta religiosità e lirismo dove sono contenuti in forma raccolta tutti gli ideali della umiltà e della grandezza francescana.

Sentendo prossima la fine terrena ordina di essere trasportato alla Porziuncola, in Santa Maria degli Angeli, luogo di irradiazione del suo messaggio, dove muore al tramonto della giornata del 3 ottobre 1226. Il 16 luglio di due anni dopo veniva dichiarato Santo dal papa Gregorio IX.

BEATO TRANSITO

DEL PADRE SAN FRANCESCO

Dal palazzo del Vescovo di Assisi, dove allora dimorava, chiese che lo portassero a Santa Maria della Porziuncola; voleva rendere a Dio lo Spirito della vita, là dove aveva ricevuto lo Spirito della grazia.

A metà strada, all’ospedale di San Salvatore, gecuziente com’era, si fede voltare sulla barella con la faccia verso Assisi e sollevandosi un poco, benedisse la sua città. Giunto alla Porziuncola si fece deporre  sulla terra nuda, nascondendo con la mano sinistra la piaga sul costato e di lì spogliato dalle vesti di sacco, alzò come sempre il volto al cielo,tutto intento con lo Spirito a quella gloria,

Disse ai fratelli:”io ho fatto il mio dovere,Cristo vi insegni a fare il vostro”.

Voleva  essere conforme in tutto a Cristo Crocifisso che, povero e sofferente, era rimasto appeso nudo sulla croce. E verace imitatore di Cristo suo Dio in tutto, amò fino alla fine tutti i fratelli e figli, che aveva amato fin dal principio.

Fece adunare tutti i fratelli presenti nel luogo e li esortò con affetto di padre all’amore di Dio.

Parlò a lungo della pazienza, dell’osservanza di Madonna povertà, raccomandando più di altra regola il Santo Vangelo. Tutti i fratelli gli stavano intorno; egli stese sopra di loro le mani intrecciando le braccia a forma di croce, un gesto che egli tanto amava, e li benedisse presenti e futuri, nella potenza e nel nome del Crocifisso.

Si fece poi portare del pane, lo benedisse, lo spezzò ed a ciascuno nè diede un pezzo da mangiare. Volle anche gli portassero il libro dei Vangeli e chiese gli leggessero quel brano di Giovanni che inizia: ”Prima della festa di Pasqua”. Lo fece in memoria di quell’ultima e santissima cena che il Signore aveva celebrato con i suoi discepoli e per dimostrare ai fratelli la sua tenerezza d’amore. Passò in inni di lode i giorni successivi, invitando i compagni prediletti a lodare con lui il Cristo. Invitava pure tutte le creature alla lode di Dio e con certi versi poetici, già altra volta composti, le esortava al Divino Amore. E perfino la morte, a tutti terribile ed odiosa esortava alla lode. Le correva dietro incontro, invitandola: ”Ben venga mia sorella morte!”

Diceva ai fratelli:” Quando mi vedrete sul punto di spirare, deponetemi sulla terra nuda come l’altro ieri e morto che sia, lasciatemi giacere così, per il tempo che ci vuole a percorrere comodamente un miglio di strada. E come gli fù possibile proruppe in quel salmo:

”con la mia voce al Signore grido aiuto, con la mia voce supplico il Signore”.Lo disse fino al versetto finale:

”Strappa dal carcere la mia vita, perchè io renda grazia al Tuo nome. I giusti mi fanno corona quando mi concederai la tua grazia”.

Giunse infine la sua ora ed essendosi compiuti in lui tutti i misteri di Cristo, se ne volò felicemente a Dio. Le allodole, che sono amiche della luce ed han paura del buio della sera, pure essendo già imminente la notte, vennero a grandi stormi sopra il tetto del luogo e roteando a lungo con insolito giubilo,resero testimonianza alla gloria del Santo che tante volte le aveva invitate a lodare Dio. Era il 3 Ottobre 1226,di Sabato. A laude di Cristo.Amen.

SANTA CHIARA

Assisi vanta di aver dato i natali ad un altro personaggio che insieme a San Francesco ha significato molto nella storia e nella vita della Città. Chiara nasce da una nobile famiglia nel 1194, da Favarone di Offreduccio di Bernardino e da Ortolana. La madre, recatasi a pregare alla vigilia del parto nella Cattedrale di San Rufino, sentì una voce che le predisse:

"Oh, donna, non temere, perchè felicemente partorirai una chiara luce che illuminerà il mondo".

La bambina fu chiamata Chiara e battezzata in quella stessa Chiesa.
Si può senza dubbio affermare che una parte predominante della educazione di questa fanciulla è dovuta proprio alla Cattedrale di San Rufino, la sua Chiesa, dove poco distante sorgeva la casa paterna. L'ambiente familiare di Chiara era pervaso da una grande spiritualità. La madre educò con ogni cura le sue figlie e fu tra quelle dame che ebbero la grande fortuna di raggiungere la Terra Santa al seguito dei crociati. L'esperienza della completa rinuncia e delle predicazioni di San Francesco, la fama delle doti che aveva Chiara per i suoi concittadini, fecero sì che queste due grandi personalità s'intendessero perfettamente sul modo di fuggire dal mondo comune e donarsi completamente alla vita contemplativa. La notte dopo la Domenica delle Palme (18 marzo 1212) accompagnata da Pacifica di Guelfuccio (prima suora dell'ordine), la giovane si recò di nascosto alla Porziuncola, dove era attesa da Francesco e dai suoi frati.

Qui il Santo la vestì del saio francescano, le tagliò i capelli consacrandola alla penitenza e la condusse presso le suore benedettine di S. Paolo a Bastia Umbra, dove il padre inutilmente tentò di persuaderla a far ritorno a casa.

Consigliata da Francesco si rifugiò allora nella Chiesina di San Damiano che divenne la Casa Madre di tutte le sue consorelle chiamate dapprima "Povere Dame recluse di San Damiano" e, dopo la morte della Santa, Clarisse. Qui visse per quarantadue anni, quasi sempre malata, iniziando alla vita religiosa molte sue amiche e parenti compresa la madre Ortolana e le sorelle Agnese e Beatrice.

Nel 1215 Francesco la nominò badessa e formò una prima regola dell'Ordine che doveva espandersi per tutta Europa. La grande personalità di Chiara non passò inosservata agli alti prelati, tanto che il Cardinale Ugolino (legato pontificio) formulò la prima regola per i successivi monasteri e più tardi le venne concesso il privilegio della povertà con il quale Chiara rinunciava ad ogni tipo di possedimento.

Nel 1243 durante un'incursione di milizie saracene nel Monastero di San Damiano, Chiara scacciò con un atto di coraggio la soldatesca. La fermezza di carattere, la dolcezza del suo animo, il modo di governare la sua comunità con la massima carità e avvedutezza, le procurarono la stima dei Papi che vollero persino recarsi a visitarla. La morte di San Francesco e le notizie che vari monasteri accettavano possessi e rendite amareggiarono e allarmarono la Santa che sempre più malata volle salvare fino all'ultimo la povertà per il suo convento componendo una Regola (simile a quella dei Frati Minori) approvata poi dal Cardinale Rainaldo (futuro papa Alessandro IV) nel 1252 e alla vigilia della sua morte da Innocenzo IV, recatosi a S. Damiano per portarle la benedizione e consegnarle la bolla papale che confermava la su a regola; il giorno dopo (11 agosto 1253) Chiara muore, officiata dal Papa che volle cantare per lei non l'ufficio dei morti, ma quello festivo delle vergini. Il suo corpo venne sepolto a San Giorgio in attesa di innalzare la chiesa che porta il suo nome. Nonostante l'intenzione di Innocenzo IV fosse quella di canonizzarla subito dopo la morte, si giunse alla bolla di canonizzazione nell'autunno del 1255, dopo averne seguito tutte le formalità, per mezzo di Alessandro IV.

SANTA RITA DA CASCIA

  Mossi dalla devozione veniamo con fiducia davanti alla Tua tomba,amatissima Santa Rita, sicuri di trovare comprensione, aiuto ed intercessione nelle nostre difficoltà. Vengono a visitarti a Cascia, o ti invocano in tutto il mondo, migliaia di persone ferite dalla sofferenza e bisognose di protezione.

A Te si rivolgono i genitori per il futuro dei loro figli. Con particolare commozione a Te si rivolgono quei genitori, sopratutto le madri, che vedono soffrire i loro figli a causa di infermità fisiche per i loro deviamenti morali.Veniamo confidenti a Te, perchè Tu hai conosciuto il dolore, la sofferenza fisica e sopratutto lo strazio morale di vedere la tua famiglia vittima della violenza. Veniamo perchè il Signore ha fatto fruttificare in Te la Santità nelle diverse fasi della Tua vita, come sposa, madre, vedova e consacrata.Confidiamo nella Tua intercessione davanti al Signore, perchè ci aiuti nelle necessità. Oggi veniamo a deporre davanti al Tuo corpo incorrotto il nostro dolore, le nostre sofferenze ed anche il nostro ringraziamento. Il dolore degli sposi, l’angustia per la malattia dei nostri cari, i loro ed i nostri errori, le sofferenze; la preoccupazione per lo sbandamento morale dei figli che si allontanano da Dio; l’ostilità di quelli che ci vogliono male tu che hai voluto per noi tutti il dolore volendo ed accettando da Gesù Crocifisso la sofferenza fisica della spina.

Tu ci offri una “via maestra” come dice S.Agostino (cifr .Serm. 325,1),per seguire Cristo, perchè hai sperimentato il nostro dolore e la nostra miseria. In Te ci possiamo identificare e trovare conforto, perchè ci hai insegnato, nei diversi stati di vita, a Seguire con decisione il Signore.

Ti sentiamo vicina a noi, a condividere il nostro dolore e la nostra fragilità. Il Signore ti ha provato con la perdita violenta ed improvvisa del marito. Hai visto crescere nel cuore dei tuoi figli l’odio e lo spirito di vendetta. Hai sofferto nel vederli allontanarsi poco a poco dal valore del Vangelo, che per Te contava tanto.

Con immenso dolore hai infine sperimentato la morte dei Tuoi figli. Però, piena d’amore cristiano verso di essi, hai preferito la perdita della loro vita fisica anzichè vederli perire annegati nell’odio del loro cuore. Più sopportabile la  perdita della loro vita fisica che la loro perdizione eterna. Molte famiglie oggi si sentono riflesse nella Tua avventura familiare. Quanti genitori soffrono a vedere i figli allontanarsi dai valori cristiani, che hanno dato senso alla loro esistenza. Figli che si allontanano dalla pratica religiosa, che vivono senza principi morali, che si lasciano fuorviare da cattive compagnie o sciaguratamente scivolano nel mondo sommerso della droga e della delinquenza.

Come è possibile scrutare il dolore del cuore ferito di un padre o di una madre?

Essi portano nel cuore una spina dolorosa quanto quella che Tu hai portato sulla fronte.

In Te Santa Rita troviamo conforto ed orientamento:

Tu hai saputo superare il dolore della Passione di Nostro Signore, oggetto continuo della Tua contemplazione, alla quale hai partecipato in modo eminente

Fà che sappiamo contemplare la Croce con i Tuoi stessi occhi, o Beata Rita,per trovare in essa la forza di cui abbiamo bisogno per portare le nostre croci.Il Signore Ti ha concesso la grazia di imparare a soffrire, aprendo la Tua intelligenza ed il Tuo cuore alla comprensione del dolore.

Vogliamo sentirci Tuoi compagni di cammino perchè hai saputo scoprire la teologia della Croce e la sua apertura alla resurrezione. Intercedi per noi per ottenere sollievo alle nostre pene, liberazione dalle nostre sofferenze, salute e santità per i nostri cari. Insegnaci a seguirti nel nostro cammino cristiano.Ammaestraci nella strada della preghiera e della pace, Tu che hai educato i figli alla pace e che sei invocata Angelo di pace. Fa che le donne che ti venerano siano apostole di pace nelle famiglie.

Aiutaci a vivere sempre attenti alla volontà di Dio, perchè la nostra vita,ispirata da te sia un continuo camminare dalla mano del Signore.

Mossi dalla devozione veniamo con fiducia davanti alla Tua tomba, amatissima Santa Rita, sicuri di trovare comprensione, aiuto ed intercessione nelle nostre difficoltà. Ti invocano in tutto il mondo, migliaia di persone ferite dalla sofferenza e bisognose di protezione.

Oggi veniamo a deporre davanti al Tuo corpo incorrotto il nostro dolore, le nostre sofferenze ed anche il nostro ringraziamento. Intercedi per noi davanti al Signore, perchè guarisca il nostro corpo e rafforzi il nostro spirito: insegnaci ad associarci alla passione redentrice di Cristo per capire il valore spirituale della sofferenza, affinchè il nostro dolore non sia vano. Dà ai genitori la saggezza necessaria per orientare i figli con il loro esempio, la loro virtù, la loro preghiera accorata.

Veniamo perchè il Signore ha fatto fruttificare in Te la Santità nelle diverse fasi della Tua vita, come sposa, madre, vedova e consacrata. Confidiamo nella Tua intercessione davanti al Signore, perchè ci aiuti nelle necessità e ci tenga vivo il tuo esempio specie quello di cercare sempre Cristo in ogni angolo della vita.

SAN FILIPPO NERI

Filippo Romolo Neri, santo, nato a Firenze il 21 luglio del 1515 e morto in Roma il 26 maggio del 1595, venne dichiarato beato nel 1610 e santo nel 1622. Il suo corpo è venerato nella cappella eretta nel 1602, a lui intitolata, nella chiesa di S. Maria in Vallicella. Il 12 marzo del 1922 i suoi resti furono collocati nell’attuale cassa e portati in processione per le vie di Roma. Sue reliquie sono in moltissime chiese, sia in Italia che nel mondo. I precordi sono a S. Pietro in Vaticano. L’artistica macchina-reliquiario che li custodiva venne fusa nel luglio del 1796 per il Trattato di Tolentino.
San Filippo Neri, Prete e Confessore, Fondatore della Congregazione dell’Oratorio, insigne per la verginità, per il dono della profezia e pei miracoli. Il miracolo suo più grande è stato quello di cambiare il modo di accogliere di una Chiesa. Una Chiesa aperta e luogo di appartenenza non solo al clero ma a tutta la comunità. Fondò il primo Oratorio destinato specie ai ragazzi. Capì che l’apertura della Chiesa di quartiere significava aprire le porte della casa di Gesù per viverla, pregare, studiare, giocare,incontrarsi. Un vero e proprio ORATORIO. Un esempio da imitare per tutti i sacerdoti di oggi per non fare della Chiesa di quartiere un negozio con apertura ad orari.

 

S. LUIGI MARIA GRIGNION DA MONFORT

Luigi Maria Grignion da Montfort nasce in Francia il 31 gennaio 1673 nella piccola città di Montfort-sur Meu, che sorge a ovest di Rennes in Bretagna. È il maggiore dei figli viventi della numerosa famiglia di Giovanni Battista Grignion e Giovanna Robert.

Luigi Maria trascorre quasi tutti i primi anni e la breve infanzia a Iffendic, a pochi chilometri da Montfort, dove suo padre aveva acquistato un podere conosciuto con il nome di "Le Bois Marquer". Secondo le persone che lo hanno conosciuto in questo primo periodo di vita, egli dà già prova di una maturità spirituale poco comune.

All’età di 12 anni entra nella scuola dei Gesuiti di S. Tommaso Becket a Rennes.

Un sacerdote del luogo, Julien Bellier, che racconta la propria vita di missionario itinerante, lo entusiasma alla predicazione delle missioni. Guidato da alcuni sacerdoti, incomincia a praticare una profonda devozione alla Madonna. Nello stesso tempo, sperimenta le privazioni dei poveri, manifestando un crescente affetto e una speciale attenzione per loro, in forma molto condivisa.

Durante questi anni, sente la chiamata al sacerdozio e, terminati gli studi normali, inizia la filosofia e la teologia nella stessa scuola di San Tommaso Becket a Rennes. Però, grazie a un benefattore, può completare gli studi nel celebre seminario di San Sulpizio a Parigi.

Ed è per questo che sul finire del 1693, si mette in viaggio verso la capitale.

Partendo da Rennes e iniziando una nuova vita, Luigi Maria vuole fare un gesto clamoroso ma emblematico dello stile di vita che ormai intende intraprendere. La sua famiglia vuole offrirli un cavallo, ma egli lo rifiuta; sua madre gli dona un vestito nuovo e suo padre dieci scudi per i bisogni e le spese del viaggio. Appena lasciati i suoi parenti, Luigi Maria approfitta della prima occasione per regalare i dieci scudi, cambiare il vestito nuovo con quello di un mendicante e continuare il cammino a piedi, deciso da questo momento, di vivere alla maniera dei poveri e di contare sulla Provvidenza.

Arrivando a Parigi, si accorge che il suo benefattore non aveva depositato la somma che gli avrebbe permesso di entrare almeno nella comunità chiamata "Piccolo San Sulpizio", comunità unita al seminario principale, ma nelle stesso tempo separata e destinata ad accogliere gli studenti poveri. Deve perciò alloggiare in diverse pensioni familiari dirette dai Sulpiziani: il cibo è mediocre e molto scarso, può tuttavia seguire i corsi di teologia alla Sorbona. Mosso dal desiderio, forse esagerato, di penitenza, aggiunge mortificazioni proprie a quelle di una vita già austera. Ma dopo meno di due anni, cade ammalato piuttosto gravemente, e dev’essere ricoverato all’ospedale. Ne esce quasi per miracolo. Ma ciò che sembra ancor più miracoloso, è che, all’uscita dall’ospedale, trova riservato per lui un posto nel Piccolo Seminario di San Sulpizio, dove entra nel luglio del 1695.

San Sulpizio era stato fondato da Gian Giacomo Olier, uno dei maggiori rappresentanti della "Scuola francese di spiritualità", nella quale si metteva l’accento soprattutto sul mistero dell’Incarnazione, e sul posto di Maria nel piano divino della salvezza. Per Luigi Maria, questo è il posto ideale perché può approfondire i temi della sua spiritualità personale. Non gli era gradita invece la pratica invalsa nel seminario di promuovere tra gli studenti il senso della dignità sacerdotale mettendo il clero sul piedistallo, perché dava adito alla tentazione di "accomodarvisi" e di cedere all’orgoglio. A parte questo, il tempo trascorso a San Sulpizio, gli offre l’occasione di studiare la maggior parte delle opere di spiritualità conosciute, specialmente quelle riguardanti il posto di Maria nella vita cristiana; una ancor migliore opportunità di consultare libri gli viene offerta quando è nominato bibliotecario. In questo periodo trova anche il tempo di perfezionare l’insegnamento del catechismo, specialmente tra i giovani emarginati della parrocchia di San Sulpizio.

Finalmente arriva anche per lui il momento di essere ordinato sacerdote: giugno 1700, e di celebrare, alcuni giorni dopo, la prima messa all’altare della Madonna nella Chiesa di San Sulpizio. Ma, prima di lanciarsi nell’apostolato, rimane ancora qualche mese a Parigi.

Viene inviato ad esercitare il ministero nella Comunità di San Clemente a Nantes. Ma secondo la testimonianza delle sue lettere di quest’epoca, rimane frustrato perché non trova sufficienti occasioni per predicare come vorrebbe. Esamina diverse alternative, persino quella di farsi eremita, ma vince sempre la convinzione d’essere chiamato a "predicare le missioni ai poveri" e a fondare, a tale scopo, "una piccola compagnia di sacerdoti", sotto lo stendardo della Santa Vergine. Dopo alcuni mesi, la Signora di Montespan, l’antica istitutrice convertita del re Luigi XIV, che aveva conosciuto a Parigi, lo persuade ad andare nell’Ospedale di Poitiers. Anche se a malincuore (perché non crede di essere fatto per "rinchiudersi in un ospedale"), accetta il posto di cappellano di quello che chiamavano "Ospedale Generale", ma che in realtà era una specie di ricovero dove venivano richiusi i più miserabili tra i poveri, per sottrarli alla vista del pubblico. Luigi Maria si mette al loro servizio con tutto l’amore che riserva ordinariamente a questa gente. Ma le riforme che si sforza d’introdurre nella casa gli attirano le persecuzioni delle autorità interne, e cosi, verso la Pasqua del 1703, riparte per Parigi.

Questo periodo è particolarmente penoso per Luigi Maria. Tenta, all’inizio, di unirsi al gruppo di cappellani della Salpetrière, primo "Ospedale Generale" fondato da San Vincenzo de Paoli, ma dopo alcune settimane, per ragioni che non conosciamo, è invitato ad andarsene. Da questo momento incomincia un tempo nel quale è respinto da amici e conoscenti. Come era successo a molti altri privilegiati dalla Grazia, sembra che la sua santità straordinaria fosse una sfida troppo dura per le persone meno disposte a prendere il vangelo sul serio, per questo è accusato di orgoglio e di cecità. Durante quasi un anno vive in una piccola stanza poverissima nella via Pot de Fer, senza amici e senza un preciso ministero. Ma non perde tempo: ha la possibilità di meditare più profondamente su Gesù Cristo, manifestazione della sapienza di Dio, e, probabilmente, è in quest’epoca che compone "L’Amore dell’Eterna Sapienza".

I poveri di Poitiers però non l’hanno dimenticato, e ora gli scrivono pregandolo di ritornare. Con il consenso del vescovo, ritorna a Poitiers come Direttore dell’ "Ospedale Generale", riprendendo la riforma dell’Istituto. Una giovane donna, Maria Luisa Trichet, che desiderava diventare religiosa e dedicarsi al servizio dei poveri, l’aiuta in questo compito. Un’altra giovane donna, Caterina Brunet, la raggiungerà poco dopo. Queste due donne, dopo lunghi anni di attesa, diventeranno le prime "Figlie della Sapienza".

Luigi Maria continua a creare forti resistenze con le sue riforme. E trascorsi alcuni mesi, il vescovo e Maria Luisa Trichet lo convincono a lasciare l’ospedale per la seconda volta. Comincia a predicare le missioni a Poitiers e dintorni: sente che questo è il lavoro al quale Dio lo chiama. Predica una della sue prime missioni nei sobborghi miserabili di Montbernage, usando metodi che più tardi gli saranno caratteristici: invita a rinnovare le promesse del Battesimo e organizza processioni e paraliturgie viventi che attirano i cristiani come mai era successo prima di lui. Ma i suoi successi suscitano le gelosie di coloro che hanno la fiducia del vescovo, e all’inizio della Quaresima del 1706 gli arriva l’ "interdetto" di predicare nella diocesi di Poitiers.

Che fare? Era convintissimo che la sua vocazione fosse di predicare le missioni al popolo e ora il vescovo gli proibiva di farlo. Concepisce il pensiero di partire le Missioni Estere, ma prima di decidere vuole chiedere un consiglio autorevole e spassionato a chi può darglielo: il Vicario di Cristo. Si mette in viaggio alla volta di Roma nelle vesti del pellegrino. Il papa Clemente XI, allora regnante, riconoscendo la sua vocazione specifica, gli raccomanda piuttosto la Francia, quale campo di azione, e lo rinvia in patria con il titolo di "Missionario Apostolico". Per prima cosa si reca a Mont Saint-Michel per un ritiro spirituale, poi cerca in Bretagna il territorio dove impiegare le sue energie missionarie.

Chiede di essere accolto in un gruppo di missionari guidato da uno dei più celebri apostoli bretoni del tempo, il sacerdote Leuduger. Lo raggiunge a Dinan e ne diviene membro. Per alcuni mesi predica numerose missioni con il gruppo, nelle diocesi di Saint-Malo e Saint-Brieuc, una anche nella sua città natale, Montfort-sur-Meu, e altre a Plumieux La Chèze (dove restaura un’antichissima cappella in rovina dedicata alla Madonna della Pietà). Nelle città dove si svolgono le missioni, i più poveri sono sempre i preferiti e, per loro, anima numerose iniziative a fine di soccorrerli, come, ad esempio, il pranzo popolare a Dinan.

Non riesce tuttavia ad adattarsi pienamente alle abitudini poco dinamiche del gruppo e decide di lasciarlo per andare a Saint-Lazare, appena fuori di Montfort-sur-Meu, in compagnia di due Fratelli coadiutori che si erano uniti a lui. Vi trascorre quasi un anno, intento all’insegnamento del catechismo alle persone che visitano l’antico priorato e alla formazione dei due Fratelli alla vita comunitaria. Passato l’anno parte per lavorare nella diocesi di Nantes.

Predica missioni in città e dintorni per due anni, e quasi tutte hanno un grande successo e numerose conversioni. La fama del missionario si propaga ovunque e la gente semplice comincia a chiamarlo "il buon Padre di Montfort". Per prolungare i frutti spirituali del suo lavoro e incoraggiare le persone a rimanere fedeli alla rinnovazione delle promesse battesimali, fonda confraternite e associazioni, e costruisce memorie tangibili delle missioni stesse: grandi crocifissi o, come a Pontchâteau, un calvario gigante, monumento all’amore di Dio, al quale hanno collaborato migliaia di persone.

Ma proprio questo Calvario doveva causargli molta sofferenza. La vigilia del giorno dell’inaugurazione, il vescovo ne proibisce la benedizione perché gli avevano detto che il re ne aveva ordinato la demolizione. In realtà, questa triste storia della demolizione per ordine del re era il risultato della gelosia e di una meschina vendetta; sembra che il vescovo non potesse fare altro che frenare gli "eccessi" di questo prete straordinario. Giorni dopo gli proibirà anche di predicare nella sua diocesi. Benché non sia l’unico, questo avvenimento è forse il più incomprensibile e duro per Luigi Maria, che però scorge anche qui un invito a condividere la Croce di Cristo. Non si lascia scoraggiare da questa prova, al contrario, si sente stimolato alla riflessione e alla meditazione, e consegna i suoi sentimenti a un piccolo scritto: La "Lettera agli Amici della Croce".

Non gli era stato proibito ogni ministero nella Diocesi di Nantes, tuttavia era evidente che se voleva continuare a predicare doveva rivolgersi altrove. Invitato dal vescovo di La Rochelle, lascia Nantes nel 1711 e inizia l’ultimo periodo della sua vita, in cui predicherà missioni nelle diocesi di La Rochelle e Luçon nella regione chiamata "Vandea Militare".

I cinque anni prima della morte, avvenuta nel 1716, sono molto intensi per Luigi Maria. Costantemente occupato a predicare missioni, si sposta a piedi da un luogo all’altro. Nonostante ciò, trova il tempo per scrivere: il "Trattato della vera devozione alla Santissima Vergine", il "Segreto di Maria", le "Regole della Compagnia di Maria" e delle "Figlie della Sapienza" e numerosi "Cantici" , che usava nelle missioni facendoli cantare al popolo su melodie dell’epoca. Intraprende due lunghi viaggi, uno a Parigi e l’altro a Rouen, tentando di trovare dei candidati per la sua "Compagnia di Maria" che, mentre la sua vita volge al termine, sogna sempre più spesso. Ogni tanto si ritira in luoghi tranquilli e isolati, o nella Foresta di Mervent o nel piccolo "eremo" di Sant’Elia vicino a La Rochelle.

Le sue missioni hanno una grande influenza, soprattutto in Vandea. Si è detto che una delle ragioni, che hanno mantenuto gli abitanti di questa regione fortemente opposti alle tendenze antireligiose e anticattoliche della Rivoluzione Francese, 80 anni più tardi, è stata la loro fede illuminata dalla predicazione di san Luigi Maria. Trova però molte difficoltà a persuadere altri sacerdoti a unirsi a lui per lavorare con lui come membri della Compagnia di Maria. Finalmente, durante l’ultimo anno, due sacerdoti, René Mulot e Adrien Vatel, si uniscono a lui, più tardi anche alcuni Fratelli, che l’aiuteranno durante la missione, faranno parte del gruppo.

Il vescovo di La Rochelle, Mons. Etienne de Champflour, rimarrà sempre un grande amico per il Montfort anche quando molte persone continueranno ad opporsi o, peggio, attenteranno alla sua stessa vita. Con l’appoggio del vescovo fonda le scuole di carità per i bambini poveri di La Rochelle e invita Maria Luisa Trichet e Caterina Brunet, che da dieci anni aspettavano pazientemente a Poitiers, a venirgli in aiuto. Finalmente anche loro fanno la professione religiosa e cosi nasce la congregazione delle "Figlie della Sapienza". Ben presto molte altre sorelle si uniranno a loro.

Nell’aprile 1716, sfinito dal lavoro e dagli stenti, Luigi Maria, arriva a Saint-Laurent-sur-Sèvre per iniziare la predicazione di una missione: sarà l’ultima. Cade ammalato durante la missione e muore il 28 aprile. Le sue ultime parole furono: "Invano mi tenti! Sono tra Gesù e Maria. Deo gratias et Mariae! Non peccherò più". Migliaia di persone accorrono ai suoi funerali nella chiesa parrocchiale e poco dopo si sparge la voce che sulla sua tomba accadono miracoli. I due sacerdoti della Compagnia di Maria, i padri Mulot e Vatel, si ritirano a Sain-Pompain insieme con alcuni Fratelli e solo due anni più tardi riprenderanno l’opera tanto cara a Luigi Maria: la predicazione delle missioni.

Nel 1888 Luigi Maria viene beatificato da Leone XIII, e nel 1947 è canonizzato dal papa Pio XII. Le Congregazioni che ha dato alla Chiesa, la Compagnia di Maria, le Figlie della Sapienza e i Fratelli di San Gabriele (congregazione che si è sviluppata dal gruppo di Fratelli riuniti da San Luigi Maria), crescono e si propagano prima in Francia e poi in tutto il mondo. Esse continuano a testimoniare il carisma di San Luigi Maria, prolungando la sua missione, che è di stabilire il Regno di Dio, il Regno di Gesù per mezzo di Maria.

Perché questa vita così per esteso. Ma non sembra uguale a quella di Pietro, Paolo,Giacomo, magari anche Stefano, i seguaci di Gesù. Se andassimo a confrontare le vite dei Santi tutte recano una somiglianza tra loro: la croce.

Ecco dove si forma il Santo, nella Croce dell’apostolato. Inutile richiamare il Vangelo che abbiamo più volte citato per identificare meglio l’uomo che sceglie di servire il Signore. Molte volte si incammina da solo, mai capito dalla materialità del mondo, ascoltato da poveri e semplici, combattuto ad iniziare da compagni di cammino che fanno poco spazio alle rinuncie, a Gesù, allo Spirito Santo. Grazie Monfort perché aggiungi la tua vita a quella di chi rinunzia a se stesso per servire il Signore. Grazie per averci lasciato le tue opere e quello splendido trattato di “Vera devozione a Maria”.

Tu insegni che per arrivare a Gesù bisogna passare dal Cuore Immacolato di Maria e dal Suo Amore Misericordioso. Nel 2000 io aggiungo :L’amore di Maria guida la Santità dell’uomo. Ma anche tu Luigi Maria di Monfort sei uno splendido esempio da imitare per

servire il Signore. Arriverei a mille pagine se volessi citarli tutti, ma tu rappresenti anche quelli che non ho citato. Grazie. 

S.GIOVANNI BOSCO

Nacque a Castelnuovo d'Asti (TO) nel 1815. Dopo una dura fanciullezza, venne ordinato sacerdote e si dedicò con tutte le sue energie all'educazione dei giovani. Fu per loro padre e guida alla salvezza, usando il metodo della persuasione e dell’amore, pensando più a prevenire che a reprimere. Il suo metodo educativo ed apostolico è ispirato ad un umanesimo cristiano ed evangelico sul modello di San Francesco di Sales. Diede vita a numerose opere tutte rivolte ai giovani, ma soprattutto fondò la Pia Società di san Francesco di Sales e e insieme a santa Maria Mazzarello, le Figlie di Maria Ausiliatrice. Tra le sue opere letterarie, numerosi libri di cultura religiosa. Morì a Torino il 31 gennaio 1888.

Giovannino, il ragazzo del sogno, quei lupi che nel suo sogno si tramutano in pecorelle. Noi oggi siamo pieni di libri, riviste, televisione, Internet e molti di noi non ci sentiamo chiamati perché non abbiamo avuto sogni premonitori.

Io penso che in alcuni ci saranno stati ma molti di noi siamo rimasti incantati dalle scelte di alcuni uomini magari visti anche attraverso un film o letti su qualche libro. E Giovanni Bosco è uno che ha lasciato il segno . Magari nella ricchezza dei salesiani di oggi certamente molto forte ma il segno che ha lasciato Giovannino è quello di “aprire un Oratorio”. Si parte con una piccola casa Pinardi e si accolgono i giovani e nel frattempo con l’aiuto della comunità prepari gli animatori ma non con chissà quali libri ma solo ed essenzialmente con il Santo Vangelo. Se il Monfort ha fatto un elenco dei vari tipi di devoti di Maria, potrei fare un esempio di vari tipi di animatori di Oratorio. Il modello per poter essere un vero animatore di Oratorio è uno solo Gesù. Un Gesù un po’ ritoccato dalle esigenze del 2000 quanto a sport e socializzazione, ma aggiungiamo solo questo al Gesù dei Vangeli.

L’animatore di oggi dovrà chiamarsi Gesù ed il miracolo sarà quello di imitare Cristo nel condurre i giovani al Padre. Ricordare le parole di Gesù quando si estranea dal mondo, seppur bambino, per fare la volontà del Padre Suo.

Oggi il mondo non è come la Torino del 1800 e l’esigenza dell’Oratorio si limita al Cortile che accoglie il ragazzo nel pomeriggio o la Domenica.

Accogliamolo nella casa di Gesù, facciamogli un look da vero cristiano e ridoniamolo al mondo, sano, pronto alla vita e testimone del Vangelo.

Grazie a Giovannino Bosco e facciamo sorridere le Parrocchie animandole, come Gesù e nel nome di Gesù, per fare vedere come Gesù è gioia, amore,disponibilità, ascolto, gioco, hobby, il vero compagno della vita quotidiana colui che ti insegna a riconoscere il proprio fratello ed amare il prossimo, colui che vuole fare di te uno “Strumento della Sua Pace”.

PREGHIERA SEMPLICE DI OGGI (G. Scarpino)

 GESU’ buono, aiutaci a pregare affinchè possiamo amare Dio e conoscerlo,partendo dalle cose più semplici e da tutto ciò che ci circonda nella vita di ogni giorno, come fecero San Francesco e Santa Chiara d'Assisi privandosi di tutte le loro ricchezze.

   Il vivere in semplicità, in umiltà, nella bontà, accontentandoci di quello che abbiamo, aiutando il prossimo e volendo bene, ci fa sentire vicino a Te.

   La Terra che ci dà i frutti, l'acqua che ci disseta, il sole che ci riscalda, la luna che ci illumina, a pioggia che ci ristora, il freddo che ci solleva, tutto viene da Dio. Ma anche i muri di questa Chiesa sono fatti di mattoni di misera sabbia dono di Dio; la carta che leggiamo ed i banchi dove sediamo vengono dal legno degli alberi, dono di Dio; i marmi dell'altare, del pavimento, vengono dal cuore della montagna, dono di Dio; i vestiti che portiamo sono fatti di tessuto di animali donatici da Dio anche per sfamarci; le loro pelli ci rivestono i piedi con calzari; il pane che mangiamo viene dal grano che è un dono di Dio. Signore se riflettiamo su tutto ciò che ci circonda vediamo che tutto viene dall'Altissimo. Come siamo ciechi talvolta nel  non volerLo riconoscere in tutte le Sue opere.

che la nostra fede abbia le radici nelle bellezze del creato e nelle cose più semplici che danno a tutti gli uomini la vita ed i mezzi per sopravvivere a lungo,SIGNORE, NOI TI PREGHIAMO!

 

IL DISCORSO DELLA MONTAGNA

Alla vista delle folle Gesù salì sul monte e,come si fu seduto, si accostarono a lui i suoi discepoli. Allora aprì la bocca per ammaestrarli dicendo :

Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.

Beati quelli che piangono, perché saranno consolati.

Beati i miti, perché erediteranno la terra.

Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati.

Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia,

Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.

Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.

Beati i perseguitati a causa della Giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insulteranno e perseguiteranno e diranno di voi ogni sorta di male a causa mia: rallegratevi ed esultate, poiché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così del resto perseguitarono i profeti che erano prima di voi.. (Matteo 5,1-18)

Don Pino per questo Tempo di Avvento ci ha consegnato come tema di studio e riflessione il Santo Vangelo. E come non aprire subito il Vangelo di Matteo e studiare le Beatitudini riflettendoci sopra.

Due i protagonisti principali: un gruppo di poveri in Spirito, piangenti, miti, quelli che hanno fame e sete di giustizia, misericordiosi, puri di cuore, operatori di pace, perseguitati a causa della Giustizia, insultati e perseguitati o destinatari di ogni  male a causa di Gesù.

Un altro gruppo fatto di arroganti, presuntuosi, lussuriosi, menefreghisti, maldicenti, persutori fisici e morali. L’attesa di Gesù pur non essendo tempo di penitenza e sicuramente tempo di riflessione.

Apriamo il Vangelo, facciamo un buon esame di coscienza e leggiamo. Poi ci chiederemo : “Io da che parte stò ? Da che parte voglio stare ? Come ci voglio stare ? Desidero cambiare ?”

“Signore tu hai parole di vita eterna”

La nostra comunità che vive già dei momenti bellissimi cercando di servire il  Signore è chiamata a riflettere affinchè costruisca la casa della fede sulla roccia per sentirsi forte e degna di stare nella Casa di Gesù accanto a lui, sempre.

Dice ancora Gesù : “Voi siete il sale della terra; ma se il sale diventa insipido con che cosa si potrà dare sapore ai cibi? A null’altro sarà più buono, se non ad essere gettato via e calpestato dalla gente.

Voi siete la luce del mondo; una città posta sopra un monte non può restare nascosta. Nemmeno si accende una lucerna per metterla sotto il moggio; la si pone invece sul candelabro affinchè faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Risplenda così la vostra luce davanti agli uomini, affinchè vedendo le vostre opere buone, glorifichino il Padre vostro che è nei cieli.” (Matteo 5.13-16)

Gesù in questo tempo di Avvento continua a chiamarci . Egli ci vuole luce del mondo ma per poter essere tali dobbiamo risplendere di luce vera, dobbiamo eseguire la volontà di Dio.

Gesù: Chi dunque scioglierà uno di questi precetti, anche minimi, ed insegnerà agli uomini a fare altrettanto,sarà considerato minimo nel regno dei cieli; chi inveceli metterà in pratica ed insegnarà a fare lo stesso,questi sarà considerato grande nel Regno dei Cieli.

Vi dico infatti che, se la vostra giustizia non sorpasserà quella degli scribi e farisei, non entrerete nel Regno dei Cieli.

Avete inteso che fu detto agli antichi : Non ucciderai; infatti chi uccide è sottoposto al giudizio. Io invece vi dico : chiunque si adira con il suo fratello sarà sottoposto al giudizio. Chi dice al suo fratello stupido, sarà sottoposto al Sinedrio. Chi dice : pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. Se dunque tu stai per deporre sull’altare la tua offerta e là ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia la tua offerta davanti all’altare e va prima a riconciliarti con tuo fratello; dopo verrai ad offrire il tuo dono.Mettiti d’accordo con il tuo avversario subito, mentre sei per la via con lui, affinchè l’avversario non ti consegni al giudice, il giudice al carceriere e tu sia gettato in prigione.

In verità ti dico : “ non uscirai finchè non avrai pagato fino all’ultimo quadrante.” (Matteo 5.19.25)

Continua la Catechesi in questo tempo di Avvento ed alla vigilia di Natale arriva il monito di Gesù che parla sulla montagna. Gesù ci dà una prima indicazione di chi entrerà nel Regno dei Cieli. Prende lo spunto dai buoni insegnamenti e da chi non uccide specificandone le varie “sottocategorie”. La Vita umana è sacra e l’uomo è Tempio dello Spirito Santo. Basta aprire il Nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica che al paragrafo 2258 ci parla del V° Comandamento : non uccidere . Al n. 2268 parla dell’omicidio volontario, condannandolo, così come fa per l’aborto, per l’ eutanasia (2276), per il suicidio (2280) e per il rispetto della vita altrui (2284) considerando lo scandalo l’atteggiamento o il comportamento che induce altri a compiere del male . Chi scandalizza può trascinare il proprio fratello alla morte spirituale : “Chi scandalizza uno solo di questi piccoli ,sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata d’asino, e fosse gettato negli abissi del mare (Mt 18,6).

Gesù rimprovera lo scandalo agli scribi e farisei : li paragona a lupi rapaci in veste di pecore (Mt 7,15) . Il nuovo catechismo fa rientrare nel peccato non uccidere il rispetto della salute (2288), compreso l’uso della droga, l’abuso di cibi ,alcol, tabacco, medicinali (2290) . Il trapianto di organi senza consenso, i rapimenti, la presa di ostaggi, tortura etc sono anche qui ricompresi (2297).

Richiamando il comandamento “Non uccidere” (Mt 5,21), Nostro Signore chiede la pace del cuore e denuncia l’immoralità dell’ira omicida e dell’odio . L’Ira è desiderio di vendetta, l’odio è contrario alla carità. Il rispetto e lo sviluppo della vita umana richiedono la pace , pace intesa come “tranquillità dell’ordine , frutto della giustizia ed effetto di carità .”La pace terrena è immagine e frutto della pace di Cristo . Cristo è la nostra Pace (Ef 2,14) e proclama “beati gli operatori di pace “ (Mt 5,9) . Anche la maldicenza e la calunnia offendono le virtù della gistizia e della carità poiché è da bandire qualsiasi parola o atteggiamento , che , per lusinga, adulazione o compiacenza , incoraggi e confermi altri nella malizia dei loro atti e nella percersità della loro condotta (2479 – 2480). Bandita la menzogna, essi hanno deposto ogni malizia e ogni frode ed ipocrisia, le gelosie ed ogni maldicenza ( 1 Pt 2.1) . Conviene leggere attentamente il Vangelò e seguire i discepoli di Gesù. (continua)

Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha gia commesso adulterio con lei nel suo cuore.

Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna.

Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.

Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno.

Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guanciadestra, tu porgigli anche l'altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. Dà a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle.

Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.

 

LETTERE ALLA COMUNITA’

 "Poichè stretta è la via ed il sentiero ed angusta la porta per la quale ci si

incammina e si entra nella vita, pochi sono quelli che la percorrono e vi

entrano e se pure vi sono di quelli che per un poco di tempo vi camminano,

pochissimi perseverano in essa.Beati però quelli cui è concesso di

camminare per questa via e di perseverarvi fino alla fine."

(dal"TESTAMENTO" di Santa Chiara)

Lamezia Terme lì 8/9/97

A tutti gli animatori e gli aspiranti animatori dell'oratorio BEATO FRASSATI

Carissimi amici, dopo aver passato insieme gli anni 1996 servendo Nostro Signore Gesù Cristo facendo vivere giornate intense di animazione e sport ai giovani della Parrocchia, vicino la Sua casa, ci apprestiamo ad iniziare un nuovo anno che ci regalerà ancora più soddisfazioni dei primi due

Nell'anno iniziale abbiamo certamente dato tutto e con l'aiuto del Signore abbiamo superato difficoltà economiche ed organizzative,cercando di portare un servizio utile alla comunità ed ai giovani della stessa consapevoli che fino a due anni fa  nessuno di noi aveva avuto una esperienza così importante e delicata. Dopo due anni di attività di oratorio,svolti in sintonia con l'attività di Parrocchia e di ACR ed il Centro Sociale Beato Frassati possiamo dire che i risultati sono stati alla fine soddisfacenti.

Lo testimonia il cortile che pullula di giovani che hanno scelto di vivere con Gesù Cristo facendo parte della famiglia di San Raffaele ed in particolare del nostro Oratorio.

Un oratorio che fa vivere questi giovani nella casa di Gesù,che li fa crescere culturalmente, moralmente, fisicamente e, questo è importante, spiritualmente.

"Il Signore ci ha fatto e noi siamo Suoi !"; giorno dopo giorno animatori e giovani di oratorio non dovranno mai dimentare queste parole.Allora ricominciamo un nuovo anno,un anno che ci auguriamo ancora più bello ed intenso dei primi due.Ci auguriamo di far crescere bene tanti giovani,di avvicinarli sempre più a Gesù Cristo tenendo vivo per loro l'esempio di San Domenico Savio e per noi quello di San Giovanni Bosco e di Mamma Margherita.In cambio non chiederemo nulla perchè la nostra esaltazione non sarà la riconoscenza per l'attività che faremo ma il sorriso e la gioia del giovane che guideremo sulla strada giusta e lo avvicineremo sempre più a Cristo ed ai suoi insegnamenti.

Preghiamo dunque il Beato Pier Giorgio Frassati che sappia sempre illuminarci con il suo esempio di amore e di dedizione;preghiamo S.Francesco e S.Chiara che ci sostengano in un lavoro intenso e ci facciano sentire sempre ultimi nel donarci al prossimo imitando ed amando Cristo povero ed umile;preghiamo Sant'Agostino e San Paolo,affinchè le loro conversioni possano essere da stimolo a tante persone che ora errano nel buio e che nell'amore di Cristo e nel volontariato possano rinascere a nuova vita e far sorridere i propri cuori.Vorremo seguire le parole di San Paolo:" offrendo i nostri corpi come sacrificio vivente,santo e gradito a Dio,non conformandoci alla mentalità di questo secolo,ma trasformandoci,rinnovando la nostra mente,per poter discernere la volontà di Dio,ciò che è buono,a Lui gradito e perfetto."

 Ci affidiamo inoltre alla Vergine Maria affinchè preghi per la nostra opera e faccia di noi tante"anime che magnificano il Signore che ha guardato l'umiltà dei Suoi servi".

 

 

 LETTERA INIZIO ANNO ORATORIO

Carissimo Don Pino, amici della dirigenza, atlete e voi tutti presenti, sento il dovere di dirvi poche parole come Direttore Laico dell’Oratorio e promotore di questa realtà della Pallavolo Parrocchiale.

Lo scorso anno proprio in questi giorni eravamo alle finali Nazionali ANSPI e preparavamo una società forte in grado di poter primeggiare nella pallavolo lametina e calabrese. Abbiamo trovato molti sponsor, infoltito la dirigenza, allestito una buona squadra, con l’inserimento di atlete di altre società, allargato il settore allenatori, vinto il campionato di prima divisione ed il titolo provinciale Under 14.

Mese dopo mese abbiamo perso parecchi “pezzi” per strada, dirigenti assenti, allenatori dimessi, atlete nate in oratorio messe da parte. Si era creato un ambiente poco disponibile al dialogo, alla crescita delle ragazze, alla vita di oratorio e molte ragazze nate in parrocchia sono state costrette a mettersi da parte perché non “utili” alla causa della pallavolo agonistica. Abbiamo sempre cercato di evitare lo scontro diretto e preferito il silenzio nella testimonianza del Santo Vangelo.

Ed il Signore ci ha aiutati molto perché grazie alla nostra calma e pazienza , nel mese di Luglio, ha voluto riconsegnare alla nostra Parrocchia la prima realtà vera dell’Oratorio nato nel 1995 qui in contrada Scinà, rimettendo l’evangelizzazione dei giovani di Scinà attraverso la Pallavolo nelle mani piene di Don Pino, mie, di Aldo, di Pino, di Gabriella, di Marilena, Peppino, Filippo, Salvatore e Bruno, cioè il gruppo storico che aveva fatto nascere l’A.S.Pallavolo Frassati e che ora si può dire sia tornato completamente in possesso di questa splendida realtà.

Non nascondo che ancora ci stiamo leccando le ferite dopo il terremoto, ma la Pallavolo Frassati è di nuovo dei suoi dirigenti, del suo Oratorio, della sua Parrocchia, dei suoi parrocchiani.

Il lavoro svolto in questi anni ci ha molto ripagati sportivamente e se  la promozione in serie D è merito nostro solo in larga parte, i risultati dell’ANSPI , il titolo provinciale Under 14, la convocazione di Valeria Gatto nella rappresentativa calabrese, un vivaio fatto da centinaia di ragazze e l’organizzazione di tante attività tra cui il Beach Volley,  sono il frutto di un lavoro certosino e qualificato.

Ma la Pallavolo Frassati non è solo sport e la Cresima di quasi tutte le ragazze più grandi, il loro impegno in altre attività parrocchiali, le giornate al mare, la partecipazione alla Gita – ritiro Assisi Mirabilandia lo sottolineano.

Abbiamo rinunziato ad uno sponsor, ad ambizioni immediate, a dirigenti che ci aiutassero, a tecnici ed il Signore per intercessione del Beato Frassati, di San Francesco e Santa Chiara ci ha molto aiutati. Ringrazio molto anche Cinzia e le suore Clarisse Cappuccine che hanno sposato la nostra causa e stasera stanno ringraziando il Signore per quanto ci ha donato, un Signore che ha perdonato i nostri errori e che ci gratifica perché sa che noi “cerchiamo” ogni giorno di servirlo per  rispondere al Suo dono d’Amore.

Si ricomincia dunque dalle Mura di San Raffaele e si parte divertendoci e facendo sport “nel nome di Gesù “ per  stare insieme, gareggiare, magari vincere e testimoniare le scelte fatte affinchè l’uomo possa capire i veri valori della vita, innanzitutto Dio nostro Creatore, Gesù Cristo fattosi uomo e morto in croce per noi, lo Spirito Santo  nostro compagno di viaggio e consigliere costante e sempre presente nella vita quotidiana, e tutti noi possiamo trasmettere ai nostri ragazzi il messaggio più vivo che Cristo abbia potuto lasciare “ Ama il prossimo tuo come te stesso:”

Non è facile mettere in atto quanto dico ma prepariamoci per farlo e preghiamo affinchè molte persone che in questo anno sono state vicine alla Pallavolo Frassati possano capire che la vita non è solo “materia” ma specialmente “Spirito” e che non ci stiamo solo noi nel mondo, ma tante altre persone da amare e rispettare.

Dunque si riparte da questa serie D e dal gruppo storico delle atlete a cui chiedo di restare pieni di volontà di partecipare per poter vivere momenti belli di crescita, gioco, svago e sport. Si riparte con le persone che vedete intorno e che sono certo che hanno scelto l’impegno sociale perché vi vedono come quelle creature da amare e da seguire per favorire una vostra crescita sana attraverso lo Sport praticato in  Parrocchia. 

 

 

INIZIO ANNO

 Oggi 5/9/1999 del mese delle Sacre Stimmate di S.Francesco

Carissimo Don Pino

Ci apprestiamo ad iniziare un nuovo anno, il quarto,e sembra ieri che abbiamo iniziato partendo dal magazzino vicino alla Chiesa e dalle aule Parrrocchiali. Devo dire che l’esperienza fatta è stata bella e ci ha insegnato molte cose. Si è cercato di far tutto con spirito di dedizione,  senza esaltarci troppo, chi più chi meno dobbiamo dire di esserci riusciti.

La nostra famiglia, anno dopo anno, è cresciuta sempre di più ed ha avuto un’enorme crescita di giovani, di animatori e di dirigenti volontari. Tutte le organizzazioni parrocchiali ci hanno guardato con occhio interessato ed aiutato.

Ognuno di noi nei primi anni ha  certamente dato tutto e con l'aiuto del Signore abbiamo superato difficoltà economiche ed organizzative, cercando di portare un servizio utile alla comunità ed ai giovani della stessa e pensiamo di esserci un po riusciti visto che in fondo nessuno di noi proveniva da un Oratorio o aveva esperienza in questo campo.

Il cortile che pullula di giovani che hanno scelto di vivere con Gesù Cristo facendo parte della famiglia di San Raffaele ed in particolare del nostro Oratorio è una buona testimonianza. Poi c’è un gran numero di giovani iscritti a calcio e pallavolo, molti li abbiamo tesserati con la Pallavolo Lamezia.Tantissimi li  abbiamo inseriti nella comunità cittadina nel campo sportivo e sociale e la città guarda all’Oratorio Beato Frassati come una splendida realtà.

Gli iscritti ai corsi di pallavolo e calcio come dicevo, sono stati numerosi,.qualcuno proviene da altre parrocchie visto che specie la pallavolo si allena alla Scuola Media Pitagora. Tutti hanno svolto una discreta attività, ottenendo buoni risultati e testimoniando la presenza viva del Signore in molte circostanze, vedi le finali regionali e nazionali ANSPI ed il memorial Scarselletti e Sparti, oltrechè la festa del Beato Frassati 1998.

Nell volley/femm. abbiamo vinto il titolo regionale ANSPI di minivolley ed allieve e siamo diventati Vice Campioni d’Italia di Minivolley nelle finali di Cesenatico che ci ha visti arrivare quinti con le allieve; eravamo uno dei pochi oratori in mezzo a tante società sportive.

Sempre bravo il nostro coro. I ragazzi si impegnano tantissimo passando tante ore a provare per servire sempre meglio il Signore nel canto.

Il nostro motto continuerà ad essere: "Il Signore ci ha fatto e noi siamo Suoi !"

Tutti in Oratorio dobbiamo ricordare sempre: chi siamo, da dove veniamo, perchè siamo qui in Parrocchia, chi ci ha chiamati?

Ricominciamo un nuovo anno, un anno che ci auguriamo ancora più bello ed intenso dei primi, un anno che  dove ci incuriosisce e ci stimola la novità della nascita della vicina Parrocchia di San Giuseppe e l’arrivo accanto a noi di un Oratorio Salesiano, un Oratorio con il quale ci confronteremo per aumentare le nostre esperienze, magari imparare qualcosa da loro ma anche insegnare se necessario, tutto a maggior gloria di Cristo.

Da un confronto svolto a Cesenatico con altri cento oratori ANSPI d’Italia, il nostro è risultato se non il primo, sicuramente tra i primi del continente quanto ad organizzazione, idee, contenuti, attività, dirigenti d’oratorio, animatori, giovani, sponsor, rapporti con la Parroccchia, la Diocesi, il Comune, la Città. Questo ci riempie d’orgoglio assieme a tutto il movimento parrocchiale e ci fa ringraziare Gesù Cristo per tanta grazia concessaci e lo Spirito Santo per la luce e la forza donataci.

Il movimento c’è ma bisogna mirare più alla qualità che alla quantità. Consapevoli di tanta grazia ottenuta dobbiamo far nostre le parole di S.Francesco affinchè tutto il “polverone” cominci a fruttificare verso il Signore e queste parole le vorrei imparare a memoria:

“Incominciamo, fratelli,a servire il Signore Dio nostro,

perchè finora abbiamo combinato poco ! “

Ci auguriamo di far crescere i  giovani, di avvicinarli sempre più a Gesù Cristo, tenendo vivo per loro la presenza di Gesù, nel cortile, nelle attività, sui campi di gioco.

Le riunioni del lunedì sono state molto costruttive e  i rapporti con l’amministrazione comunale sono sempre più fitti così come i rapporti con le federazioni sportive e le società: a tutte queste iniziative bisogna però associarci Cristo affinchè ci tenga lontano dalle tentazioni, dal male, dalle ipocrisie, dalle incomprensioni.

Pur ringraziando Antonio, Angelica e tanti altri, dobbiamo ridare vita al giornalino, magari affidandolo ad una rappresentanza delle attività parrocchiali sotto  la guida di qualche insegnante che abbia del tempo e coordini tutto(forse nel doposcuola).

L’Oratorio  dovrà cercare di essere vocazionale, a partire dai dirigenti e dagli animatori; Il Signore sempre presente in tutto ciò che facciamo, perchè lo scorso anno, per i troppi impegni, spesso ci siamo dimenticati del nostro “Datore di Lavoro”.

Vorremmo riprendere quest’anno alcune attività come Chitarra, Pattinaggio, Cineforum, ma abbiamo bisogno di un quasi obbligo per tutti, la preghiera, magari a sera, nel vespro e per i dirigenti ogni mese, magari col gruppo di Padre Pio; e poi uno sguardo agli anziani ed agli ammalati, per dare un contributo alla Parrocchia e per farci sempre più ultimi come vuole Gesù.

Comunque la felicità regna in me e spero in tutti coloro che mi aiutano. Spero che tutti capiscano il mio modo di guidare l’Oratorio alla luce del sole, affidandomi alla provvidenza  nel cercare  totalmente di fare la volontà del Signore.

Contento di averti come compagno d’avventura, invito tutto l’Oratorio a pregare per te e le iniziative che Gesù saprà suggerirti e guidato dall’occhio benevolo del Frassati, di Francesco, Chiara e della Vergine Maria, ti saluto nel Signore,    ,

 

Lamezia Terme 23-3-2000 DALLA LETTERA DI DIMISSIONI DA ALLENATORE

Ill.mo Sig.Presidente

Cari amici dirigenti e consiglieri

 

Vi comunico che da oggi 23 Marzo 2000 non sarò più l’allenatore delle squadre finora da me allenate e dirette.

Questa mia decisione è frutto di una lunga riflessione ed anticipa di un mese e mezzo quella che sarebbe dovuta essere la mia uscita definitiva dal ruolo tecnico di questa società.

I motivi come ben sapete sono essenzialmente da ricercare negli impegni che mi attendono con l’apertura delle nuove sale parrocchiali e quindi del nuovo oratorio “CASA CHE ACCOGLIE”che ben cinque anni fa ebbi l’onore di fondare assieme al mio caro Don Pino.

In Quaresima debbo inoltre riprendere gli impegni missionari da assolvere con animo sereno per servire meglio il Signore. Aggiungiamo anche che entriamo nel periodo forte di preparazione alla Cresima e la mia testimonianza come educatore morale-religioso di molti ragazzi,tra cui molte nostre atlete,non va di comune accordo con un impegno tecnico finalizzato al risultato ed all’agonismo puro.

E’ necessario dunque che mi metta da parte ora anche per dare il tempo giusto alla dirigenza di iniziare la programmazione del nuovo anno ed a farsi parte diligente affinchè chi ha tempo a disposizione e passione,si rimbocchi le maniche e faccia crescere sempre di più questa splendida realtà.

Restare a mezzo servizio sarebbe stato deleterio per me e soprattutto per la squadra impegnata a raggiungere vari risultati. Come ben sapete inoltre le mie intenzioni non erano quelle di allenare e ritengo sia giusto una cosa non farla per niente anziché farla male o “passare” che non si è capaci.

Son contento di lasciare in un momento in cui la squadra di prima divisione è nettamente prima in classifica e siamo in corsa per la finale provinciale Under 14 .

Sono certo con questa decisione di riprendere un rapporto sereno con le ragazze della squadra e trattarle da amiche ed allieve e non solo da un rapporto tecnico-giocatrici .

Spero di essere più utile in una maggiore serenità e giusto per spirito francescano sono felice di non potermi inorgoglire per dei risultati che fra poco sono certo che si realizzeranno.

Questo voglio offrire a Gesù Crocifisso in questa Quaresima, vi ringrazio cordialmente e vi chiedo di pregare affinchè con la riapertura dell’oratorio nelle nuove sale, nella nuova Casa che accoglie, molti giovani vengano avviati sulla strada giusta della vita.

Penso infine che non farmi vedere in palestra sia una scelta saggia per evitare stati d’animo strani che potrebbero influenzare il raggiungimento della promozione, almeno per le prime settimane.

Vi saluto cordialmente, cercherò di aiutarvi nel lavoro dirigenziale, e se avete bisogno di me sapete dove trovarmi, anzi venitemi a trovare, perché quella casa oltre che i giovani accoglierà anche voi. Vs Giampiero

 

 

Al Consiglio pastorale della Parrocchia di San Raffaele.

Al Rev. Parroco Don Pino Angotti.

Alle tutte le realtà dell’Oratorio Beato Frassati

 

Inizia un nuovo anno per l’Oratorio Beato Frassati e come direttore laico mi accorgo della voglia di servire che c’è in parecchi volontari che hanno dato la loro disponibilità a lavorare sui progetti 2001 della bella struttura creata all’interno della Parrocchia sei anni fa.

Non è stato facile partire perché la realtà più grossa ed all’esterno più nota,l’A.S.PALLAVOLO FRASSATI  ha corso il rischio di andar via dalla realtà parrocchiale per colpa di una serie di circostanze che non vedono interessati gli attuali dirigenti e tecnici.

Con l’aiuto del Signore siamo riusciti a salvare questo bel movimento e ci si allinea ai nastri di partenza del nuovo anno con tanta voglia di fare : il Doposcuola,affidato quest’anno solo a volontari, le scuole di Pattinaggio, Ginnastica, Balli Sociali, altre varie attività e poi la Pallavolo con la serie D femminile che esordirà Domenica prossima a Rogliano e oltre 100 ragazzi impegnati nell’attività giovanile. Anche il Calcio si sta dando una struttura interessante con giovani-adulti che partecipano al campionato di terza categoria ed un vivaio che va a decollare con alcuni tecnici volontari impegnati. Dovrebbe ritornare nelle nostre case il giornalino Parrocchiale e tramite l’ANSPI si dovrebbero creare nuovi animatori oltre che un movimento che favorisca la nascita di nuovi Oratori nella regione.

C’è da dire che per scelta la società  Pallavolo Frassati, anche se aveva necessità,non ha voluto vendere il nome agli sponsor per poter testimoniare meglio il Signore con un biglietto da visita dove risulta A.S.PALLAVOLO FRASSATI (Per la cronaca è sul sito Internet in www.lameziasport.com.)

Ma dopo sei anni  il gruppo deve  qualificarsi, dal “capo” all’ultimo della cordata.

I risultati , specie quelli agonistici, non servono a nulla se l’Oratorio non apre le porte in maniera decisa ed accoglie giovani e meno giovani disposti ad “aprire le porte a Cristo”.

Il Signore ci ha aiutati nelle scelte, ci ha aiutati ad avere pazienza, ad essere coerenti con le nostre intenzioni nel servizio e pazienti nella Sua provvidenza. Ora tocca a noi.

L’Oratorio non è mio, non è nostro, ma è di Gesù.

Lui l’ha voluto, è lui che dobbiamo seguire.Le attività ci sono e ci stanno tutte perché tutti potranno dire “vado in Oratorio, gioco in Oratorio !” Ma il vero significato di queste parole deve venir fuori :

“Oratorio è fare una scelta, vivere il quotidiano nella casa di Gesù, vivere e, se sei capace, trasmettere il Vangelo.”

 In sei anni abbiamo fatto tutte le esperienze possibili, belle e brutte, buone e cattive, egoiste e non.

Il Signore ci ha messo “bene” alla prova, molti siamo caduti , molti abbiamo resistito, ma dobbiamo fare in modo che sia evidente che questa potenza misteriosa viene da Dio e non da noi (s.Paolo).

Ora tocca a noi. La “Porta” dell’Oratorio deve essere come la “Porta Santa  Giubilare“; sempre aperta, sempre disponibile ad accogliere,  una “Porta” però capace di ammonirci nell’insegnamento di Gesù : “va vendi tutto, dallo ai poveri, varca pentito e convertito la Porta  e ,rinnovato nella vita, seguimi !”

Ed allora con addosso un semplice - ruvido saio francescano, svuotati di noi stessi e delle nostre cose, oltre che delle nostre ambizioni, potremmo veramente dire : In Oratorio il Signore si serve di noi per la Sua e non la nostra volontà.

Sarà l’anno più difficile dell’Oratorio l’anno della perseveranza a camminare nella via stretta (Matteo). Per questo chiediamo fin da questo Consiglio che si preghi perché varcando la Porta dell’ Oratorio possano nascere molte vocazioni che aprano la strada alle Santità calabresi  del 2000 sull’esempio del Beato Frassati, di Giovannino Bosco e Domenico Savio.

 Giampiero Scarpino

“Direttore” Laico dell’Oratorio Frassati


 

LETTERA A CINZIA SORELLA DELLE CLARISSE CAPPUCCINE

Cara Cinzia,

Siamo appena tornati a casa ed è mattina presto; tra poco ognuno riprenderà la sua attività,tranne Paola ancora convalescente. Personalmente torno a casa dopo una esperienza bellissima, una settimana dove ho ritrovato la fede, la tranquillità, la serenità d’animo, la voglia di pregare, la famiglia. Una settimana che è servita per mettere le cose a posto e ricreare quella scaletta dentro di noi che spesso sembra la scala della torre di Babele.

E con grande gioia che ti dico di essere riuscito ad installare sul gradino più alto di questa scala Nostro Signore Gesù Cristo. Sentivo forte il bisogno di ricollocarlo in alto, nel posto che gli spetta di diritto; ora il difficile sarà mantenerlo ma confido nell’aiuto dello Spirito Santo per riuscire nell’intento. Sul gradino più alto cercherò di tenervi anche il prossimo e cercare di fare ogni giorno un po’ di bene. Scendendo un po’ più sotto la famiglia ed il suo inserimento costante in una vita di carità da soli o al fianco dei fratelli più sensibili della comunità, quelli che hanno avuto una luce ed in questa luce camminano. Bisognerà pregare molto affinchè si continui a camminare “per la via stretta” e dovremo pregare per tutti coloro che ci stanno al fianco e che cercano di camminare per questa via senza rinunciare però a pericolose distrazioni. Santa Chiara ci ha insegnato che la semplicità e la povertà ci servono per non dare mai al peccato la possibilità di aggredirci e noi questo dovremmo fare.

Dopo questi gradini, che paragonerei ad un podio olimpico, viene il resto da tenere lontano se ci provoca tentazioni e distrazioni. Con tanta gente che ha bisogno di noi penso che sia giusto offrire la propria vita per i fratelli nella contemplazione di Nostro Signore e nella preghiera sincera e costante.

In questi giorni ho riprovato l’emozione di servire a qualcosa, come se dall’alto venisse riposta una nuova fiducia in me che sono riuscito in pochi giorni a risentire l’amore infinito di Dio. Questa necessità di pregare, di isolarmi, di contemplare tutto ciò che mi portasse al Signore attraverso la Beata Vergine Maria, San Francesco e Santa Chiara è stato di una bellezza infinita. Alzarti presto al mattino per andare a pregare ti fa sentire Servo di Dio, come qualcuno che vuole stare nel cerchio dell’Altissimo ed aspetta che Questi possa servirti di te. Ho già provato questa forte emozione negli anni dell’affidamento al Signore, quando scoprii la preghiera ed iniziai quel cammino che doveva portarmi in Oratorio. La Pasqua del Giubileo mi ha riconsegnato quest’emozione. Io, la mia famiglia, la città che più amo, Assisi,Francesco, Chiara, Maria e Gesù. E poi, forte di quest’esperienza, l’incontro con quella luce infinita che irradia “Sorella Cinzia” da quella “Fortezza di fede” che è il Monastero Clariano dove stai costruendo la tua nuova vita su quella roccia che mai più  farà cadere la tua nuova casa.

Da oggi inizierà il tran-tran di ogni giorno, quella vita confusa piena di ostacoli,contraddizioni, confronti. Mi ci ritufferò con la certezza che Cristo è risorto e vuole che anche noi risorgiamo da questa vita di peccato, che ci scuotiamo da questo fiume in piena che Don Alberione si chiede dove voglia andare, che ci aggrappiamo a quel ramo che ci vuole  salvare. Bisogna che almeno una volta al giorno il mondo si fermasse e tutti alzassimo gli occhi al cielo e volgessimo al Signore che ci ha creati Canti ed Inni di gioia e di ringraziamento. Santa Chiara in punto di morte ringraziava il Signore per averci creati ed io a questo splendido ringraziamento aggiungerei quel versetto di più salmi che dice : “ salvaci dagli empi “… come a dire preservaci dal peccato, da questo fiume di uomini senza giudizio.

Essere di Dio e trovare la giusta collocazione nella vita di ogni giorno grazie alla luce dello Spirito Santo.

Riprendo a scriverti nel pomeriggio dopo essere stato in ufficio ed aver tolto un po’ di lavoro ad una collega sopraffaticata. I momenti più belli della mattinata l’essere riuscito a recitare un Santo Rosario nel viaggio di andata ed uno al ritorno,con la coroncina che ti ho mostrato a Roma. Sono contento che sei stata contenta di averci visto. Non so se ti rendi conto che Speedo per ben due volte è entrato in un Monastero di Clausura. Tra poco sarà Santo Speedo “protettore dei cani”. Gabriella, Paola ed Ale erano superfelici di averti visto. Sono contento che Paola ed Ale hanno ripreso a pregare con la preghiera delle ore e Paola ha voluto parlare un po’ con me delle differenze sostanziali tra le varie suore. Non ti nascondo che sarei supercontento se scegliessero la strada vocazionale.

Abbiamo provato a telefonarti prima di partire ma era sempre occupato (dalle 10 alle 11).

Non avevo il numero e l’ho cercato sull’elenco di Roma alla voce “Monache”. Ero andato a cercare alla voce “suore”, ti consiglio, se hai tempo, di cercare anche tu, ne troverai dai nomi più impensati.

Quando animo i gruppi parlo spesso dei tanti ordini di suore che esistono al mondo ma non mi aspettavo di trovare di tutto; se vuoi prova a vedere!

Alle 13 ho visto Don Pino davanti la parrocchia, era con “Pippo” oramai divenuto un “vitello” . Mi ha chiesto com’era andata ed abbiamo parlato anche di te.

Gli ho detto del Monastero e mi ha detto che qualcosa si sta muovendo. Da parte mia gli ho accennato alla terra di Amantea. A casa abbiamo un po’ di eventuali progetti e si è propensi per donarla se servirà a costruire il Monastero (almeno i 4.500 mq di Gabriella).

Fammi sapere se la cosa interessa veramente (specie la costruzione del Monastero), in questo caso ci riuniremo per prendere una decisione definitiva coinvolgendo anche la sorella di Gabriella per l’altra metà. Sono felicissimo se tutto ciò servirà a farti venire in Calabria, a due passi da casa, con l’incarico di Madre Badessa. Io penserò a fare il “custode” ed a provvedere alle vostre necessità come facevano i frati quando a San Damiano abitavano Chiara e le “povere dame“. L’idea ti sembra buona?

Questa sera c’è consiglio pastorale e vedrò tua madre ;provvederò a salutartela.

Stavano rullando il terreno e per la settimana prossima dovrebbero asfaltare.

Cercherò di parlare con Don Pino per scambiare qualche opinione sul suo viaggio in Terra Santa ed il mio ad Assisi. Chissà se nascerà qualche progetto interessante.

Sono sempre più contento di non allenare più anche se Sabato (si gioca a Catanzaro Lido) ci potrebbe essere la nostra quasi certezza della promozione in serie D e questo mi fa piacere. Sai però quanta fatica mi è costato organizzare tutto questo e portare a livelli alti la squadra di pallavolo dell’Oratorio. Bisogna pregare il Signore affinchè tutto questo ben di Dio, anche in mia assenza, venga gestito bene, correttamente e con un po’ di spirito oratoriano.

Visto che ho ripreso ad avere tempo da dedicare alla comunità, chissà cosa mi riserverà il Signore. I progetti vocazionali sono sempre nella mia mente, pregaci sopra. Intanto Venerdì ci rincontreremo con i ragazzi che d’estate animeranno il villaggio “la Giungla”, dov’è Patrizia, e quello dove abito io.

Li ho visti entusiasti, speriamo bene! Affido le mie intenzioni , la comunità e la mia famiglia alle tue preghiere che so che sono prese in considerazione tantissimo dagli Angeli e dei Santi”.

Pregheremo anche per te affinchè il Signore ti sappia indicare la strada che dovrai percorrere ed un pensiero sarà rivolto anche alle tue consorelle. Molte volte penso a come il Francescanesimo sia entrato alla grande nella nostra comunità . Non so se ricordi la Coppa regalata ai frati di San Damiano ed il piatto d’Argento alla Clarisse di Assisi .Ora questo feeling con il Monastero che ospita una delle figlie  di “San Raffaele”.

“Che il Signore ti dia pace !”,sorella Cinzia; un abbraccio, un bacio, ed un saluto in nostro Signore Gesù Cristo, a presto,

Caro Don Pino,

Non poteva essere un Giubileo più bello quello strascorso da me e dalla mia famiglia nei luoghi cari a San Francesco e benedetti dal Signore.

Torno a casa dopo una esperienza bellissima, una settimana dove ho ritrovato la fede, la tranquillità, la serenità d’animo, la voglia di pregare, la famiglia. Una settimana che è servita per mettere le cose a posto e ricreare quella scaletta dentro di noi che spesso sembra la scala della torre di Babele.

E con grande gioia che ti dico di essere riuscito ad installare sul gradino più alto di questa scala Nostro Signore Gesù Cristo. Sentivo forte il bisogno di ricollocarlo in alto, nel posto che gli spetta di diritto; ora il difficile sarà mantenerlo ma confido nell’aiuto dello Spirito Santo per riuscire nell’intento. Sento forte il bisogno di collocare sul gradino più alto anche il prossimo  cercare di fare ogni giorno un po’ di bene. Scendendo un po’ più sotto la famiglia ed il suo inserimento costante in una vita di carità da soli o al fianco dei fratelli più sensibili della comunità, quelli che hanno avuto una luce ed in questa luce camminano. Bisognerà pregare molto affinchè si continui a camminare “per la via stretta” e dovremo pregare per tutti coloro che ci stanno al fianco e che cercano di camminare per questa via senza rinunciare però a pericolose distrazioni. Santa Chiara ci ha insegnato che la semplicità e la povertà ci servono per non dare mai al peccato la possibilità di aggredirci e noi questo dovremmo fare.

Dopo questi gradini, che paragonerei ad un podio olimpico, viene il resto da tenere lontano se ci provoca tentazioni e distrazioni. Con tanta gente che ha bisogno di noi penso che sia giusto offrire la propria vita per i fratelli nella contemplazione di Nostro Signore e nella preghiera sincera e costante.

In questi giorni ho riprovato l’emozione di servire a qualcosa, come se dall’alto venisse riposta una nuova fiducia in me che sono riuscito in pochi giorni a risentire l’amore infinito di Dio. Questa necessità di pregare, di isolarmi, di contemplare tutto ciò che mi portasse al Signore attraverso la Beata Vergine Maria, San Francesco e Santa Chiara è stato di una bellezza infinita. Alzarti presto al mattino per andare a pregare ti fa sentire Servo di Dio, come qualcuno che vuole stare nel cerchio dell’Altissimo ed aspetta che Questi possa servirti di te. Ho già provato questa forte emozione negli anni dell’affidamento al Signore, quando scoprii la preghiera ed iniziai quel cammino che doveva portarmi in Oratorio. La Pasqua del Giubileo mi ha riconsegnato quest’emozione. Io, la mia famiglia, la città che più amo, Assisi,Francesco, Chiara, Maria e Gesù. E poi, forte di quest’esperienza, l’incontro con quella luce infinita che irradia “Sorella Cinzia” da quella “Fortezza di fede” che è il Monastero Clariano dove stai costruendo la tua nuova vita su quella roccia che mai più  farà cadere la tua nuova casa.

 

MARIA ALESSANDRA SCARPINO :Il PROGETTO DI GESU’

Attraverso la morte sulla Croce Cristo ci ha liberati dal peccato e dalla morte.

Ecco il progetto di Gesù: la Croce. Se non ci fosse stata la Croce non avremmo mai potuto capire l’amore che ha voluto all’Uomo ed a tutta l’umanità. Parte dalla Croce il progetto di Dio, quella Croce che è allo stesso tempo amore e monito. San Francesco d’Assisi abbracciava il Crocifisso nella Chiesa di  San Damiano, Santa Teresina di Gesù Bambino abbracciava la Croce e dalla Croce sono partiti i segni di Dio diretti allo stesso San Francesco, a Santa Rita ,a San Gaspare ed a tanti altri Santi. Ed anche Gesù nei suoi insegnamenti, a chi voleva seguirne gli esempi diceva : “prendi la Croce e seguimi”. Se la nascita di Gesù ci riempie di gioia  e ci fa piangere di tenerezza, la Sua vita, che culmina nella Croce, ci tocca profondamente al cuore e ci trasforma interiormente.

Non posso offendere con il peccato Cristo che ha dato la vita per noi fino a farsi crocifiggere.

Il peccato, non solo quello che hanno spiegato al Catechismo e che è la realtà dei Dieci Comandamenti, ma la costante offesa di ogni giorno fatta a Dio Creatore fattosi uomo, morto e risorto per noi. La vita di ogni giorno ci attira nel peccato ma dobbiamo reagire, bisogna fare qualcosa altrimenti ognuno di noi metterà Gesù in Croce ogni giorno.

Eppure nel mondo non possono esserci solo uomini di bontà, quei Santi nascosti che fanno della loro vita un atto continuo di carità. Nel mondo ci vuole il governante, il politico, il dirigente, persone che occupano posti di comando e vivono una vita intensa dove è difficile seguire i moniti che Dio ci ha dato. Ma questi non debbono mai dimenticare che devono servire altra gente o perché eletti o perché investiti da un ruolo specifico.

Nella vita c’è gente che lotta per essere “primo” e molte volte dimentica anche “chi è”.

Nella vita c’è gente che lotta per sopravvivere e se lo fa con orgoglio e con il cuore di pietra non lo farà certo avendo come esempio la Croce di Gesù. Nella vita c’è gente  che parla, recita o scrive in tv, in radio, sui giornali, in internet e molti di loro consapevoli o no mettono in subbuglio la personalità di chi vede, legge o ascolta. E poi ci siamo anche noi giovani con modi diversi di vivere; alcuni, nella scaletta giornaliera mettono nell’ordine scuola, sport, motorino, svago, ragazzo/a….forse la preghiera; altri : droga, motorino, sesso, arroganza, sport…poco scuola e niente ….Gesù. Pochi si alzano con preghiera del mattino vivono la giornata sereni tra scuola, sport, motorino, ragazzo/a, svago, ma fanno anche un salto in Oratorio, ascoltano la Santa Messa, vivono l’Eucarestia quotidiana ed aiutano il prossimo. Io vivo l’Oratorio Beato Frassati della Parrocchia di San Raffaele a Lamezia Terme e gli animatori dell’Oratorio dal primo giorno mi hanno presentato la figura del Beato Piergiorgio Frassati  e la scaletta quotidiana della sua giornata :

al mattino S.Messa ed Eucarestia, scuola, una visita ad ammalati, poveri, anziani, studio, sport, preghiera della sera e riposo. Eppure mi è stato detto che Piergiorgio era ricco e figlio di un Senatore. Gesù dice :”Fatevi semplici come i bambini” ed il Frassati si è fatto semplice per meglio capire Gesù e chi è il prossimo come fece San Francesco d’Assisi.

Ad ognuno il proprio ruolo, è anche giusto che sia così, ma nessuno deve mai dimenticare :”Chi siamo, cosa facciamo sulla terra, chi ci ha voluto, dove andremo”.

Ed allora aggrappiamoci tutti a Gesù Cristo e come studiamo la Storia, il Latino, l’Inglese etc andiamo ad aprire il Santo Vangelo già perché in fondo i Dieci Comandamenti li conosciamo, i Sacramenti  li abbiamo ricevuti di riflesso dai nostri genitori e di riflesso li faremo ricevere ai nostri figli, ma alla fine, se la nostra vita non la accompagneremo con il Santo Vangelo, non daremo mai un senso anche alla più piccola preghiera che resterà sempre vuota e mangeremo un pane quotidiano fatto di ciò che dice il santone di turno che si erige a profeta.

Il Vangelo ci dice tutto e ci spiega perché Maria, perché Gesù vivo e vero, perché le beatitudini, la Chiesa, l’Eucarestia, il Sacerdozio ed infine la Passione, morte e Resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo.

 Il mio insegnante di Catechismo ripete sempre le parole di Gesù : “Fatevi Santi come io sono Santo”. E per farsi Santi così come in Oratorio ci viene presentato Domenico Savio e Maria Goretti, bisogna guardare a Gesù attraverso la Chiesa. Una Chiesa non protetta dal peccato ma che deve, ripeto deve, “vivere” con Gesù ,come i bambini, senza gloria ed ambizioni, ma pronta sempre a servire perché Gesù è ovunque non solo nel povero ma anche nel ricco e nell’ambizioso.

Gesù attraverso la Chiesa deve cercare di ammonire l’uomo tecnologico e materiale del duemila; i tempi sono cambiati, la Chiesa ha dato al mondo tanti Santi, esempi da imitare, e se prima Dio era anche giudice in terra, vedi la Torre di Babele, Sodoma e Gomorra, il diluvio universale etc, ora attraverso l’esempio dei Santi ci ha fatto capire come l’uomo muore di se stesso sia ora, sulla terra, che poi in cielo, se non porta nel cuore il Santo Vangelo.

Una delle mie insegnanti di catechismo, Cinzia, si sta facendo suora di clausura. Con il mio parroco e con i miei genitori siamo andati a trovarla diverse volte nel Monastero delle Clarisse Cappuccine di Roma. E’ una ragazza felice, e si vede, e lei stessa dice di aver affidato tutta se stessa a Gesù Cristo come fece Santa Chiara . Durante il catechismo ci parlano di “deserto” e ci hanno fatto capire cosa sia. Il deserto è la risposta al duemila materiale . E’ quell’angolo della vita quotidiana dove la Chiesa, la Diocesi in particolare ,clero ,laici etc debbono ogni tanto rifugiarsi per aprire il Vangelo, fare una breve lettura, una breve riflessione, un esame di coscienza ed uscire dall’angoletto rinati a nuova vita e pronti a rituffarsi nel mondo ma con Gesù al fianco.

Bisogna far proprie le parole del profeta Osea : “Io l’attirerò a me e la condurrò nel deserto……”Tutti abbiamo bisogno del deserto dove c’è quel Gesù che ti illumina”.

Ho quasi tredici anni, studio, gioco a Pallavolo in serie D con l’Oratorio Frassati, suono il sassofono nella banda della città  e frequento l’Oratorio della mia Parrocchia. Dal 1994 il mio Parroco o la mia famiglia mi fanno trascorrere con piacere almeno quindici giorni all’anno nella città di San Francesco, Assisi. Conosco molti frati, novizi, monache, novizie e mi hanno insegnato a pregare con Lodi e Vespri da quando andai la prima volta ad Assisi (nel 1995), con il Parroco, la mia famiglia ed i giovani dell’oratorio, per gli “esercizi spirituali” .Ed è  dallo spirito di Assisi che sono  entrate in me alcune certezze perché Francesco e Chiara il Signore ce li ha  donati come esempi.

Ed allora  viene anche a me da dire a Gesù “resta con me e facciamo tre tende”.

Fà, o Signore, che possiamo trasfigurarci in Te per rendere vivo il Tuo progetto e pregandoTi per la conversione del mondo, fà di me e della comunità in cui vivo, umili tuoi servi in tutto affinchè nella vita di ogni giorni possiamo testimoniare Te ed il Santo Vangelo.

Il duemila è l’anno del Giubileo ed ognuno di noi avrà fatto in un anno almeno due o tre Giubilei, anche se penso che ci sia ancora gente che non sa cosa sia o scettica. Abbia chiesto perdono e siamo stati “sollevati” dai peccati finora commessi . Dopo aver varcato la Porta Santa nell’uscire, io come il mondo, arrivo ad un incrocio :una strada bella e luminosa ricca di gioia, lusso, illusioni, svago, sogni, ma che stranamente termina in un orizzonte buio; dall’altra una strada semplice, dove vedo anziani, poveri, storpi, ciechi, bimbi luridi ed affamati  che sale, sale sempre più ed in fondo una luce radiosa e tanti tanti canti soavi che per la lontananza sento a stento.

Decido di andare dove in fondo ho la certezza di trovare la luce perché finora nella vita ho avuto la fortuna di trovare molte persone che mi hanno suggerito :” vai sempre verso la luce perché la luce è Cristo ,anzi se prendi per mano Cristo ti condurrà in una vita tutta  luminosa”.

Gesù prendi per mano il mondo e me, Ti ringrazio di avermi indicato la strada da percorrere ed ora, rigenerata dal Giubileo e tornata ad essere vera Figlia di Dio, rispondimi ad una domanda che so che ti ha posto per primo San Francesco : “Cosa vuoi che io faccia ?”.

Ed io cercherò di non staccarmi mai da te perché “Solo Tu hai parole di vita eterna”.

 

 

 


 

CANTI

 

DOLCE SENTIRE

 

Dolce sentire come nel mio cuore,

ora umilmente,sta nascendo amore.

Dolce capire,che non son più solo,

ma che son parte di una immensa vita;

che generosa,risplende intorno a me;

dono di lui,del suo immenso amor.

Ci ha dato il cielo e le chiare stelle,

Fratello Sole e Sorella Luna,

la madre terra,con frutti,prati e fiori,

il fuoco,il vento,l’aria e l’acqua pura,

fonte di vita per le sue creature.

Dono di lui,del suo immenso amore,

dono di lui,del suo immenso amore.

Sia laudato,Nostro Signore,

che ha creato l’universo intero.

Sia laudato,Nostro Signore,

noi tutti siamo Sue creature.

Dono di Lui del Suo immenso amore,

beato chi si converte in umiltà.

 

PREGHIERA DI SAN DAMIANO

 

Ogni uomo semplice,porta in cuore un sogno,

con amore ed umiltà,potrà costruirlo;

se con fede tu saprai,vivere umilmente,

più felice tu sarai,anche senza niente.

Se vorrai,ogni giorno,con il tuo sudore,

una pietra dopo l’altra,alto arriverai.

 

Nella vita semplice,troverai la strada,

che la calma donerà al tuo cuore puro.

E le gioie semplici sono le più belle

sono quelle ch, alla fine,sono le più grandi.

Dài e dài,ogni giorno,con il tuo sudore,

una pietra dopo l’altra,alto arriverai.

 

PREGHIERA SEMPLICE

 

Dio fammi strumento della Tua pace,

dove c’è odio,portare l’amore.

Dove c’è offesa donare il perdono,

dove c’è dubbio infondere fede.

Solo se diamo,riceveremo,

se perdoniamo,avremo perdono,

solo morendo,rinasceremo,

rinasceremo,rinasceremo,

rinasceremo,rinasceremo

 

LAUDATO SII,SIGNORE MIO

 

Laudato sii,Signore mio(4 volte).

Per il sole di ogni giorno,

che riscalda e dona vita,

egli illumina il cammino,

di chi  cerca te Signore.(RIT)

Per la luna e per le stelle,

io le sento mie sorelle

le hai formate su nel cielo

e le doni a chi è nel buio.(RIT)

Per la nostra madre terra,

che ci dona fiori ed erba,

su di lei noi fatichiamo,

per il pane di ogni giorno.(RIT)e perdona nel Tuo amore,

Per chi soffre con coraggio,

 

Tu gli dai la pace Tua,

alla sera della vita.(RIT)

Per la morte che è di tutti,

io la sento ogni istante,

ma se vivo nel tuo amore,dono un senso alla mia vita.(RIT)

 

LAUDATO SII,O MIO SIGNORE

 

Laudato sii,o mio Signore(4 volte).

E’ per tutte le tue creature

per il sole e per la luna,

per le stelle e per il vento,

è per l’acqua e per il fuoco.(RIT)

Per sorella madre terra,

ci alimenta e ci sostiene,

per i frutti,i fiori e l’erba,

per i monti e per il mare(RIT).

Perchè il senso della vita,

è cantare e lodarti

e perchè la nostra vita,

sia sempre una canzone.(RIT)

E per quelli che ora piangono

e per quelli che ora soffono,

e per quelli che ora nascono,

e per quelli che ora muoiono.(RIT)

 

RENDIAMO GRAZIE A DIO

 

Dà,o Signore,la pace ai nostri giorni,

ascolta il grido dei tuoi fedeli

e guidaci,nella via della giustizia.

Benediciamo il Signore!

Rendiamo grazie a Dio!

Rendiamo grazie a Dio!

 

TI SEGUIRO’

 

Ti seguirò, ti seguirò, o Signore

e nella tua strada, camminerò.

Ti seguirò nella via dell’amore

e donerò al mondo la vita.

Ti seguirò nella via del dolore

e la tua croce ci salverà.

Ti seguirò nella via della gioia

e la tua luce ci guiderà.

 

PREGHIERA AL CROCIFISSO

 

O alto e glorioso Dio

illumina il cuore mio,

dammi fede retta, speranza certa,

carità perfetta, umiltà profonda.

 

O alto e glorioso Dio

illumina il cuore mio

dammi senno e conoscenza

che io osservi i tuoi comandamenti.

 

LODI DI DIO ALTISSIMO

 

Tu sei santo, Signore Iddio unico, che fai cose stupende.

Tu sei forte, Tu sei grande, Tu sei l’Altissimo.

Tu sei il Re Onnipotente. Tu sei il Padre Santo,

Re del cielo e della terra:

Tu sei trino ed uno, Signore Iddio degli Dei.

Tu sei il bene, tutto il bene, il sommo bene,

Signore Iddio vivo e vero.

Tu sei amore, carità. Tu sei sapienza.

Tu sei umiltà. Tu sei pazienza, Tu sei bellezza.

Tu sei dolcezza, Tu sei sicurezza. Tu sei la pace.

Tu sei gaudio e letizia, Tu sei la nostra speranza.

Tu sei giustizia, Tu sei temperanza,

Tu sei ogni nostra ricchezza.

Tu sei bellezza, Tu sei mitezza.

Tu sei protettore. Tu sei il custode e il difensore nostro.

Tu sei fortezza, Tu sei rifugio.

Tu sei la nostra speranza.Tu sei la nostra fede.

Tu sei la nostra carità.Tu sei la nostra dolcezza.

Tu sei la nostra vita eterna,grande ed ammirabile Signore,

Dio Onnipotente,misericordioso Salvatore.

 

BENEDIZIONE DI SAN FRANCESCO

 

Il Signore vi benedica e vi custodisca.

Mostri il suo volto ed abbia misericordia di voi.

Volga a voi il Suo sguardo e vi dia Pace.

Il Signore vi benedica.

 

PREGHIERA SEMPLICE (recitata)

O Signore,

fà di me uno strumento della tua pace:

dove c’è odio,ch’io porti l’amore,

dove c’è offesa,ch’io porti il perdono,

dove c’è discordia,ch’io porti l’unione,

dove c’è dubbio,ch’io porti la fede,

dove c’è errore,ch’io porti la verità.,

dove c’è disperazione,ch’io porti speranza,

dov’è tristezza,ch’io porti la gioia,

dove sono le tenebre,ch’io porti la luce.

O Maestro,fa ch’io non cerchi tanto:

di essere consolato,ma di consolare;

di essere compreso,ma di comprendere;

di essere amato,quanto di amare;

Poichè: è dando che si riceve,

perdonando si è perdonati,

morendo si risuscita a vita eterna.

 

I CIELI NARRANO

(Rit)I cieli narrano la gloria di Dio

  e il firmamento annnunzia   l’opera sua. Alleluia(4 volte)

Il giorno al giorno ne affida il messaggio,

la notte alla notte trasmette notizia,

non è linguaggio,non sono parole,

di cui non si oda il suono.(rit)

Là pose una tenda per il sole che sorge

e come uno sposo dalla stanza nuziale

esulta come un prode

che corre con gioia la sua strada.(rit)

Lui sorge dall’ultimo estremo del cielo

e la sua corsa,l’altro estremo raggiunge

Nessuna delle creature potrà

 mai sottrarsi al suo calore(rit)

La legge di Dio rinfranca l’anima mia

la testimonianza del Signore è verace

gioisce il cuore ai suoi giusti precetti

che danno la luce agli occhi.(rit)

 

ADESTE FIDELES

 

Adeste fideles,laeti triumphantes,

venite,venite,in Bethlem!

Natum videte regem angelorum.

VENITE ADOREMUS DOMINUM(3)

 En grege relicto,humiles ad cunas;

vocati pastores adproperant!

Et nos ovanti,gradu festinemus.

VENITE  ADOREMUS  DOMINUM(3 )

Aeterni parentes

 splendorem aeternum;

velatum sub carne videmus.

Deum infantem pannis involutum!

VENITE  ADOREMUS  DOMINUM(3 )

 

MAGNIFICAT

 

Dio,ha fatto in me cose grandi,

Lui,che guarda l’umile servo

e disperde i superbi

nell’orgoglio del cuore.

L’anima mia esulta in Dio

mio salvatore(2)La sua salvezza canterò.

Lui,Onnipotente e Santo,

Lui,abbatte i grandi dai troni

e solleva dal fango il suo umile servo.(rit)

Lui,misericordia infinita,

Lui che rende povero il ricco

e ricolma di beni chi si affida al suo amore.(rit)

Lui,amore sempre fedele,

Lui,guida il Suo servo Israele

e ricorda il suo patto stabilito per sempre.(rit)

 

PREGHIERE

 

DEL MATTINO :Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

TI ADORO.
Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano e conservato in questa notte. Ti offro le azioni della giornata, fa che siano tutte secondo la tua santa volontà per la maggior tua gloria. Preservami dal peccato e da ogni male. La tua grazia sia sempre con me e con tutti i miei cari. Amen.

PADRE NOSTRO.
Padre nostro, che sei nei cieli sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.

AVE MARIA.
Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te, tu si benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

GLORIA AL PADRE.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, come era nel principio, ora e sempre nei secoli, nei secoli. Amen.

CREDO O SIMBOLO APOSTOLICO.
Credo in Dio Padre Onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocefisso, morì e fu sepolto. Discese agli inferi, il terzo giorno è resuscitato secondo le Scritture. E’ salito al cielo, siede alla destra del Padre e di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la Santa chiesa Cattolica, la Comunione dei Santi, la remissione dei peccati, la resurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

ANGELO DI DIO.
Angelo di Dio, che sei il mio custode, illuminami, custodiscimi, reggi e governa me che ti fui affidata dalla pietà celeste. Amen.

SALVE O REGINA.
Salve O Regina, Madre di misericordia, vita e dolcezza e speranza nostra, salve. A te ricorriamo esuli figli di Eva, a te sospiriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque avvocata nostra, volgi a noi, quegli occhi misericordiosi e mostraci dopo questo esilio, il frutto benedetto del seno tuo. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.

GESÙ, GIUSEPPE E MARIA.
Gesù, Giuseppe e Maria, vi dono il cuore e l’anima mia. Gesù, Giuseppe e Maria, assistetemi nell’ultima agonia. Gesù, Giuseppe e Maria, spiri in pace con voi l’anima mia.

OFFERTA DELLA GIORNATA.
Cuore divino di Gesù, io ti offro, per mezzo del cuore immacolato di Maria madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati e per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.

PER LA FAMIGLIA.
Il Dio della pace benedica e custodisca la nostra famiglia. Ci renda capaci di fare la sua volontà in tutte le nostre azioni e accresca in noi ciò che gli è gradito. Amen.

ATTO DI FEDE.
Mio Dio, perché sei verità infallibile, credo tutto quello tu hai rivelato e la santa Chiesa ci propone a credere. Credo in te, unico vero Dio in tre persone uguali e distintamente, Padre e Figlio e Spirito Santo. Credo in Gesù Cristo, Figlio di Dio incarnato, morto e risorto per noi, il quale darà a ciascuno, secondo i meriti, il premio o la pena eterna. Conforme a questa fede voglio sempre vivere. Signore accresci la mia fede.

 

ATTO DI SPERANZA.
Mio Dio, spero dalla tua bontà, per le tue promesse e per i meriti di Gesù Cristo nostro Salvatore, la vita eterna e le grazie necessarie per meritarla con le buone opere che io debbo e voglio fare. Signore, che io possa goderti in eterno.

ATTO DI CARITA’
Mio Dio, ti amo con tutto il cuore sopra ogni cosa, perché sei bene infinito e nostra eterna felicità; e per amore tuo amo il prossimo come me stesso e perdono le offese ricevute. Signore, che io ti ami sempre più.

PREGHIERA QUOTIDIANA: "SEGRETO DI SANTITA’ ".
O Spirito Santo, anima della mia anima, io ti adoro, illuminami, guidami, fortificami, consolami, dimmi quello che devo fare, dammi i tuoi ordini: ti prometto di sottomettermi a tutto quello che desideri da me e di accettare quello che permetterai che mi succeda. Fammi soltanto conoscere la tua volontà! Amen

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

 

PRIMA DEI PASTI.
Dio, amante della vita, che nutri gli uccelli del cielo e vesti i gigli dei campi, ti benediciamo per tutte le creature e per il cibo che stiamo per prendere. Non permettere che ad alcuno manchi il necessario alimento. Fa' che il nostro nutrimento ci serva per compiere meglio la tua volontà e per costruire il tuo regno. Amen.
Signore, che ci doni la gioia di stare attorno a questa tavola, radunaci tutti un giorno al banchetto del cielo.
Benedici, Signore, questa mensa e tutti coloro che l'hanno preparata e aiutaci a condividere il nostro pane con coloro che non ne hanno.
Benedici Signore questo cibo che per la tua bontà stiamo per prendere. Provvedine anche a coloro che non ne hanno e rendici partecipe alla tua benedizione. Per Cristo Nostro Signore. Amen.

DOPO I PASTI.
Ti rendiamo grazie, o Signore Dio onnipotente, per tutti i tuoi benefici in particolare del cibo che ci hai dato. Aiutaci a meglio servirti in ogni giorno della nostra vita.Signore, grazie per i tuoi doni, grazie per questo cibo, che ci permette di meglio servirti in ognuno dei nostri fratelli.Signore, ti ringraziamo per la gioia di essere riuniti attorno a questa tavola; non permettere che in nessuna famiglia manchi il tuo amore.

PRIMA DI UN INCONTRO.
O Signore, manda a noi il tuo Spirito perché illumini le nostre menti e le renda disponibili alla verità. Così sapremo ascoltare gli altri con attenzione, simpatia, fiducia e umiltà, e rispondere con rispetto, con calma e sincerità. Ti preghiamo, fà che la divergenza di opinioni non intacchi la stima e l'amore vicendevole.

 

PER LO STUDIO.
Manda, Signore, lo Spirito Santo promesso dal tuo Figlio perché apra le nostre menti alla conoscenza di tutta la verità. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

PRIMA E DOPO IL LAVORO.
Signore Dio, veglia sui miei pensieri, parole e azioni. Tu che hai chiamato l'uomo a cooperare con le sue capacità e i suoi doni alla tua creazione, fa' che ogni persona trovi un lavoro dignitoso e conveniente per contribuire alla costruzione di un mondo più umano e cristiano.
Preghiamo. Ispira le nostre azioni, Signore, e accompagnale con il tuo aiuto, perché ogni nostra attività abbia sempre da te il suo inizio e in te il suo compimento. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Preghiamo. Per tutti i tuoi benefici, ti rendiamo grazie, o Dio onnipotente, che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
0 Signore, voglio che il mio lavoro di quest'oggi sia un atto di amore per te, per la mia famiglia e per il mondo. Aiutami a viverlo con gioia come collaborazione alla tua opera creativa, alla realizzazione di me stesso e al cammino di liberazione dell'umanità. Accetto la sofferenza che esso comporta come partecipazione alla croce di Gesù. Raccomando al tuo cuore di Padre i disoccupati, i poveri, gli sfortunati.

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

 

PREGHIERA DELLA SERA

 

TI ADORO, MIO DIO.
Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio avermi creato, fatto cristiano e conservato in questo giorno. Perdonami il male, oggi commesso e, se qualche bene compiuto, accettalo. Custodiscimi nel riposo e liberami dai pericoli. La tua grazia sia sempre con me e con tutti i miei cari. Amen.

PADRE NOSTRO.
Padre nostro, che sei nei cieli sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.

AVE MARIA.
Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te, tu si benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

GLORIA AL PADRE.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, come era nel principio, ora e sempre nei secoli, nei secoli. Amen.

ATTO DI DOLORE

Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei m peccati, perché peccando ho meritato i tuoi castighi, molto più perché ho offeso te, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Propongo col tuo santo aiuto di non offenderti mai più e fuggire le occasioni prossime di peccato. Signore, misericordia, perdonami.

Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia e colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la bea sempre vergine Maria, gli Angeli, i Santi e voi, fratelli, pregare per me il Signore Dio nostro.

GESÙ, GIUSEPPE E MARIA
Gesù, Giuseppe e Maria, vi dono il cuore e l'anima mia. Gesù, Giuseppe e Maria, assistetemi nell'ultima mia agonia. Gesù, Giuseppe e Maria, spiri in pace con voi l'anima mia.

L'ETERNO RIPOSO
L'eterno riposo dona loro, o Signore, e splenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace. Amen.

AL TERMINE DEL GIORNO
Al termine del giorno, o sommo Creatore, vegliaci nel riposo con amore di Padre. Dona salute al corpo e fervore allo spirito, la tua luce rischiari le ombre della notte. Nel sonno delle membra resti fedele il cuore, e al ritorno dell'alba intoni la tua lode.

VISITA, 0 PADRE
Visita, o Padre, la nostra casa e tieni lontano le insidie del nemico; vengano i santi angeli a custodirci nella pace, e la tua benedizione rimanga sempre con noi. Amen.

ALL'ANGELO CUSTODE
O Angelo Santo, che per infinita bontà di Dio sei chiamato a custodirmi, assistimi nei bisogni, consolami nelle mie afflizioni, difendimi dai nemici, allontanami dalle occasioni di peccato, fa che io sia docile obbediente alle tue ispirazioni, proteggimi particolarmente nell'ora della mia morte, e non mi abbandonare fino a che non mi abbia guidato al mio celeste soggiorno in Paradiso. Amen.

ANGELO DI DIO.
Angelo di Dio, che sei il mio custode, illuminami, custodiscimi, reggi e governa me che ti fui affidata dalla pietà celeste. Amen.Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

 

PREGHIERA DELLA FAMIGLIA.
Signore, Padre Santo, Dio onnipotente ed eterno, noi ti benediciamo e ti ringraziamo per questa nostra famiglia che vuol vivere unita nell'amore. Ti offriamo le gioie e i dolori della nostra vita, e ti presentiamo le nostre speranze per l'avvenire. 0 Dio, fonte di ogni bene, dona alla nostra mensa il cibo quotidiano, conservaci nella salute e nella pace, guida i nostri passi sulla via del bene. Fa che dopo aver vissuto felici in questa casa, ci ritroviamo ancora tutti uniti nella felicità del paradiso. Amen.

 

PER LA FAMIGLIA.
0 Dio, origine e fondamento della comunità domestica, fa' che nelle nostre famiglie imitiamo le stesse virtù, e lo stesso amore della santa famiglia, di Nazareth, perché, riuniti insieme, nella tua casa, possiamo un giorno, godere la gioia eterna. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

PER IL FIGLIO CHE VA A SCUOLA.
Divino Salvatore, che sei stato in mezzo ai maestri della legge, per ascoltarli e interrogarli, a te affidiamo nostro figlio, mentre è a scuola. Infondi in lui lo spirito della sapienza, apri il suo intelletto, perché possa imparare le cognizioni necessarie alla vita terrena ed eterna. Aiutalo in tutti i suoi doveri, dagli perseveranza e fortezza, ubbidienza e diligenza. Tu che sei la via. la verità e la vita, non permettere che sia deviato dalla giusta strada, per falsi insegnamenti, ma cresca come te., o Gesù, in età, sapienza e grazia dinanzi a Dio e agli uomini. Amen.

 

PER L’AVVENIRE DEI FIGLI.
Signore, illumina la mente di nostro figlio perché conosca la strada che hai voluto per lui, perché ti renda gloria e raggiunga la salvezza. Sostienilo con la tua forza, perché non si accontenti di facili ideali. Illumina anche noi., suoi genitori., perché gli siamo di aiuto nel riconoscere la sua vocazione e nel realizzarla generosamente, senza porre ostacoli alla tua guida interiore. Amen.

 

PER LA VOCAZIONE.
0 Dio, che provvedi alla tua Chiesa gli operai del vangelo, fa' maturare anche nella nostra famiglia, se a te piace, i germi di vocazione che a piene mani tu semini nel campo della Chiesa, perché ci sia nella nostra casa, chi scelga come ideale di vita di servire Te nei fratelli. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

PREGHIERA DEI FIGLI PER I GEINITORI.
0 Dio, che hai dato il comando di onorare il padre e la madre, ascolta con benevolenza la preghiera che ti rivolgo per essi. Concedi a loro lunghi giorni sulla terra e conservali nella salute del corpo e dello spirito. Benedici le loro fatiche e le loro iniziative, rendi loro il centuplo per quello che essi fanno per me, ispira in loro l'amore e la pratica della tua santa legge e fa' che un giorno, io sia il loro sostegno e il loro conforto, così che dopo avere goduto del loro affetto sulla terra, abbia la gioia di vivere eternamente con essi nel Cielo. Amen.

 

PER I GENITORI DEFUNTI.
0 Dio, che ci comandi di onorare il padre e la madre, apri le braccia della tua misericordia ai miei (nostri) genitori defunti: perdona i loro peccati, e fa, che un giorno possa (possiamo) rivederli con gioia nella luce della tua gloria. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

PER UN FIGLIO MILITARE.
Dio onnipotente e misericordioso, la tua benedizione accompagni nostro figlio, mentre è lontano da casa, per servire la patria, come militare. Preserva il suo corpo dalle malattie e dalle disgrazie, e la sua anima dal peccato. Nulla abbia a piegare la sua fede cristiana o a spegnere in lui la Grazia di Dio. Fa che Possa ritornare fra di noi più ricco di valori umani e religiosi. Amen.

 

PER I GIOVANI.
Noi ti raccomandiamo. Signore, la gioventù, i bambini, gli adolescenti, gli studenti, i soldati, i fidanzati, gli sposi novelli, i giovani genitori. Dona loro la salute, la saggezza e la gioia di vivere alla tua presenza. Amen.

 

MAMMA IN ATTESA.
Signore, dal giorno in cui ho avvertito in me la presenza di una nuova vita. sento un rinnovato amore per te e per la tua opera creatrice. La certezza che tu vegli sul mio bambino con squisita bontà e amore mi rende tranquilla nell'attesa.
Tu che conosci la mia creatura, fa' che anch'io la possa conoscere e amare profondamente per gioire della sua innocenza e accompagnarla sulle vie del bene.
Rendimi consapevole dell'immensa ricchezza di questo periodo di attesa. Aiutami a vivere in raccolto e sereno affidamento alla tua provvidenza questa esaltante avventura che si svolge nel mio grembo.
Che la tua Madre, Maria, mi doni, per questo impegno, la sua fede, il suo coraggio e il suo amore. Così sia.

 

SPIRITO DEL SIGNORE
Spirito del Signore, Spirito di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, santissima Trinità, Vergine Immacolata, angeli, arcangeli e santi del paradiso, scendete su di me. Fondimi, Signore, plasmami, riempimi di te, usami.
Caccia via da me tutte le forze del male, annientale, distruggile, perchè io possa stare bene e operare il bene.
Caccia via da me i malefici, le stregonerie, la magia nera, le messe nere, le fatture, le legature, le maledizioni, il malocchio; l'infestazione diabolica, la possessione diabolica, l'ossessione diabolica; tutto ciò che è male, peccato, invidia, gelosia, perfidia; la malattia fisica, psichica, morale, spirituale, diabolica. Brucia tutti questi mali nell'inferno, perché non abbiano mai più a toccare me e nessun'altra creatura al mondo.
Ordino e comando con la forza di Dio onnipotente, nel nome di Gesù Cristo salvatore, per intercessione della Vergine immacolata, a tutti gli spiriti immondi, a tutte le presenze che mi molestano, di lasciarmi immediatamente, di lasciarmi definitivamente, e di andare nell'inferno eterno, incatenati da S. Michele arcangelo, da S. Gabriele. da S. Raffaele, dai nostri angeli custodi, schiacciati sotto il calcagno della Vergine santissima immacolata.

 

PREGHIERA PER LA GUARIGIONE FISICA
Signore Gesù, ti adoro e ti ringrazio per la fede che mi hai dato nel battesimo.
Tu sei il Figlio di Dio fatto uomo, tu sei il Messia Salvatore. In questo momento voglio dirti come Pietro: "Non c'è sotto il cielo altro nome dato agli uomini nel quale possiamo essere salvati".
Ti accetto, Signore Gesù, nel mio cuore e nella mia vita: voglio che tu ne sia l'assoluto Signore.
Perdona i miei peccati, come hai perdonato i peccati del paralitico del Vangelo. Purificami con il tuo sangue divino.
lo metto ai tuoi piedi la mia sofferenza e la mia malattia. Guariscimi, Signore, per il potere delle tue piaghe gloriose, per la tua croce, per il tuo preziosissimo sangue.
Tu sei il buon Pastore e io sono una delle pecore del tuo ovile: abbi compassione di me.
Tu sei il Gesù che ha detto: "Chiedete e vi sarà dato". Signore, il popolo della Galilea veniva a deporre i propri malati ai tuoi piedi e tu li guarivi.
Tu sei sempre lo stesso, tu hai sempre la stessa potenza. lo credo che tu puoi guarirmi perché hai la medesima compassione che avevi per i malati che incontravi, perché tu sei la risurrezione e la vita.
Grazie, Gesù, per quanto farai: io accetto il tuo piano d'amore per me. Credo che mi manifesterai la tua gloria. Prima ancora di conoscere come interverrai, ti ringrazio e ti lodo. Amen.

 

PREGHIERE PER LA GUARIGIONE INTERIORE
Signore Gesù, tu sei venuto a guarire i cuori feriti e tribolati: ti prego di guarire i traumi che provocano turbamenti nel mio cuore.
Ti prego, in particolar modo, di guarire quelli che sono causa di peccato. Ti chiedo di entrare nella mia vita, di guarirmi dai traumi psichici che mi hanno colpito in tenera età e da quelle ferite che me li hanno provocati lungo tutta la vita.
Signore Gesù, tu conosci i miei problemi, li pongo tutti nel tuo cuore di buon Pastore.
Ti prego, in virtù di quella grande piaga aperta nel tuo cuore, di guarire le piccole ferite che sono nel mio.
Guarisci le ferite dei miei ricordi, affinché nulla di quanto mi è accaduto mi faccia rimanere nel dolore, nell'angustia, nella preoccupazione.
Guarisci, Signore, tutte quelle ferite che, nella mia vita, sono state causa di radici di peccato. lo voglio perdonare tutte le persone che mi hanno offeso; guarda a quelle ferite interiori che mi rendono incapace di perdonare.
Tu sei venuto a guarire i cuori afflitti, guarisci il mio cuore. Guarisci, Signore, quelle mie intime ferite che sono causa di malattie fisiche. lo ti offro il mio cuore: accettalo, Signore, purificalo e dammi i sentimenti del tuo cuore divino. Aiutami ad essere umile e mite.
Concedimi, Signore, la guarigione dal dolore che mi opprime per la morte delle persone care. Fa che possa riacquistare pace e gioia per la certezza che tu sei la risurrezione e la vita.
Fammi testimone autentico della tua risurrezione, della tua vittoria sul peccato e sulla morte, della tua presenza di vivente in mezzo a noi. Amen.

 

PREGHIERA DI LIBERAZIONE
O Signore tu sei grande, tu sei Dio, tu sei Padre, noi ti preghiamo per l'intercessione e con l'aiuto degli arcangeli Michele, Raffaele, Gabriele, perché i nostri fratelli e sorelle siano liberati dal maligno.
Dall'angoscia, dalla tristezza, dalle ossessioni. Noi ti preghiamo, liberaci, o Signore.
Dall'odio, dalla fornicazione, dalla invidia. Noi ti preghiamo, liberaci, o Signore.
Dai pensieri di gelosia, di rabbia, di morte. Noi ti preghiamo, liberaci, o Signore.
Da ogni pensiero di suicidio e aborto. Noi ti preghiamo, liberaci, o Signore.
Da ogni forma di sessualità cattiva. Noi ti preghiamo, liberaci, o Signore.
Dalla divisione di famiglia, da ogni amicizia cattiva. Noi ti preghiamo, liberaci, o Signore.
Da ogni forma di maleficio, di fattura, di stregoneria e da qualsiasi male occulto. Noi ti preghiamo, liberaci, o Signore.

Preghiamo:
O Signore che hai detto: "Vi lascio la pace, vi dò la mia pace", per l'intercessione della Vergine Maria, concedici di essere liberati da ogni maledizione e di godere sempre della tua pace. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

PREGHIERA CONTRO IL MALEFICIO
Kíríe eleison. Signore Dio nostro, o sovrano dei secoli, onnipotente e onnipossente, tu che hai fatto tutto e che tutto trasformi con la tua sola volontà; tu che a Babilonia hai trasformato in rugiada la fiamma della fornace sette volte più ardente e che hai protetto e salvato i tuoi santi tre fanciulli.
Tu che sei dottore e medico delle nostre anime: tu che sei la salvezza di coloro che a te si rivolgono, ti chiediamo e ti invochiamo, vanifica, scaccia e metti in fuga ogni potenza diabolica, ogni presenza e macchinazione satanica, e ogni influenza maligna, ogni maleficio o malocchio di persone malefiche e malvagie operati sul tuo servo (nome).
Fa che in cambio dell'invidia e del maleficio ne consegua abbondanza di beni, forza, successo e carità; tu, Signore che ami gli uomini, stendi le tue mani possenti e le tue braccia altissime e potenti e vieni a soccorrere e visita questa immagine tua, mandando su di essa l'angelo della pace, forte e protettore dell'anima e del corpo, che terrà lontano e scaccerà qualunque forza malvagia, ogni veneficio e malia di persone corruttrici e invidiose; così che sotto di te il tuo supplice protetto con gratitudine ti canti: "Il Signore è il mio soccorritore e non avrò timore di ciò che potrà farmi l'uomo".
E ancora: "Non avrò timore del male perché tu sei con me, tu sei il mio Dio, la mia forza, il mio Signore potente, Signore della pace, padre dei secoli futuri".
Sì, Signore Dio nostro, abbi compassione della tua immagine e salva il tuo servo (nome) da ogni danno o minaccia proveniente da maleficio, e proteggilo ponendolo al di sopra di ogni male; per l'intercessione della più che benedetta, gloriosa Signora la Madre di Dio e sempre Vergine Maria, dei risplendenti arcangeli e di tutti i tuoi santi.
Amen.

PER UN AMMALATO
Signore Gesù, durante la tua vita sulla nostra terra hai dimostrato il tuo amore, ti sei commosso di fronte alle sofferenze e molte volte hai ridato la salute ai malati riportando nelle famiglie la gioia. Il nostro caro..... è (gravemente) ammalato, noi gli siamo vicini con tutto ciò che è umanamente possibile. Però ci sentiamo impotenti: veramente la vita non è nelle nostre mani.

 

RINGRAZIAMENTO DI UN AMMALATO.
O Signore, la malattia ha bussato alla porta della mia vita, mi ha sradicato dal mio lavoro e mi ha trapiantato in un "altro mondo", il mondo dei malati. Un'esperienza dura, Signore, una realtà difficile da accettare.
Eppure, Signore, ti ringrazio proprio per questa malattia: mi ha fatto toccare con mano la fragilità e la precarietà della vita, mi ha liberato da tante illusioni.
Ora guardo tutto con occhi diversi: quello che ho e che sono non mi appartiene, è un tuo dono. Ho scoperto che cosa vuol dire "dipendere", aver bisogno di tutto e di tutti, non poter far nulla da solo.
Ho provato la solitudine, l'angoscia, la disperazione, ma anche l'affetto, l'amore, l'amicizia di tante persone.
Signore, anche se mi è difficile, ti dico: "Sia fatta la tua volontà!".
Ti prego: benedici tutte le persone che mi assistono e soffrono con me. E, se vuoi, dona la guarigione a me e agli altri.

 

DONAMI IA SALUTE
Dio onnipotente, fonte della vita e rimedio di ogni male, donami la sicurezza della tua presenza perché possa avere confidenza solo in te. Per questo, avvolto dal tuo amore e dalla tua potenza, possa ricevere la guarigione e la salvezza, secondo la tua libera volontà.
Tra i miei dolori tu solo sei la mia forza. Grazie, Signore, perché sei con me. Amen.

 

DONAMI LA PAZIENZA
O Signore, salvatore paziente, tu accettasti come volontà del Padre l'amaro calice della tua passione e della tua morte. Ascolta il mio lamento, e il tuo esempio mi aiuti a sopportare le mie sofferenze per partecipare, almeno in parte, alla tua passione.
Fa che la pazienza con la quale sopporterò i miei dolori esprima la riconoscenza profonda del mio amore per te, tu che sei il Cristo crocifisso. Amen.

 

INNALZO A TE IL MIO CUORE
Ti benedico Signore, per tutti quelli che ora dormono un sonno tranquillo. Ti prego per quelli che non possono dormire, tormentati nell'anima e nel corpo. Innalzo il mio cuore a te che mi guardi nell'oscurità della notte; gioisco di questo tuo sguardo misericordioso, che mi avvolge teneramente e rasserena il turbinio della mia agitazione. 1 miei occhi sono rivolti a te, o Signore. Amen.

 

PER CHI SOFFRE.
Signore, ho l'anima piena di amarezza e rischio di essere sopraffatto dallo sconforto. Eppure, Tu avevi previsto questa mia sofferenza! Vado allora chiedendomi perché non sei ricorso alla Tua onnipotenza per evitarmela.
Ma subito ripenso al fatto che, per salvare il mondo, Tu stesso hai scelto, fra mille formule a Tua disposizione, quella del dolore, e hai pagato di persona in misura incredibile.
Se il dolore non avesse in sé un potere immenso di redenzione e di bene, Tu non l'avresti scelto per l'attuazione del Tuo piano di amore, e tanto meno lo avresti riservato ai Tuoi amici più cari.
E’ indubbiamente una legge strana, quasi sconcertante. Ma Tu mi assicuri che è legge di vita e di salvezza.
Dammi, allora, o Signore, la forza di accettarla, nella visione chiara di questa sua inestimabile prerogativa. Dammi la convinzione profonda che questa mia sofferenza si fonde con la Tua passione e con il Tuo dolore, e acquista così valore incalcolabile.
Se in un istante di debolezza mi dovesse sfuggire un gesto di rivolta, protestando la mia innocenza, ricordami, o Signore, che Tu stesso, pur essendo infinitamente buono, sei stato crocifisso!
E rinnova in me il coraggio di accettare quanto mi riserva questa legge misteriosa del dolore, che giorno per giorno va restaurando nel mondo il diritto a sperare. Così sia.

 

PREGHIERA PER IL BUON UMORE.

Signore, donami una buona digestione e anche qualcosa da digerire.
Donami la salute del corpo e il buon umore necessario per mantenerla. Donami, Signore, un'anima semplice che sappia far tesoro di tutto ciò che è buono e non si spaventi alla vista del male ma piuttosto trovi sempre il modo di rimettere le cose a posto. Dammi un’anima che non conosca la noia, i brontolamenti, i sospiri, i lamenti e non permettere che mi crucci eccessivamente per quella cosa troppo ingombrante che si chiama «io».
Dammi, Signore,il senso del buon umore. Concedimi la grazia di comprendere uno scherzo per scoprire nella vita un po' di gioia e farne parte anche agli altri. Amen.

 

PER LA VOCAZIONE SACERDOTALE.
O Dio, che provvedi alla tua Chiesa gli operai del vangelo, fa' maturare anche nella nostra famiglia, se a te piace,, i germi di vocazione che a piene mani tu semini nel campo della Chiesa, perché ci sia nella nostra casa, chi scelga come ideale di vita di servire Te nei fratelli. Per Cristo nostro Signore. Amen.

PER IL PAPA.
O Dio, che tra i successori di Pietro hai scelto il tuo servo (nome) come vicario di Cristo sulla terra e pastore di tutto il gregge, fa' che egli confermi i Vescovi, e tutta la Chiesa sia in comunione con lui. nel vincolo dell'unità della verità e dell'amore e, perché tutti gli uomini ricevano da Te, pastore e vescovo delle anime, la verità,, la grazia e la vita eterna. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

PER IL VESCOVO.
Dona, Signore, al tuo servo N. che nella successione apostolica hai posto a guidare la nostra diocesi, Spirito di consiglio e di fortezza, Spirito di scienza e di pietà, perché fedele alla sua missione la tua Chiesa,. sacramento universale di salvezza. Per Cristo nostro Signore. Amen.

PER I SACERDOTI.
O Dio, che hai costituito il tuo unico Figlio sacerdote sommo ed eterno, concedi a coloro che egli ha scelto come suoi ministri e dispensatori dei santi misteri, di essere vigilanti e fedeli nel servizio fino al giorno della sua venuta. Per Cristo nostro Signore. Amen.

PER I RELIGIOSI E LE RELIGIOSE.
O Dio, che ispirì e compi ogni santo proposito, guida il tuo popolo sulla via della salvezza eterna, e fa' che i tuoi figli, che si sono consacrati a te abbandonando ogni cosa per seguire Cristo casto, povero e obbediente,, ti servano con piena fedeltà. Per Cristo nostro Signore. Amen.

PER LE MISSIONI.
Dio di verità, Padre, Figlio e Spirito Santo, ti preghiamo per tutti coloro che Ti ignorano. Sostieni e ispira i tuoi servi che por~ tano ad essi il vangelo.Vivifica il nostro zelo missionario e donaci di essere i testimoni della tua Verità per la tua gloria e per la salvezza del mondo. Te lo chiediamo per Gesù Cristo nostro Signore. Amen.

PREGHIERA DEL SANTO PADRE PER LE VOCAZIONI.
"Signore Gesù, come un giorno hai chiamato i primi discepoli per farne pescatori di uomini, così continua a far risuonare anche oggi il tuo dolce invito: "Vieni e seguimi!" Dona ai giovani e alle giovani la grazia di rispondere prontamente alla tua voce! Sostieni nelle loro fatiche apostoliche i nostri Vescovi, i sacerdoti, le persone consacrate. Dona perseveranza ai nostri seminaristi e a tutti coloro che stanno realizzando un ideale di vita totalmente consacrato al tuo servizio . Risveglia nel le nostre comunità l'impegno missionario. Manda, Signore, operai nella tua messe e non premettere che l'umanità si perda per mancanza di pastori, di missionari, di persone votate alla causa dei Vangelo. Maria, Madre della Chiesa, modello di ogni vocazione, aiutaci a rispondere di "Sì" al Signore che ci chiama a collaborare al disegno divino di salvezza. Amen".

PREGHIERA DELLA MAMMA PER LA VOCAZIONE DEL FIGLIO/A.

O Signore Gesù, che hai deposto nel cuore di tutte le donne, il desiderio dei dono di sé, fammi la grazia di avere un figlio che un giorno venga a confidarmi: mamma voglio diventare sacerdote. Quale dono più bello potrei presentarti, o Signore, se non offrirti la mia stessa creatura? Tu, Gesù, permetti spesso che la vocazione di un figlio, prenda inizio nel cuore della sua mamma. Ti domando di mettere nel mio cuore le virtù sacerdotali: la purezza, la generosità, lo spirito di sacrificio e tanto amore, perché questo figlio trovi terreno propizio al fiorire della sua vocazione se tale è la tua volontà. Se poi, o Signore, la tua volontà fosse un'altra accogli le mie preghiere affinché i giovani che sentono la Tua chiamata ad una donazione totale, abbiano il coraggio di rispondere generosamente al tuo progetto. Vergine Immacolata, madre e regina degli Apostoli, la cui gioia immensa fu di essere genitrice dell'unico, vero e santo sacerdote, Gesù di Nazareth, ascolta ed esaudisci il mio desiderio di madre, che affido al tuo cuore materno, insieme a tante mamme dei mondo. Fa' o Maria che accanto all'altare dei tuo Gesù, vi sia anch'io, se non come madre di un figlio Sacerdote, Religioso o Religiosa, almeno come collaboratrice. E così sia.

PER LA SANTA CHIESA E I SACERDOTI.
O Gesù mio, ti prego per la Chiesa intera: concedile l'amore e la luce dei tuo Spirito, rendi efficaci le parole dei sacerdoti, affinché spezzino anche i cuori più induriti e li facciano ritornare a te, o Signore. Signore, dacci sacerdoti santi, e tu stesso conservali nella serenità. Fa' che la potenza della tua Misericordia li accompagni dovunque e li custodisca contro le insidie che il demonio non cessa di tendere all'anima di ogni sacerdote. La potenza della tua Misericordia, o Signore, distrugga tutto ciò che potrebbe offuscare la santità dei sacerdote, perché tu sei onnipotente. Ti chiedo, Gesù, di benedire con una luce speciale i sacerdoti dai quali mi confesserò nella mia vita. Amen.

PER LE VOCAZIONI DEI SACERDOTI.
Abbiamo bisogno di preti, Signore, ma di preti fatti sul tuo stampo; non vogliamo sgorbi, non vogliamo "occasionali", ma preti autentici, che ci trasmettano te senza mezzi termini, senza ristrettezze, senza paure. Vogliamo preti "a tempo pieno", che consacrino ostie, ma soprattutto anime, trasformandole in te; preti che parlino con la vita, più che con la parola e gli scritti; preti che spendano il loro sacerdozio anziché studiare di salvaguardarne la dignità. Sai bene, Signore, che l'uomo della strada non è molto cambiato da quello dei tuoi tempi; ha ancora fame; ha ancora sete; fame e sete di te, che solo tu puoi appagare. Allora donaci preti stracolmi di te, come un Curato d'Ars, preti che sappiano irradiarti; preti che ci diano te. Di questo, solo di questo noi abbiamo bisogno. Perdona la mia impertinenza: tieniti i preti dotti, tieniti i preti specializzati, i preti eloquenti, i preti che san fare schemi, inchieste, rilievi. A noi, Signore, bastano i preti dal cuore aperto, dalle mani forate, dallo sguardo limpido. Cerchiamo preti che sappiano pregare più che organizzare, preti che sappiano parlare con te, perché quando un prete prega, il popolo è sicuro. Oggi si fanno inchieste, si fanno sondaggi su come sarà, su come la gente vuole il prete. Non ho mai risposto a queste inchieste, ma a te, Signore, posso e voglio dirlo: il prete io lo voglio impastato di preghiera. Donaci, o Signore, preti dalle ginocchia robuste, che sappiano sostare davanti a te, preti che sappiano adorare, impetrare, espiare; preti che non abbiano altro recapito che il tuo Tabernacolo. E dimenticavo: rendici degni di avere tali preti.

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.Nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo. Amen.                            

SANTO ROSARIO

O Dio vieni a salvarmi.
O Signore vieni presto in mio aiuto.
Sia Gloria al Padre, al figlio e allo Spirito Santo, come era nel principio, ora e sempre nei secoli. Amen.                     

Credo Apostolico.

Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.                     

1 Padre Nostro
3 Ave Maria per la fede, la speranza, la carità.
1 Gloria (questa parte è opzionabile).           

               

GAUDIOSI.(Lunedì, ) 1. Annunciazione dell'angelo a Maria .2. Visita di Maria a S. Elisabetta.3. Gesù nasce a Betlemme.
4. Presentazione di Gesù al Tempio.5. Ritrovamento di Gesù nel Tempio.          

 

DOLOROSI.(Martedì, Venerdì) 1. Agonia di Gesù nell'orto degli ulivi .2. Flagellazione di Gesù alla colonna.
3. Coronazione di spine. 4. Salita di Gesù al calvario con la croce.5. C rocifissione e morte di Gesù dopo tre ore di agonia.  

 

GLORIOSI.(Merc., Dom.) Resurrezione di Gesù Cristo.2. Ascensione di Gesù al cielo.3. Discesa dello Spirito Santo.4. Assunzione di Maria al cielo.5. Incoronazione di Maria Regina del cielo e gloria degli angeli e dei santi.

MISTERI DELLA LUCE : Giovedì e Sabato 1 - Battesimo di Gesù al Giordano 2 - Le nozze di Cana 3 - La proclamazione  del regno di Dio 4 -La Trasfigurazione 5- L’Istituzione dell’Eucarestia

 

SUPPLICA

O Augusta Regina delle Vittorie, o Sovrana del Cielo e della Terra, al cui nome si rallegrano i cieli e tremano gli abissi, o Regina gloriosa del Rosario, noi devoti figli tuoi, raccolti nel tuo Tempio di Pompei, (in questo giorno solenne) 1, effondiamo gli affetti del nostro cuore e con confidenza di figli ti esprimiamo le nostre miserie.Dal trono di clemenza, dove siedi Regina, volgi, o Maria, il tuo sguardo pietoso su di noi, su le nostre famiglie, su l'Italia, su l'Europa, sul mondo. Ti prenda compassione degli affanni e dei travagli che amareggiano la nostra vita. Vedi, o Madre, quanti pericoli nell'anima e nel corpo, quante calamità ed afflizioni ci costringono.O Madre, implora per noi misericordia dal Tuo Figlio divino e vinci con la clemenza il cuore dei peccatori. Sono nostri fratelli e figli tuoi che costano sangue al dolce Gesù e contristano il tuo sensibilissimo Cuore. Mostrati a tutti quale sei, Regina di pace e di perdono. Ave Maria.

E' vero che noi, per primi, benché tuoi figli, con i peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù e trafiggiamo nuovamente il tuo cuore.Lo confessiamo: siamo meritevoli dei più aspri castighi, ma tu ricordati che, sul Golgota, raccogliesti, col Sangue divino, il testamento del Redentore moribondo, che ti dichiarava Madre nostra, Madre dei peccatori.Tu dunque, come Madre nostra, sei la nostra Avvocata, la nostra speranza. E noi, gementi, stendiamo a te le mani supplichevoli, gridando: Misericordia! O Madre buona, abbi pietà di noi, delle anime nostre, delle nostre famiglie, dei nostri parenti, dei nostri amici, dei nostri defunti, soprattutto dei nostri nemici e di tanti che si dicono cristiani, eppur offendono il Cuore amabile del tuo Figliuolo. Pietà oggi imploriamo per le Nazioni traviate, per tutta l'Europa, per tutto il mondo, perché pentito ritorni al tuo Cuore. Misericordia per tutti, o Madre di Misericordia! Ave Maria

Degnati benevolmente, o Maria, di esaudirci! Gesù ha riposto nelle tue mani tutti i tesori delle Sue grazie e delle Sue misericordie.Tu siedi, coronata Regina, alla destra del tuo Figlio, splendente di gloria immortale su tutti i Cori degli Angeli. Tu distendi il tuo dominio per quanto sono distesi i cieli, e a te la terra e le creature tutte sono soggette. Tu sei l'onnipotente per grazia, tu dunque puoi aiutarci. Se tu non volessi aiutarci, perché figli ingrati ed immeritevoli della tua protezione, non sapremmo a chi rivolgerci. Il tuo cuore di Madre non permetterà di vedere noi, tuoi figli, perduti. Il Bambino che vediamo sulle tue ginocchia e la mistica Corona che miriamo nella tua mano, ci ispirano fiducia che saremo esauditi. E noi confidiamo pienamente in te, ci abbandoniamo come deboli figli tra le braccia della più tenera fra le madri, e, oggi stesso, da te aspettiamo le sospirate grazie. Ave Maria.

Chiediamo la benedizione a Maria.

Un'ultima grazia noi ora ti chiediamo, o Regina, che non puoi negarci (in questo giorno solenne) 1. Concedi a tutti noi l'amore tuo costante e in modo speciale la materna benedizione.
Non ci staccheremo da te finché non ci avrai benedetti. Benedici, o Maria, in questo momento il Sommo Pontefice. Agli antichi splendori della tua Corona, ai trionfi del tuo Rosario, onde sei chiamata Regina delle Vittorie, aggiungi ancor questo, o madre: concedi il trionfo alla Religione e la pace alla umana società.
Benedici i nostri Vescovi, i Sacerdoti e particolarmente tutti coloro che zelano l'onore del tuo Santuario. Benedici infine tutti gli associati al tuo Tempio di Pompei e quanti coltivano e promuovono la devozione al Santo Rosario.
0 Rosario benedetto di Maria, Catena dolce che ci rannodi a Dio, vincolo di amore che ci unisci agli Angeli, torre di salvezza, negli assalti dell'inferno, porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più.
Tu ci sarai conforto nell'ora di agonia, a te l'ultimo bacio della vita che si spegne.
E l'ultimo accento delle nostre labbra sarà il nome tuo soave, o Regina del Rosario di Pompei, o Madre nostra cara, o Rifugio dei peccatori, o Sovrana consolatrice dei mesti.
Sii ovunque, benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo. Amen.

Salve Regina.

(1) Solo l'8 Maggio e la prima Domenica d’Ottobre - Supplica scritta da Beato Bartolo Longo.    

 

NOVENA ALLA MADONNA DI POMPEI.
(dal 29 aprile al 7 maggio)

O Santa Caterina da Siena, mia protettrice e maestra, assistimi e degnati di unirti a me in questa novena alla Regina del Rosario, che ha posto il trono delle sue grazie nella Valle di Pompei; per la tua intercessione fa' che io ottenga la desiderata grazia. Amen.
O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, come era nel principio , ora e sempre nei secoli dei seecoli. Amen.

1. O Vergine Immacolata, Regina del Rosario, in questi tempi di morta fede e di empietà trionfante hai voluto piantare il tuo seggio di Regina e di Madre sull'antica terra di Pompei. Da quel luogo dov'erano adorati idoli e demoni, Tu oggi, come Madre della divina grazia, spargi i tesori delle celesti misericordie. Da quel trono, o Vergine pietosa, rivolgi, o Madre, sopra di me gli occhi tuoi ed abbi pietà: ho tanto bisogno del tuo soccorso. Mostrati a me come a tanti altri vera Madre di misericordia: "Monstra te esse Matrem"; mentre con tutto il cuore Ti saluto e Ti invoco mia Sovrana e Regina.
Salve, o Regina...

2. Ai piedi del tuo trono, gloriosa Signora, l'anima mia Ti venera tra gemiti ed affanni… In queste angustie ed agitazioni in cui mi trovo, alzo confidente gli occhi a Te, che Ti sei degnata di eleggere per dimora le campagne di poveri e abbandonati contadini. Là Tu come Regina delle Vittorie levasti la tua voce potente per chiamare d'ogni parte d'Italia e del mondo i devoti tuoi figli ad erigerti un tempio. Muoviti a pietà: Tu che sei l'aiuto dei cristiani, liberami da queste tribolazioni in cui verso, Tu che sei la vita nostra, trionfa della morte che minaccia l'anima mia in questi pericoli in cui si trova esposta; ridonami la pace, la tranquillità, l'amore, la salute. Salve, o Regina...

3. Il sentire che tanti sono stati da Te beneficati perché ricorsi a Te con fede, rn'infonde coraggio d'invocarti a mio soccorso. Tu promettesti a San Domenico che chi vuole le grazie con il tuo Rosario le ottiene; ed io con il Rosario in mano Ti chiamo, o Madre, all'osservanza se. Tu stessa operi continui delle tue materne promesse. Tu stessa operi continui prodigi per chiamare i tuoi figli ad onorarti nel tempio di Pompei. Tu vuoi tergere le nostre lacrime, vuoi lenire i nostri affanni! Con il cuore sulle labbra con viva fede Ti chiamo e T'invoco: Madre mia, Madre cara, Madre bella, Madre dolcissima, aiutami! Madre e Regina del Santo Rosario di Pompei, non tardare ancora a stendermi la mano tua potente per salvarmi: il ritardo, mi porterebbe alla rovina. Salve, o Regina...

4. A chi dovrò ricorrere, se non a Te che sei sollievo dei miserabili, conforto degli abbandonati, consolazione degli afflitti? Lo confesso, sono indegno di ricevere grazie. Ma Tu sei Speranza di chi dispera, grande Mediatrice tra l'uomo e Dio, potente nostra Avvocata presso il trono dell'Altissimo, Rifugio dei peccatori! Di' una parola in mio favore al tuo Figliolo: egli ti esaudirà. Chiedigli, Madre, questa grazia di cui tanto ho bisogno... Tu puoi ottenermela: Tu, Speranza mia, mia Consolazione, mia Dolcezza, Vita mia. Così spero e così sia. Salve, o Regina...

5. Vergine e Regina del Santo Rosario, Figlia del Padre Celeste, Madre dei Figlio divino, Sposa dello Spirito Santo, Tu che tutto puoi presso la Santissima Trinità, impetra questa grazia a me necessaria, purché non sia di ostacolo alla mia salvezza eterna…; Te la domando per la tua Immacolata Concezione, per la tua divina Maternità, per i tuoi gaudii, per i tuoi dolori, per i tuoi trionfi: Te la domando per il Cuore dei tuo Gesù, per quei nove mesi che lo portasti in seno, per la sua morte di croce, per il suo Nome santissimo, per il suo Preziosissimo Sangue. Te la domando per il Cuore tuo dolcissimo, nel Nome tuo glorioso, o Maria, Stella del mare, Signora potente, Madre di dolore, Porta del Paradiso, Madre di ogni grazia. In Te confido, da Te tutto spero. Tu mi hai da salvare. Amen.

 

 

ATTO DI AFFIDAMENTO A MARIA DEL III MILLENIO.
Giubileo dei Vescovi - 8 Ottobre 2000.

1. "Donna, ecco il tuo figlio!" (Gv 19, 26)
Mentre volge al termine questo Anno Giubilare,
in cui Tu, o Madre, ci hai nuovamente offerto Gesù,
il frutto benedetto del tuo grembo purissimo,
il Verbo fatto carne, il Redentore del mondo,
risuona particolarmente dolce per noi questa sua parola
che a Te ci rinvia, facendoti nostra Madre:
"Donna, ecco il tuo figlio!".
Affidando a Te l'apostolo Giovanni,
e con lui i figli della Chiesa, anzi gli uomini tutti,
Cristo non attenuava, ma piuttosto ribadiva,
il suo ruolo esclusivo di Salvatore del mondo.
Tu sei splendore che nulla toglie alla luce di Cristo,
perché esisti in Lui e per Lui.
Tutto in Te è "fiat": Tu sei l'Immacolata,
sei trasparenza e pienezza di grazia.
Ecco, dunque, i tuoi figli, raccolti intorno a Te,
all’alba del nuovo Millennio.
La Chiesa oggi con la voce del Successore di Pietro,
a cui s’unisce quella di tanti Pastori
qui convenuti da ogni parte del mondo,
cerca rifugio sotto la tua protezione materna
ed implora con fiducia la tua intercessione
di fronte alle sfide che il futuro nasconde.

2. Tanti in questo anno di grazia
hanno vissuto, e stanno vivendo,
la gioia sovrabbondante della misericordia
che il Padre ci ha donato in Cristo.
Nelle Chiese particolari sparse nel mondo,
e ancor più in questo centro della cristianità,
le più svariate categorie di persone
hanno accolto questo dono.
Qui ha vibrato l'entusiasmo dei giovani,
qui si è levata l'implorazione degli ammalati.
Qui sono passati sacerdoti e religiosi,
artisti e giornalisti,
uomini del lavoro e della scienza,
bambini e adulti,
e tutti, nel tuo Figlio diletto, hanno riconosciuto
il Verbo di Dio, fatto carne nel tuo seno.
Ottienici, o Madre, con la tua intercessione,
che i frutti di quest'Anno non vadano dispersi,
e i semi di grazia si sviluppino
fino alla piena misura della santità,
a cui tutti siamo chiamati.

3. Vogliamo oggi affidarti il futuro che ci attende,
chiedendoti d’accompagnarci nel nostro cammino.
Siamo uomini e donne di un'epoca straordinaria,
tanto esaltante quanto ricca di contraddizioni.
L'umanità possiede oggi strumenti d’inaudita potenza:
può fare di questo mondo un giardino,
o ridurlo a un ammasso di macerie.
Ha acquistato straordinarie capacità d’intervento
sulle sorgenti stesse della vita:
può usarne per il bene, dentro l'alveo della legge morale,
o può cedere all'orgoglio miope
di una scienza che non accetta confini,
fino a calpestare il rispetto dovuto ad ogni essere umano.
Oggi come mai nel passato,
l'umanità è a un bivio.
E, ancora una volta, la salvezza è tutta e solo,
o Vergine Santa, nel tuo figlio Gesù.

4. Per questo, Madre, come l'Apostolo Giovanni,
noi vogliamo, prenderti nella nostra casa (cf Gv 19, 27),
per imparare da Te a conformarci al tuo Figlio.
"Donna, ecco i tuoi figli!".
Siamo qui, davanti a Te,
per affidare alla tua premura materna
noi stessi, la Chiesa, il mondo intero.
Implora per noi il Figlio tuo diletto,
perché ci doni in abbondanza lo Spirito Santo,
lo Spirito di verità che è sorgente di vita.
Accoglilo per noi e con noi,
come nella prima comunità di Gerusalemme,
stretta intorno a Te nel giorno di Pentecoste (cf At 1, 14).
Lo Spirito apra i cuori alla giustizia e all'amore,
induca le persone e le nazioni alla reciproca comprensione
e ad una ferma volontà di pace.
Ti affidiamo tutti gli uomini, a cominciare dai più deboli:
i bimbi non ancora venuti alla luce
e quelli nati in condizioni di povertà e di sofferenza,
i giovani alla ricerca di senso,
le persone prive di lavoro
e quelle provate dalla fame e dalla malattia.
Ti affidiamo le famiglie dissestate,
gli anziani privi di assistenza
e quanti sono soli e senza speranza.

5. O Madre, che conosci le sofferenze
e le speranze della Chiesa e del mondo,
assisti i tuoi figli nelle quotidiane prove
che la vita riserva a ciascuno
e fa’ che, grazie all’impegno di tutti,
le tenebre non prevalgano sulla luce.
A Te, aurora della salvezza, consegniamo
il nostro cammino nel nuovo Millennio,
perché sotto la tua guida
tutti gli uomini scoprano Cristo,
luce del mondo ed unico Salvatore,
che regna col Padre e lo Spirito Santo
nei secoli dei secoli. Amen.

 

 

SANTA MADRE DEL REDENTORE : O Santa Madre del Redentore, porta dei cieli, stella del mare, soccorri il tuo popolo che anela a risorgere. Tu che accogliendo il saluto dell'angelo, nello stupore di tutto il creato, hai generato il tuo Creatore madre sempre vergine, pietà di noi peccatori.

SOTTO LA TUA PROTEZIONE. Sotto la Tua protezione ci rifugiamo, o Santa Madre di Dio; non disdegnare le preghiere che t’innalziamo nella necessità, ma salvaci sempre da tutti i pericoli, o Vergine gloriosa e benedetta.

 

ALLA MADONNA.
Ricordati, o piissima vergine Maria, che non si è mai udito che qualcuno sia ricorso al tuo patrocinio, abbia implorato il tuo aiuto, chiesto la tua protezione e sia stato abbandonato. Animato da tale fiducia, a te ricorro, o Madre, o Vergine delle vergini, a te vengo e, peccatore pentito, mi prostro davanti a te. O Madre di Gesù, non disprezzare le mie preghiere, ma benevolmente ascoltami ed esaudiscimi. Amen.(Attribuita a San Bernardo)

 

POSA DELLO SPIRI'I'O SANTO
O Maria, figlia di Dio Padre, madre di Gesù, sposa dello Spirito Santo, tempio dell'unico Dio. Ti riconosciamo nostra sorella, meraviglia dell'umanità, portatrice di Cristo nostra vita, segno di speranza e di consolazione. Immagine ideale della Chiesa, rendici un cuor solo ed un'anima sola con te, per proclamare quanto grande è il Signore e riconoscere con gioia la sua presenza nel mondo. A te, scelta da Dio per una missione unica nella storia della salvezza, consacriamo noi stessi, la nostra attività e la nostra esistenza. Poni il tuo sigillo nel profondo delle nostre persone, perché rimaniamo sempre fedeli a Dio. Riversa su di noi il tuo amore di madre, accompagnaci nel cammino della vita; sazia la nostra fame col pane della Parola e dell'Eucaristia.

 

PER LA CHIESA
A te ci rivolgiamo, Madre della Chiesa, che hai accolto con disponibilità la chiamata di Dio. Fà che molti uomini e donne sappiano percepire ancora oggi la voce invitante del tuo Figlio "Seguimi!". Fa che trovino il coraggio di lasciare le loro famiglie, le loro occupazioni, le loro speranze terrene e seguano Cristo sulla via da lui tracciata. Stendi la tua mano materna sui Missionari sparsi in tutto il mondo, sui religiosi e le religiose che assistono gli anziani, i malati, gli impediti, gli orfani; su quanti sono impegnati nell'insegnamento, sui membri degli istituti secolari, fermenti silenziosi di opere buone; su coloro che nella clausura vivono di fede e di amore e impetrano la salvezza del mondo. Amen.

 

PREGHIERA A MARIA.
Maria, rendi il mio amore sorridente, perché sia ancor più ricco di amore! Fa in modo che il mio sorriso, possa esprimere la più pura bontà! Insegnami a dimenticare con un sorriso le mie preoccupazioni e le mie pene, per prestare attenzione soltanto alle gioie degli altri. Il mio volto sorridente renda i miei contatti col prossimo più cordiali e più caldi di fraternità. Conservami il sorriso nelle ore dolorose, perché anche in quei momenti io possa continuare a donarmi al prossimo. Aiutami a custodire in fondo al cuore quella gioia di amare che si manifesta attraverso il sorriso. Insegnami, Maria, a servire il Signore, con gioia, sorridendo, a qualunque costo.

 

CANTICO DELLA VERGINE O «MAGNIFICAT».(Luca 1. 46-55)
L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore. Perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore, ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza per sempre. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

 

PREGHIERA DI CONSACRAZIONE AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

 

O cuore immacolato di Maria,fente di bontà, mostra il tuo amore verso di noi. La fiamma del tuo cuore, o Maria, scenda su tutti gli uomini. Noi ti amiamo tanto. Imprimi nei nostri cuori il vero amore così da avere un continuo desiderio di te. 0 Maria, umile e mite di cuore, ricordati di noi quando siamo nel peccato. Tu sai che tutti gli uomini peccano. Donaci, per mezzo del tuo Cuore Immacolato la salute spirituale. Fa' che sempre possiamo guardare alla bontà del tuo Cuore materno e che ci convertiamo per mezzo della fiamma del tuo Cuore. Amen.

Consacrazione alla Madonna.

0 Maria, Regina del mondo, Madre di bontà, fiduciosi nella tua intercessione, noi affidiamo a te le nostre anime. Accompagnaci ogni giorno alla fonte della gioia. Donaci il Salvatore. Noi ci consacriamo a te, Regina dell'Amore. Amen.

 

Atto di speciale affidamento a Maria.

Maria, Madre di Gesù E Madre mia, in questo giorno io, piccolo figlio tuo, mi consacro totalmente a te, per vivere una vita santa, per essere tuo piccolo servo, perché tu, dolce Madre, possa contare sempre su di me, e possa aiutarti a portare a compimento in me il disegno d'amore che il Padre ha su ognuno di noi. Donami, o Madre di Gesù e Madre mia, la grazia di essere sempre fedele alla Chiesa e al santo Padre, e, unito a te, amare e adorare il Signore Gesù. Amen. Preghiera alla Madonna del Perpetuo Soccorso.

O Madre del Perpetuo Soccorso, molti sono coloro che prostrati dinanzi alla tua santa immagine, chiedono il tuo patrocinio. Tutti ti chiamano Il Soccorso dei Miseri e provano il beneficio della tua protezione.
Perciò anch’io ricorro a Te in questa mia tribolazione. Tu vedi, o cara madre, a quanti pericoli sono esposto; Tu vedi i miei innumerevoli bisogni. Afflizione e bisogni mi opprimono; sventura e privazioni mi portano desolazione nella mia casa; sempre e dovunque trovo una croce da portare.
O Madre, piena di misericordia, abbi pietà di me e della mia famiglia, ma in modo speciale aiutami adesso, in questa mia necessità. Liberami da ogni male; ma se è volontà di Dio che io continui a soffrire, dammi almeno la grazia di soffrire con pazienza ed amore.
Questa grazia io ti domando con tanta fiducia e questo io spero di ottenere da Te perchè sei la Madre del Perpetuo Soccorso.Amen.

 

 CORONCINA DELLA VERGINE DELLA MEDAGLIA MIRACOLOSA.
(per chiedere qualche grazia)

O Vergine Immacolata della Medaglia Miracolosa, che, mossa a pietà dalle nostre miserie, scendesti dal cielo per mostrarci quanta cura prendi alle nostre pene e quanto ti adoperi per allontanare da noi i castighi di Dio e ottenerci le sue grazie, soccorrici in questa presente nostra necessità e concedici le grazie che ti domandiamo.

Ave Maria. - O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te! (3 volte)

O Vergine Immacolata, che ci hai fatto dono della tua Medaglia, quale rimedio a tanti mali spirituali e corporali che ci affliggono, come difesa delle anime, medicina dei corpi e conforto di tutti i miseri, ecco che noi la stringiamo riconoscenti sul nostro cuore e ti domandiamo per essa di esaudire la nostra preghiera.

Ave Maria. - O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te! (3 volte)

O Vergine Immacolata, che hai promesso grandi grazie ai devoti della tua Medaglia, se ti avessero invocato con la giaculatoria da te insegnata, noi, pieni di fiducia nella tua parola, ricorriamo a te e ti domandiamo, per la tua Immacolata Concezione, la grazia di cui abbiamo bisogno.

Ave Maria. - O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te! (3 volte)

 

 

NOVENA PERPETUA. (Sacerdote e popolo insieme)

O Vergine Immacolata, - Madre di Dio e Madre nostra, - con la più viva fiducia nella tua potente intercessione, - tante volte manifestata per mezzo della tua Medaglia, - umilmente ti supplichiamo di volerci ottenere le grazie - che con questa Novena ti chiediamo.
(Breve pausa per formulare in silenzio le proprie richieste),

O Madonna della Medaglia Miracolosa, che sei apparsa a S. Caterina Labouré, nell'atteggiamento di Mediatrice del mondo intero e di ogni anima in particolare, noi mettiamo nelle tue mani. e affidiamo al tuo cuore le nostre suppliche. Degnati di presentarle al tuo Divin Figlio ed esaudirle, se esse sono conformi alla Divina Volontà e utili alle anime nostre. E, dopo aver innalzato verso Dio le tue mani supplichevoli, abbassale su di noi e avvolgici coi raggi delle tue grazie, illuminando le nostre menti, purificando i nostri cuori, affinché da te guidati, raggiungiamo un giorno la beata eternità. Amen.

PREGHIERA FINALE:

Ricordati, o piissirna Vergine Maria, che non si è mai sentito dire che alcuno abbia fatto ricorso al tuo patrocinio, implorato il tuo aiuto, chiesto la tua protezione e sia stato abbandonato. Animato da questa fiducia, anch'io ricorro a te o Madre, Vergine delle Vergini, a te vengo e, pentito, mi prostro davanti a te. Non respingere, o Madre dei Verbo, la mia supplica, ma ascolta benigna ed esaudiscimi. Amen.

SUPPLICA ALLA MEDAGLIA.

Da recitarsi alle 17 del 27 Novembre, festa della Medaglia, in ogni 27 del mese, ed in ogni urgente necessità.

O Vergine Immacolata, noi sappiamo che sempre ed ovunque sei disposta ad esaudire le preghiere dei tuoi figli esuli in questa valle di pianto, ma sappiamo pure che vi sono giorni ed ore in cui ti compiaci di spargere più abbondantemente i tesori delle tue grazie. Ebbene, o Maria, eccoci qui prostrati davanti a te, proprio in quello stesso giorno ed ora benedetta, da te prescelta per la manifestazione della tua Medaglia. Noi veniamo a te, ripieni di immensa gratitudine ed illimitata fiducia, in quest'ora a te sì cara, per ringraziarti del gran dono che ci hai fatto dandoci la tua immagine, affinché fosse per noi attestato d'affetto e pegno di protezione. Noi dunque ti promettiamo che, secondo il tuo desiderio, la santa Medaglia sarà il segno della tua presenza presso di noi, sarà il nostro libro su cui impareremo a conoscere, seguendo il tuo consiglio, quanto ci hai amato e ciò che noi dobbiamo fare, perché non siano inutili tanti sacrifici tuoi e del tuo divin Figlio. Sì, il tuo Cuore trafitto, rappresentato sulla Medaglia, poggerà sempre sul nostro e lo farà palpitare all'unìsono col tuo. Lo accenderà d'amore per Gesù e lo fortificherà per portar ogni giorno la propria croce dietro a Lui. Questa è l'ora tua, o Maria, l'ora della tua bontà inesauribile, della tua misericordia trionfante, l'ora in cui facesti sgorgare per mezzo della tua Medaglia, quel torrente di grazie e di prodigi che inondò la terra. Fai, o Madre, che quest'ora, che ti ricorda la dolce commozione del tuo Cuore, la quale ti spinse a venirci a visitare e a portarci il rimedio di tanti mali, fai che quest'ora sia anche l'ora nostra: l'ora della nostra sincera conversione, e l'ora del pieno esaudimento dei nostri voti. Tu che hai promesso proprio in quest'ora fortunata, che grandi sarebbero state le grazie per chi le avesse domandate con fiducia: volgi benigna i tuoi sguardi alle nostre suppliche. Noi confessiamo di non meritare le tue grazie, ma a chi ricorreremo, o Maria, se non a te, che sei la Madre nostra, nelle cui mani Dio ha posto tutte le sue grazie? Abbi dunque pietà di noi. Te lo domandiamo per la tua 1mmacolata Concezione e per l'amore che ti spinse a darci la tua preziosa Medaglia. O Consolatrice degli afflitti, che già ti inteneristi sulle nostre miserie, guarda ai mali da cui siamo oppressi. Fai che la tua Medaglia sparga su di noi e su tutti i nostri cari i tuoi raggi benefici: guarisca i nostri ammalati, dia la pace alle nostre famiglie, ci scampi da ogni pericolo. Porti la tua Medaglia conforto a chi soffre, consolazione a chi piange, luce e forza a tutti. - Ma specialmente permetti, o Maria, che in quest'ora solenne ti domandiamo la conversione dei peccatori, particolarmente di quelli, che sono a noi più cari. Ricordati che anch'essi sono tuoi figli, che per essi hai sofferto, pregato e pianto. Salvali, o Rifugio dei peccatori, affinché dopo di averti tutti amata, invocata e servita sulla terra, possiamo venirti a ringraziare e lodare eternamente in Cielo. Cosi sia.

Salve Regina e tre volte "O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te".I 7 PATER, AVE, GLORIA, MAGNIFICAT.Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

 


CREDO O SIMBOLO APOSTOLICO.
Credo in Dio Padre Onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocefisso, morì e fu sepolto. Discese agli inferi, il terzo giorno è resuscitato secondo le Scritture. E’ salito al cielo, siede alla destra del Padre e di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la Santa chiesa Cattolica, la Comunione dei Santi, la remissione dei peccati, la resurrezione della carne, la vita eterna.
Amen.

PADRE NOSTRO.
Padre nostro, che sei nei cieli sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.

AVE MARIA.
Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te, tu si benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

GLORIA AL PADRE.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, come era nel principio, ora e sempre nei secoli, nei secoli. Amen.
(Si ripetono per 7 volte).

MAGNIFICAT.
L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore
perchè ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio; ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili.
Ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, come era nel principio, ora e sempre nei secoli, nei secoli. Amen.

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

 

REGINA DEL CIELO.

Nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo. Amen.

(Si dice durante il tempo pasquale a mezzogiorno)

Regina del Cielo, rallegrati, alleluia.
Perchè il Tuo Figlio è risorto, alleluia.
E' risorto come aveva predetto, alleluia.
Prega per noi il Signore, alleluia.
Godi e rallegrati, Vergine Maria, alleluia.
Perchè il veramente risorto, alleluia.

PREGHIAMO:O Dio, che nella tua gloriosa risurrezione del tuo Figlio,
hai ridonato la gloria al mondo intero,
per intercessione di Maria Vergine, concedi a noi di
godere la gloria senza fine della vita eterna.
Per Cristo nostro Signore. Amen.
3 Gloria al padre...

Nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo. Amen.

 

DIO SIA BENEDETTO. Dio sia benedetto.
Benedetto il Suo Santo Nome.
Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo.
Benedetto il Nome di Gesù
Benedetto il suo Sacratissimo Cuore.
Benedetto il suo Preziosissimo Sangue.
Benedetto Gesù nel santissimo sacramento dell'altare.
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.
Benedetta la gran Madre di Dio, Maria Santissima.
Benedetta la sua Santa ed Immacolata Concezione
Benedetta la sua gloriosa Assunzione.
Benedetto il nome di Mari, Vergine e Madre.
Benedetto San Giuseppe suo castissimo sposo.
Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi.

 

Preghiera per la comunione spirituale

Gesù mio, credo che sei presente nel Santissimo Sacramento. Ti amo sopra ogni cosa e Ti desidero nell'anima mia. Poiché ora non posso riceverti nella Santa Comunione, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore. Come già venuto, Ti abbraccio e mi unisco a Te; non permettere che mi allontani più.

Ricordi d'amore per Gesù Eucaristico

"...Nelle crudeli purificazioni, quando lo spirito si sente straziare, quando anche il crogiolo brucia e l'inferno stesso sembra voler inghiottire l'anima, Gesù, dolce Gesù, soave Gesù, divino e adorato Gesù, Tu sai quanto allora Ti amo!
In ogni umiliazione Ti rivolgo uno sguardo, Cielo mio, che vuole dirti: Ti amo!
Se mi vinco in mille occasioni, è perché Ti amo, solo perché Ti amo, Amore degli amori.
Gesù, Gesù mio, fragranza di tutti i fiori, purezza più che di giglio e bianchezza più che di neve, vicino o lontano da Te, sempre in Te vivrà l'anima mia!..."


 

CONSACRAZIONE DEL GENERE UMANO A CRISTO RE

 

(Indulgenza plenaria se recitata pubblicamente nella solennità di Cristo Re, parziale ogni giorno)

O Gesù dolcissimo, o Redentore del genere umano, guarda a noi umilmente prostrati dinanzi al tuo altare. Noi siamo tuoi e tuoi vogliamo essere e per poter vivere a Te più strettamente congiunti, ecco che ognuno di noi oggi spontaneamente si consacra al tuo Sacratissimo Cuore.
Molti purtroppo non Ti conobbero mai; molti, disprezzando i tuoi comandamenti, Ti ripudiarono. O benignissimo Gesù, abbi misericordia degli uni e degli altri e attira tutti al tuo Cuore Santissimo. O Signore, sii il Re non solo dei fedeli che non si allontanarono mai da Te, ma anche dei figli prodighi che Ti abbandonarono; fa' che questi quanto prima ritornino alla casa paterna. Sii Re di coloro che vivono nell'inganno dell'errore o per discordia da Te separati; richiamali al porto della verità e all'unità della fede, affinché in breve si faccia un solo ovile sotto un solo Pastore. Largisci, o Signore, incolumità e libertà sicura alla tua Chiesa, largisci a tutti i popoli la tranquillità dell'ordine; fa' che da un capo all'altro della terra risuoni quest'unica voce: sia lode a quel Cuore divino, da cui venne la nostra salvezza; a Lui si canti gloria e onore nei secoli. Amen. (Pio XI)L'orologio della Passione

(da farsi specialmente durante la Quaresima)
Gesù sopportò per nostro amore. Si raccomanda la pratica di questo esercizio per la gloria di Dio, la salvezza delle anime e le proprie intenzioni particolari.

OFFERTA
Eterno Padre Ti offro tutte le riparazioni di Gesù durante questa ora e mi unisco alle sue intenzioni per la tua maggior gloria, per la salvezza mia e per quella di tutto il mondo.
(Con approvazione ecclesiastica)

ORE DELLA NOTTE
19 h. - Gesù lava i piedi ai- suoi
20 h. - Gesù, nell'ultima cena, istituisce l'Eucaristia (Lc. 22,19-20)
21 h. - Gesù prega nell'orto degli ulivi (Lc 22,39-42)
22 h. - Gesù entra in agonia e suda sangue (Lc 22,44)
23 h. - Gesù riceve il bacio di Giuda (Lc 22,47-48)
24h. - Gesù è preso e condotto ad Anna (Gv. 18,12-13)
01h. - Gesù è presentato al Sommo Sacerdote (Gv. 18,13-14)
02h. - Gesù è calunniato (Mt .26,59-61)
03h. - Gesù è aggredito e schiaffeggiato (Mt. 26,67)
04h. - Gesù è rinnegato da Pietro (Gv. 18,17.25-27)
05h. - Gesù nella prigione è schiaffeggiato da una delle guardie (Gv. 18,22-23)
06h. - Gesù è presentato al tribunale di Pilato (Gv 18,28-31)

ORE DEL GIORNO

07h. - Gesù è disprezzato da Erode (Lc. 23,11)
08h. - Gesù è flagellato (Mt. 27,25-26)
09h. - Gesù è coronato di spine (Gv 19,2)
10h. - Gesù è posposto a Barabba e condannato a morte (Gv 18,39)
11h. - Gesù è caricato della Croce e l'abbraccia per noi (Gv 19,17)
12h - Gesù è spogliato delle vesti e crocifisso (Gv 19,23)
13h. - Gesù perdona al buon ladrone (Lc 23,42-43)
14h - Gesù ci lascia Maria come Madre (Gv 19,25-27)
15h. - Gesù muore in Croce (Lc 23,44-46)
16h. - Il Cuore di Gesù è trapassato dalla lancia (Gv 19,34)
17h - Gesù è deposto tra le braccia di Maria (Gv 19,38-40)
18h - Gesù è sepolto (Mt 27,59-60) Preghiera alle Sante Piaghe di Gesù.

 

Recitare 1 Pater, Ave e Gloria, per ogni intenzione:

 

1 - per la Santa Piaga della mano destra;
2 - per la Santa Piaga della mano sinistra;
3 - per la Santa Piaga dei piede destro;
4 - per la Santa Piaga dei piede sinistro;
5 - per la Santa Piaga dei Sacro Costato;
6 - per il Santo Padre;
7 - per l'effusione dello Spirito Santo.

 

A Gesù crocifisso.

Eccomi, o mio amato e buon Gesù: prostrato alla tua presenza ti prego col fervore più vivo, di stampare nel mio cuore sentimenti di fede, di speranza, di carità, di dolore dei miei peccati e di proponimento di non più offenderti; mentre io con tutto l'amore e con tutta la compassione vado considerando le tue cinque piaghe cominciando da ciò che disse di Te, o mio Gesù, il santo profeta Davide: «Hanno forato le mie mani e i miei piedi; hanno contato tutte le mie ossa».Preghiera di abbandono.

Cuor di Gesù, Tu sai,Cuor di Gesù, Tu puoi, Cuor di Gesù, Tu vedi,Cuor di Gesù, provvedi,
Cuor di Gesù, concedi,Cuor di Gesù, io credo al tuo amore per me,
Cuor di Gesù, pensaci tu. Gesù: io confido in te! Gesù Misericordioso, noi crediamo e confidiamo in Te! Aiuta la nostra incapacità e debolezza, fa ti che possiamo far conoscere ed amare da tutti e che, fidenti nel Tuo amore, possiamo combattere il male in noi e nel mondo, per la Tua gloria e la nostra salvezza. Amen. Affidamento dei mali, dispiaceri, contrarietà a Gesù.

Gesù, nel tuo Cuore squarciato metto questa mia, la copro con la tua Passione e Morte, con le tue Sacre Piaghe, con il tuo Preziosissimo Sangue, con i dolori e le e le lacrime di Maria Santissima, con i meriti di San Michele Arcangelo e di tutta la corte celeste, con i meriti di San Giuseppe e di tutti i Santi Beati dei Cielo e con i meriti di tutti i Santi e Giusti della terra e delle Anime purganti.
Gesù, pensaci Tu! Io non ci penso più.

- Pater, Ave, Gloria.Prima di ogni stazione si recita:
- Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
- Perché con la tua santa Croce hai redento il mondo.

Dopo ogni stazione:
- 1 Pater, 1 Ave, 1 Gloria.
- Santa Madre, deh! Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

Prima Stazione:
Gesù è condannato a morte.Tutto il popolo disse: «Il Suo Sangue ricada sopra noi e sopra i nostri figli!». Allora Pilato liberò Barabba e consegnò Gesù ai soldati perché fosse croci. fisso (Mt. 27,, 2526).

Seconda Stazione:

Gesù è caricato della Croce.Presero dunque Gesù e lo condussero via. Ed Egli, portando la Croce, uscì verso il luogo chiamato Calvario, in ebraico Golgota (Gv. 19,16-17).

Terza Stazione:

La prima caduta.Il Signore fece ricadere su di Lui l'iniquità di noi tutti ed Egli ha portato il peccato della moltitudine (Isaia 15, 6 e 12).

Quarta Stazione:

Gesù incontra sua Madre.Guardate e vedete se c'è un dolore simile al mio! (Lam. 1, 12).

Quinta Stazione:

Gesù aiutato da Simone di Cirene.Nell'uscire trovarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e i soldati lo costrinsero a portare la Croce di Lui (Mt. 27,1-32).

Sesta Stazione:

La Veronica asciuga il Volto di Gesù.Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori, familiare con il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia (Isaia, 53, 2-3).

Settima Stazione:

La seconda caduta.Io sono prostrato nella polvere; dammi vita secondo la tua parola! (Sal 118, 25).

Ottava Stazione:

Gesù incontra le pie donne.Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltatosi verso le donne, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma su voi stesse e sui vostri figli» (Lc. 23, 27-29):

Nona Stazione:

La terza caduta.Gesù Cristo. pur essendo di natura divina umiliò se stesso, rendendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce: per questo Dio lo ha esaltato (Fil. 21 5-9).

Decima Stazione:

Gesù spogliato delle vesti.Io sono un verme e non un uomo, infamia degli uomini e rifiuto del mio popolo. Quelli che mi vedono mi scherniscono. mi guardano, mi osservano: si dividono le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte (Sal 21).

Undecima Stazione:

Gesù è inchiodato alla Croce.E giunsero al luogo detto Golgota, che tradotto significa luogo del teschio. Gli offersero del vino con mirra, ma Egli non ne prese. Poi lo crocifissero. Era l'ora terza quando lo crocifissero. Gesù diceva. «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno!» (Mc. 15, 22-25; Lc. 23, 34).

Dodicesima Stazione:

Gesù muore in Croce.Era verso mezzogiorno quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Gesù. gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito!». E, detto questo, spirò (Lc. 23, 45-46).

Tredicesima Stazione:

Gesù è deposto dalla Croce.Uno dei soldati gli trafisse il costato con la lancia: e subito ne uscì sangue e acqua... Poi Giuseppe d’ Arimatea, comprato un lenzuolo, calò Gesù dalla Croce (Gv. 19, 34; Mc. 15, 46).

Quattordicesima Stazione:

Gesù è sepolto.Giuseppe d'Arimatea, avvolse Gesù nel lenzuolo e lo depose in un sepolcro scavato nella roccia.

 Poi fece rotolare un masso contro l'entrata del sepolcro (Mc. 15,46).

 

Domanda di perdono e di misericordia (salmo 50)

Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; nel tuo grande amore cancella il mio peccato.

Lavami da tutte le mie colpe e mondami dal mio peccato.

Riconosco la mia colpa, il mio peccato mi sta sempre dinanzi.

Contro di te, contro te solo ho peccato; quello che è male ai tuoi occhi io l'ho fatto.

Distogli lo sguardo dai miei peccati e cancella tutte le mie colpe.

Crea in me, o Dio un cuore puro. rinnova m me uno spirito di fortezza e di santità.

Non respingermi dalla tua presenza, rendimi la gioia di essere salvato e sostieni in me un animo generoso.

 

Preghiera per il perdono e la salvezza (salmo 124)

A te, Signore, elevo l'anima mia; Dio mio in te confido: che io non sia confuso, e non trionfino su di me i miei nemici.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri; guidami nella tua verità e istruiscimi, perché tu sei il Dio della mia salvezza, in te ho sempre sperato.

Ricordati, Signore, del tuo amore e della tua fedeltà che è da sempre.

Non ricordare i peccati della mia giovinezza, ma trattami secondo la tua grande misericordia, o Signore.

Volgiti a me e allevia le angosce del mio cuore, perché sono solo e infelice. Vedi la mia miseria e la mia pena; perdona tutti i miei peccati.

 

Rendimento di grazie (salmo 137)

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore, perché hai ascoltato la mia preghiera. A te voglio cantare davanti agli angeli, mi prostro verso il tuo santo tempio.

Rendo grazie al tuo nome per la tua fedeltà e la tua misericordia. Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto, hai accresciuto in me la forza.

Se cammino in mezzo alla sventura, tu mi ridoni la vita; contro l'ira dei miei nemici stendi la mano e la tua destra mi salva.

La tua bontà, Signore, dura per sempre: non abbandonare l'opera delle tue mani.

 

PREGHIERA PER IL GIORNO DI DIGIUNO.

"Vorrei che la gente in questi giorni pregasse con me. E che preghi il più possibile! Che inoltre digiuni il mercoledì e il venerdì; che ogni giorno reciti almeno il Rosario: i misteri gaudiosi, dolorosi, gloriosi…" (14-8-1984)

Signore Dio, creatore dell'universo e mio creatore. Oggi Ti voglio ringraziare perché hai impresso nel mondo un ordine così meraviglioso. Grazie per avere dato fertilità alla madre Terra, che produce per noi ogni sorta di frutti! Grazie per il cibo che viene preparato coi frutti della terra! Padre, sono pieno di gioia per tutte le tue creature, per tutti i frutti, e Ti rendo grazie!Grazie, perché ogni giorno abbiamo bisogno di pane e perché ogni giorno abbiamo bisogno di dissetarci.Padre, grazie perché hai creato il mio organismo in modo tale che possa servirsi ogni giorno dei frutti detti terra, per potersi così sviluppare e servirti.Ti rendo grazie, Padre, per coloro che, con la loro intelligenza e con le loro fatiche, scoprono nuove possibilità di vita sulla terra.Grazie per coloro che posseggono tanti beni e ne danno agli altri. Grazie per coloro che nel momento stesso di mangiare questo pane terreno, sentono anche la fame del Pane celeste.Padre, grazie anche per quelli che oggi non hanno di che nutrirsi, poiché sono convinto che manderai loro il tuo aiuto tramite persone piene di bontà!Padre, oggi mi sono deciso a rare il digiuno.Con ciò non intendo disprezzare le cose che Tu hai creato, non intendo rinunciarvi, ma soltanto desidero scoprirle nuovamente. Mi sono deciso per il digiuno, perché hanno digiunato anche i tuoi profeti, perché ha digiunato anche il tuo Figlio Gesù Cristo, i suoi apostoli e i suoi discepoli.Mi sono deciso per il digiuno particolarmente perché ha digiunato anche la tua serva, la beata Vergine Maria Lei stessa mi ha invitato al digiuno:

"Cari figli! Oggi vi invito a cominciare a digiunare con il cuore.Vi sono molte persone che digiunano, ma fanno questo perchè lo fanno gli altri. E’ diventata un’abitudine, che nessuno vorrebbe interrompere. Chiedo alla parrocchia di digiunare in segno di ringraziamento, perché Dio mi ha permesso di rimanere così a lungo in questa parrocchia. Cari figli, digiunate e pregate con il cuore! Grazie per avere risposto alla mia chiamata!". (20-9-1984)

Padre, Ti offro oggi questa giornata di digiuno. Attraverso il digiuno desidero ascoltare e vivere con pio impegno la tua parola. Desidero, nel corso di questa giornata, imparare ad essere rivolto di più a Te, nonostante le cose che mi circondano. Con questo digiuno, che spontaneamente decido di fare, Ti prego per tutti coloro che soffrono di fame e che a causa di essa fomentano agitazioni nel mondo...

Ti offro questo digiuno anche per la pace del mondo. Le guerre arrivano perché siamo attaccati ai beni materiali: per difenderli o procurarceli, siamo pronti anche ad uccidere. Padre, Ti offro questo digiuno per coloro che sono totalmente schiavi delle cose materiali e non vedono alcun altro valore.

Ti prego per coloro che vivono in contrasto con gli altri, perché sono accecati dalle loro ricchezze. Padre, con questo digiuno aprimi gli occhi, perché possa vedere come tuo dono le cose che ho.

Mi pento per tanta cecità che si è impadronita anche dei miei sensi, per cui non so rendere grazie per le cose che possiedo. Mi pento di ogni cattivo uso dei beni materiali, perché ho apprezzato in modo sbagliato il loro valore. Attraverso il digiuno odierno rendimi capace di vedere più chiaramente Te e gli uomini che mi stanno intorno! Rendimi idoneo ad ascoltare più attentamente la tua parola! Fa che, tramite questo digiuno, cresca oggi il mio amore per Te e per il prossimo! Padre, ho deciso di nutrirmi oggi di solo pane, per comprendere meglio il valore del Pane celeste, la presenza del tuo Figlio nell'Eucarestia. Fa che attraverso il digiuno crescano in me la fede e la fiducia! Padre, mi sono deciso per il digiuno e lo accetto, perché so che in tal modo crescerà in me il desiderio di Te. Con gioia e
gratitudine ripenso alle parole del tuo Figlio: "Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli". Padre, rendimi povero davanti a Te. Dammi la grazia di capire, per mezzo del digiuno, come Tu mi sei necessario! Fa che tramite il digiuno cresca il mio desiderio per Te, che il mio cuore aneli verso di Te, come la cerva anela alle sorgenti dell'acqua e il deserto sospira le nuvole cariche di pioggia!

Padre, fa che attraverso questo digiuno cresca particolarmente in me la comprensione e la solidarietà verso chi ha fame e sete, verso coloro che hanno sufficienti beni materiali! Aiutami a capire ciò che non mi serve delle cose che possiedo, perché me ne possa privare in favore dei miei fratelli e sorelle bisognosi! Padre, Ti prego in special modo di concedermi la grazia di essere cosciente della mia condizione di pellegrino sulla terra, condizione che non mi permetterà, nel momento del passaggio all'altro mondo, di prendere con me nessuna cosa, tranne l'amore e le opere! Fa che, anche quando possiedo dei beni, e buon me la consapevolezza di non avere nulla di mio, ma che t ricevuto soltanto per esserne un amministratore fedele. Dammi la grazia, attraverso il digiuno, di diventare più unii pronto a compiere la tua volontà! Perciò purificami dall'egoismo e dalla superbia! Con questo digiuno liberami da ogni cattiva abitudine le mie passioni, fa che in me crescano le virtù. Fa che con digiuno la profondità della mia anima si apra alla tua grazia che questa mi purifichi e mi riempia completamente!Aiutami ad essere sempre simile a tuo Figlio, in ogni azione e in ogni prova, a respingere ogni seduzione, per poter di giorno in giorno divenire sempre più simile a Te e con maggior desiderio ricercare tua parola!

O Maria, Tu eri completamente libera nel tuo cuore; legata ad alcuna cosa, se non alla volontà del Padre. Implora per me la grazia di fare un digiuno gioioso, nel corso del quale il mio cuore possa cantare con Te il cantico della riconoscenza! Fa che la mia decisione relativa al digiuno sia forte e duratura! Le difficoltà e la fame che sentirò oggi, le voglio offrire per tutti gli uomini, Maria, prega per me! Per tua intercessione e per la forza della tua protezione, si allontanino da me ogni male ed ogni tentazione diabolica! Insegnami, o Maria, a digiunare e a pregare, perché in giorno divenga sempre più simile a Te e al tuo Figlio Gesù Cristo, nello Spirito Santo. Amen.

COMPIETA

 

- Volgiti a noi , o Dio Salvatore nostro: e allontana da noi il tuo sdegno.

- Dio, vieni in mio soccorso:

- Signore, aiutami e non tardare.

- Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo

- Come era nel principio, ora e sempre, nei secoli dei secoli.  Amen.

 

- Alleluia.

 

- Fratelli, prima di concludere la nostra giornata, riconosciamo i nostri peccati.

 

(Esame di coscienza)

 

Confesso a Dio Onnipotente e a voi fratelli che ho molto peccato in pensieri, parole, opere ed omissioni per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la Beata sempre Vergine Maria, gli angeli., i santi e voi fratelli di pregare per me il Signore Dio nostro.

Dio Onnipotente abbia misericordia di noi. perdoni i nostri Peccati e ci conduca alla Vita eterna. Amen.

 

Inno

 

Del giorno giunti al termine. O Re del mondo ascoltaci: la tua pietà dolcissima il nostro sonno vigili.

Reprimi tosto i demoni

i tristi sogni dissipa. dal male che ci affascina il corpo stanco libera.

 

Gesù per noi ti supplica: ascoltaci., o piissimo che regni in tutti i secoli con Lui e il Santo Spirito. Amen.

 

Antifona

- Sotto le sue ali troverai rifugio;- non temerai i terrori della notte.

 

Salmo 90

Tu che abiti al riparo dell'Altissimo e dimori all'ombra dell'Onnipotente, dì al Signore:

“Mio rifugio e mia fortezza., mio Dio, in cui confido”.

Egli ti libererà dal laccio del cacciatore, dalla peste che distrugge.

Ti coprirà con le sue penne sotto le sue ali troverai rifugio.

La sua fedeltà ti sarà scudo e corazza; non temerai i terrori della notte né la freccia che vola di giorno, la peste che vaga nelle tenebre, lo sterminio che devasta a mezzogiorno.

Mille cadranno al tuo fianco e diecimila alla tua destra;

ma nulla ti potrà colpire.

Solo che tu guardi, con i tuoi occhi,. vedrai il castigo degli empi.

Poiché il tuo rifugio è il Signore e hai fatto dell'Altissimo la tua dimora,

non ti potrà colpire la sventura,.

nessun colpo cadrà sulla tua tenda.

Egli darà ordine ai suoi angeli

di custodirti in tutti i tuoi passi.

Sulle loro mani ti porteranno

perché non inciampi nella pietra il tuo piede.

Camminerai su aspidi e vipere, schiaccerai leoni e draghi.

Lo salverò, perché a me si è affidato;

Mi invocherà e gli darò risposta presso di lui sarò nella sventura, lo salverò e lo renderò glorioso.

Lo sazierò di lunghi giorni

e gli mostrerò la mia salvezza.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era in principio

e ora e sempre nei secoli dei secoli.  Amen.

 

Antifona

- La comunità dei credenti

- era un cuor solo e un'anima sola.

 

Salmo 132

Ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme!

E' come olio profumato sul capo, che scende sulla barba,

lo esalterò, perché ha conosciuto il mio nome.

sulla barba di Aronne,

che scende sull'orlo della sua veste.

E' come rugiada dell’Ermon, che scende sui monti di Sion.

Là il Signore dona la benedizione e la vita per sempre.

 

Salmo 133

Ecco, benedite il Signore, voi tutti, servi del Signore;

voi che state nella casa del Signore durante le notti.

Alzate le mani verso il tempio e benedite il Signore.

Da Sion ti benedica il Signore, che ha fatto cielo e terra.

 

Salmo 116

Lodate il Signore., popoli tutti,, voi tutte, nazioni, dategli gloria;

perché forte è il suo amore per n e la fedeltà del Signore dura in e

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora e se nei secoli dei secoli. Amen.

 

LETTURE.

(1 Corinzi 16, 13-14)

Fratelli. vigilate, pregate, state nella fede, comportatevi da u siate forti nel Signore.  E tutto s tra voi nella carità.

Rendiamo grazie a Dio.

 

- Molta pace hanno coloro che amano la tua legge, o Signore.

- Molta pace hanno coloro che amano la tua legge, o Signore. e non v'è danno per loro nella tua legge, o Signore.

- Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

-  Molta pace hanno coloro che amano la tua legge, o Signore.

 

- Salvaci, o Signore, mentre stiamo vegliando.- Custodisci il nostro sonno.

- Perché possiamo vegliare in Cristo. - E riposare in pace.

 

Cantico di Simeone (Lc. 2, 29-32)

Ora lascia, o Signore,che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola;

perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli,

luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Santo .Come era nel principio, ora e se nei secoli dei secoli. Amen.

- Salvaci, o Signore, mentre vegliando.- Custodisci il nostro sonno.- Perché possiamo vegliare in Cristo

- E riposare in pace.

- Difendici, o Signore, come la pupilla del tuo occhio:- e nascondici all'ombra delle tue ali.

- Kyrie eleison.- Kyrie eleison.- Kyrie eleison.

 

ORAZIONE

Signore., visita la nostra casa e tieni lontane le insidie del nemico: i tuoi angeli buoni vi abitino e la custodiscano nella pace.  La tua benedizione sia sempre con noi.  La tua verità Signore Splenda sempre nei nostri cuori e distrugga ogni falsità del nemico.

Per Gesù Cristo nostro Signore.Amen.

 

- Il Signore ci benedica e ci esaudisca. - Amen.

- Diamo lode al Signore.

- Rendiamo grazie a Dio.

 

ALLA MADONNA

 

Ave., o Regina del Cielo:ave. o Signora degli angeli.

 

Ave., o Madre santissima,da cui è nata la Luce del mondo.

 

Godi, o Vergine gloriosa, sublime nella tua bellezza. Salve, o Vergine purissima

prega per noi Cristo  Signore.Nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo. Amen.

 ANGELUS

L'Angelo del Signore portò l'annuncio a Maria.

Ed Ella concepì per opera dello Spirito Santo.Ave Maria…

Ecco l'Ancella del Signore. Sia fatto di me secondo la tua parola.Ave Maria…

E il verbo si è fatto carne.E venne ad abitare in mezzo a noi.Ave Maria…

Prega per noi, Santa Madre di Dio.E saremo degni delle promesse di Cristo.

PREGHIAMO:

Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre, tu, che all’annuncio dell’Angelo ci hai rivelato l’incarnazione del tuo Figlio, per la sua passione e la sua croce guidaci alla gloria della risurrezione. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Gloria al padre…

Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. Amen.

Nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo. Amen.


 

LETTERE DI S. CHIARA AD AGNESE DI PRAGA

Introduzione

Agnese di Boemia era una delle donne più importanti di Europa. Figlia del re Otokar I de Boemia e di Costanza di Ungheria, da parte di madre era cugina di S. Elisabetta di Ungheria.

L'amicizia tra questa figlia della più alta nobiltà di stirpe regale e la più modesta figlia di Favarone di Offreduccio cavaliere di Assisi rappresenta una delle pagine più belle della storia del movimento religioso femminile del XIII secolo. Le due donne non si incontrarono mai. I loro contatti si limitarono allo scambio epistolare, che probabilmente fu più intenso di quanto le quattro lettere conservate testimonino. Eppure, malgrado questa rarefazione di rapporti, non vi èalcun dubbio che la loro amicizia fu determinante non solo per Agnese, ma anche per la stessa Chiara.

La Prima Lettera

Quando Chiara le scrisse la prima lettera (1234), Agnese era nel momento di svolta della sua vita. Essendo infatti stata allevata nella prospettiva di vantaggiose alleanze matrimoniali per la casa di Boemia, Agnese si era trovata, non molti anni prima, al centro di una contesa matrimoniale tra il re d'Inghilterra Enrico III e lo stesso imperatore Federico II. Le alterne vicende della politica europea però e soprattutto la morte del padre nel 1230 fecero fallire tutti questi progetti. In questi anni Agnese non era rimasta strumento passivo nella mano del padre e poi del fratello Venceslao, ma aveva mostrato doti e determinazione non comuni. La sua scelta religiosa trovò pieno compimento con l'incontro con i frati minori, alla loro prima missione in Boemia. Agnese si preoccupò della loro sistemazione, provvedendo alla realizzazione di un ospedale e poi di un convento, vicino al nuovo monastero destinato ad accogliere una comunità di damianite. Le prime cinque monache seguaci di Chiara arrivarono a Praga nel 1233, ma non da Assisi, bensì da Trento, probabilmente perché la vicinanza geografica e linguistica consentiva un più facile inserimento in Boemia. Nel novembre dello stesso anno fecero ingresso nel nuovo monastero le prime sette novizie boeme. Agnese invece aspettò ancora sei mesi, fino alla Pentecoste del 1234, giorno in cui, in una cerimonia tra le più solenni, alla presenza di sette vescovi e di tutta la famiglia reale, prese l'abito di S. Chiara.

Di tutti questi episodi ci sono ampi riferimenti nella prima lettera di Chiara ad Agnese, che deve essere stata scritta poco prima o poco dopo. E' un primo contatto: Chiara infatti usa il "voi" (mentre nelle lettere successive userà un più familiare "tu"). E' allo stesso tempo una lettera molto rispettosa - come si conviene ad una missiva indirizzata ad una donna, che, seppure più giovane, è ei rango sociale tanto elevato - ma anche molto esplicita nel presentare l'ideale di povertà proprio delle comunità di damianite. Ben 16 sui 35 versetti che costituiscono la lettera, infatti, contengono un bell'inno alla povertà, in cui tra l'altro Chiara mette in mostra una non banale sensibilità letteraria. Naturalmente non va trascurato il fatto che, con tutta probabilità, Chiara dettava i suoi testi e che quindi uno o più copisti parteciparono alla redazione definitiva. I contenuti di questo "inno alla povertà", come del resto l'insieme delle lettere, sono così tipicamente clariani, che nessuno oggi mette in discussione il fatto che Chiara ne sia la sostanziale autrice.

La Seconda Lettera

Pochi mesi dopo la sua entrata in monastero Agnese aveva ottenuto dal papa Gregorio IX ( l'antico cardinale Ugolino dei Conti di Segni, protettore dell'Ordine ed amico personale di Francesco e di Chiara) una bolla con la quale la Sede Apostolica si assumeva la proprietà dell'Ospedale e del monastero da lei fondato. Era il primo passo della giovane principessa verso una vita di assoluta povertà. In seguito, per meglio uniformarsi allo spirito di San Damiano, Agnese chiese al papa di poter seguire anche a Praga la forma di vita che Francesco aveva composto per Chiara e per le sue compagne. Gregorio IX si rifiutò, specificando che, a suo avviso, il santo, con spirito materno, aveva dato a Chiara la piccola forma di vita (formula vita) come latte da bere, ma che ora Agnese e le sue sorores avrebbero dovuto seguire la Regola di Benedetto con l'aggiunta delle Costituzioni da lui stesso preparate quando ancora era cardinale. Forse per venire incontro al desiderio di Agnese di legarsi intimamente alle consuetudini di San Damiano però il papa, in quella stessa occasione, concedeva anche al monastero di Praga una sorta di Privilegium paupertatis.

La seconda delle lettere conservate va collocata nel tempo intermedio tra la richiesta di Agnese (della quale probabilmente Chiara era a conoscenza) e la risposta del pontefice, in ogni caso dunque prima del 1238.

Tutto il contenuto, a cominciare dal saluto iniziale in cui Chiara augura "salutem et semper in summa vivere paupertate", ècentrato sul tema della povertà, cui sono dedicati ben 24 versetti sui 26 complessivi. Il passaggio più controverso è quello riferito ad Elia, verso il quale Chiara mostra di avere grande rispetto e considerazione. Che Chiara, della quale sono noti i rapporti di amicizia con Leone e gli altri socci di Francesco, possa esser stata in buona relazione anche con Elia appare strano a chi legga la storia dei primi decenni francescani alla luce della successiva contrapposizione tra Spirituali e Comunità. Ma questa profonda amicizia di Chiara con Elia non appare forse come un indizio di un qual certo legame tra i membri della prima generazione francescana, che furono accolti nell'Ordine da Francesco stesso? Tale legame fu forse più forte di quanto non appaia oggi nelle fonti e Chiara sembra aver avuto, in sebi a questa prima generazione francescana, un ruolo non secondario.

La Terza Lettera

Anche la terza lettera deve essere stata scritta più o meno nello stesso periodo della seconda. Questa volta pero Chiara risponde ad un preciso quesito di Agnese riguardo al digiuno e lo fa sotto l'autorità di uno scritto che Francesco stesso avrebbe lasciato per le sorores di San Damiano (che purtroppo è andato perduto). Emerge dalla lettera il desiderio grande di Agnese di conformarsi in tutto alle consuetudini di vita di Chiara e delle sue sorores e, al tempo stesso, la gioia di quest'ultima nel percepire tale determinazione di Agnese, al punto che non esita a dire: "per usare propriamente le parole dell'Apostolo stesso, ti considero adiutrice di Dio stesso e colei che solleva le membra cadenti del suo corpo ineffabile". Qui il riferimento è a 1 Cor. 3,9 e Rm. 16,3 laddove Paolo attribuisce il titolo di "collaboratore di Dio" allo stesso ministero apostolico. Il ragionamento di Chiara appare quanto mai forte: Agnese, rinunciando a vanità e superbia ed abbracciando umiltà e povertà può essere considerata al pari degli apostoli. E' forse la prima volta, nella storia della Chiesa, che un tale titolo viene applicato al femminile.

La Quarta Lettera

L'ultima lettera ad Agnese si riferisce invece agli ultimi tempi della vita di Chiara. Tra la prima e l'ultima sono passati dunque circa vent'anni, durante i quali l'amicizia tra le due donne, così lontane eppure così vicine, si è andata rafforzando. Non sempre la corrispondenza è stata serrata come avrebbero desiderato le due protagoniste, e di questo Chiara si scusa nell'inizio della lettera, dicendo: "non credere in alcun modo che l'incendio della carità verso di te arda meno soavemente nelle viscere di tua madre. Questo è l'impedimento: la mancanza di messaggeri e i manifesti pericoli delle strade".

Quest'ultima missiva è quasi un testamento spirituale: sono predominanti i temi del martirio e delle nozze mistiche, che ricevono una luce particolare dalla circostanza che Chiara sente prossima la sua morte e quindi il suo incontro con il Signore. E' per questo stesso motivo che questa lettera è anche lo scritto di Chiara con il più alto numero di citazioni del Cantico dei Cantici. La conclusione segna forse l'apice del sentimento affettuoso di Chiara verso Agnese: "O figlia benedetta, poiché la dilezione che ho verso di te in alcun modo si potrebbe esprimere più pienamente con lingua carnale, ciò che ti ho scritto incompiutamente, ti prego di accoglierlo benignamente e devotamente, badando in esso almeno all'affetto materno, del cui ardore di carità ogni giorno ardo per te e per le figlie tue, alle quali raccomanda molto me e le mie figlie in Cristo".

Agnese di Boemia, che è stata proclamata santa il 12 nov. 1989, ha conosciuto solo negli ultimi anni l'attenzione che meritava da parte degli studiosi.

 

Le Lettere  :PRIMA LETTERA
alla Beata Agnesa di Praga
(Prima dell'11 giugno 1234)

(1) Alla venerabile e santissima vergine, donna Agnese, figlia dell'eccellentissimo e illustrissimo re di Boemia, (2) Chiara, serva indegna di Gesù Cristo e inutile ancella delle donne incluse del monastero di San Damiano, sua suddita in tutto e ancella , ogni raccomandazione di sé, con riverenza speciale, per ottenere la gloria dell'eterna felicità.

(3) Udendo l'onestissima fama della vostra santa conversazione e della vostra santa vita, che non solo fino a me è giunta, ma è stata splendidamente divulgata in quasi tutta la terra, godo molto nel Signore ed esulto; (4) di questo, non solo io personalmente, posso esultare, ma tutti coloro che fanno e desiderano di fare il servizio di Gesù Cristo.

(5) Di qui viene che, mentre avreste potuto godere, più degli altri, delle pompe, degli onori e della dignità del secolo, potendo con gloria eccellente sposare legittimamente l'illustre imperatore, come sarebbe stato conveniente alla vostre e alla sua eccellenza, (6) rigettando tutto ciò, avete scelto, con tutta l'anima e con tutto lo slancio del cuore, piuttosto la santissima povertà e la penuria del corpo, (7) prendendo uno sposo di più nobile origine, il Signore Gesù Cristo, che custodirà la vostra verginità sempre immacolata e intatta.

(8) Amandolo, siete casta, toccandolo, diventerete più monda, accogliendolo in voi, siete vergine;

(9) la sua potenza è più forte, la generosità più elevata, il suo aspetto più bello, l'amore più soave
e ogni grazia più fine. (10) Già siete stretta dagli amplessi di lui, che il vostro petto ha ornato di pietre preziose e alle vostre orecchie ha messo perle inestimabili, (11) e vi ha tutta avvolta di primaverili
e corrusche gemme e vi ha incoronata con una corona d'oro espressa con il segno della santità.

(12) Quindi, sorella carissima, o piuttosto signora straordinariamente degna di ogni venerazione, perché siete sposa e madre e sorella del mio Signore Gesù Cristo, (13) splendidissimamente insignita del vessillo dell'inviolabile verginità e della santissima povertà, siate corroborata nel santo servizio, incominciato con ardente desiderio, del povero Crocifisso, (14) che per noi tutti sopportò la passione della croce, strappandoci al potere del principe delle tenebre, nel quale per la trasgressione del primo parente eravamo tenuti legati, e riconciliandoci con Dio Padre Onnipotente.

(15) O beata povertà, a quelle che l'amano e l'abbracciano le ricchezze eterne!

(16) O santa povertà, a loro che l'hanno e la desiderano è promesso da Dio il regno dei cieli
e l'eterna gloria e la vita beata senza alcun dubbio è concessa!

(17) O pia povertà, che il Signore Gesù Cristo, il quale reggeva e regge il cielo e la terra,
e disse anche e le cose furono fatte, si è degnato al di sopra di tutto abbracciare!

(18) Le volpi infatti hanno tane, ha detto, e gli uccelli del cielo nidi, ma il Figlio dell'uomo, cioè Cristo, non ha dove posare il capo, ma piegato il capo rese lo spirito.

(19) Se dunque un tanto e tale Signore venendo in un utero verginale, volle apparire nel mondo disprezzato, indigente e povero, (20) affinché gli uomini, che erano poverissimi e indigenti, soffrendo l'estrema indigenza di nutrimento celeste, in lui diventassero ricchi possedendo i regni celesti, (21) esultate molto e rallegratevi, ripiena d'immensa gioia e di letizia spirituale, (22) poiché, essendovi piaciuto di più il disprezzo del mondo che gli onori, la povertà più che le ricchezze temporali e nascondere tesori piuttosto in cielo che in terra, (23) là dove né la ruggine li consuma né la tignola li distrugge e i ladri né saccheggiano né rubano, la vostra ricompensa è copiosissima nei cieli, (24) e quasi degnamente avete meritato di essere chiamata sorella, sposa e madre del Figlio del Padre Altissimo e della gloriosa Vergine.

(25) Credo infatti fermamente che abbiate appreso che il regno dei cieli non è promesso e donato dal Signore che ai poveri, perché, quando si ama una cosa temporale, si perde il frutto della carità; (26) ché non si può servire a Dio e a mammona, perché o si ama l'uno o si odia l'altro e o si serve l'uno e si disprezza l'altro; (27) e uno vestito non può lottare con uno nudo, perché chi ha donde essere tenuto cade a terra più presto; (28) e rimanere glorioso nel secolo e regnarvi con Cristo, giacché un cammello potrà passare per la cruna di un ago, prima che un ricco ascenda ai regni celesti. (29) Perciò gettaste le vesti, cioè le ricchezze temporali, per essere in grado assolutamente di non soccombere di fronte al lottatore, per poter entrare per la via stretta e la porta angusta nei regni celesti.

(30) Quale grande e lodevole scambio: abbandonare le cose temporali per le eterne, meritare i beni celesti per i terrestri, ricevere il centuplo per uno e possedere la vita beata.

(31) Perciò ho pensato che bisognava supplicare la eccellenza e la santità vostra con umili preghiere, nelle viscere di Cristo, per quanto posso, in modo tale che vi lasciate fortificare nel suo santo servizio, (32) crescendo di bene in meglio, di virtù in virtù, affinché colui che servite con tutto il desiderio del vostro spirito, si degni di elargire i premi desiderati.

(33) Vi scongiuro anche nel Signore, come posso, di volere, nelle vostre sante preghiere, raccomandare me, vostra serva, anche se inutile, e le altre sorelle a voi devote, dimoranti con me in monastero. Con l'aiuto di esse e (preghiere), possiamo meritare la misericordia di Gesù Cristo, affinché meritiamo di godere insieme con voi l'eterna visione.

(34) State bene nel Signore e pregate per me.

 

SECONDA LETTERA alla Beata Agnese di Praga
(Tra il 1234 e il 1238),

(1) Alla figlia del Re dei re, ancella del Signore dei signori, sposa degnissima di Gesù Cristo e perciò regina nobilissima donna Agnese, (2) Chiara, ancella inutile e indegna delle povere dame, salute e che viva sempre nella somma povertà.

(3) Rendo grazie al dispensatore della grazia, dal quale crediamo che emanino ogni dono ottimo e ogni donazione perfetta, perché ti ha ornata di tanti titoli di virtù e ti ha fatta brillare per le insegne di tanta perfezione, (4) affinché, divenuta imitatrice attenta del Padre perfetto, meriti di diventare tanto perfetta, che i suoi occhi non vedano in te nulla d'imperfetto.

(5) Questa èquella perfezione, per la quale il Re stesso ti associerà a sènell'etereo talamo, dove siede glorioso su un trono di stelle, (6) perché disprezzando i fastigi del regno terremo e ritenendo poco degne le offerte di un matrimonio imperiale, (7) diventata emula della santissima povertà in spirito di grande umiltà e di ardentissima carità hai calcato le vestigia di colui, con il quale hai meritato di unirti in matrimonio.

(8) Ma sapendo che tu sei carica di virtù, tralasciando la prolissità delle parole, non voglio caricarti di parole superflue, (9) anche se a te nulla sembri superfluo di quelle dalle quali ti possa provenire qualche consolazione. (10) Ma poiché una sola cosa ènecessaria, io questa sola attesto e ti avverto per amore di colui, al quale ti sei offerta come santa e gradevole ostia, (11) che memore del tuo proposito come una seconda Rachele, vedendo sempre il tuo principio, tu tenga ciò che tieni, faccia ciò che fai senza lasciar perdere.  (12) ma con rapida corsa, con passo leggero, senza intoppi ai piedi cosicché neanche i tuoi passi raccolgano la polvere,  (13) godendo sicura e alacre proceda cautamente per il sentiero della beatitudine;

(14) non fidandoti di nulla, non consentendo a nulla, che ti volesse revocare da questo proposito,
che ti ponesse nella strada uno scandalo, per non farti adempiere i tuoi voti all'Altissimo in quella perfezione, nella quale lo Spirito del Signore ti ha chiamata.

(15) Ma in questo, per camminare più sicuramente sulla via dei comandamenti del Signore, segui il consiglio del nostro venerabile padre, nostro fratello Elia, ministro generale; (16) preferiscilo ai consigli degli altri e considerarlo come il più caro dei doni.

(17) Che se qualcuno ti dicesse altra cosa,ti suggerisse altro,
che possa impedire la tua perfezione,
che paresse contrario alla vocazione divina, benché tu debba venerarlo, non volerne seguire il consiglio,
(18) ma vergine povera, abbraccia il Cristo povero.

(19) Vedi che si è fatto spregevole per te e seguilo, fatta tu stessa spregevole per lui in questo mondo. (20) Nobilissima regina, guarda, considera, contempla, desiderando di imitarlo, il tuo sposo, il più bello tra i figli degli uomini, fattosi per la tua salvezza il più vile degli uomini, disprezzato, percosso e flagellato in tutto il corpo in molti modi, morente tra le angosce stesse della croce.

(21) Se soffrirai con lui, con lui regnerai, condolendoti, godrai con lui, morendo con lui nella croce della tribolazione, con lui possiederai negli splendori dei santi le dimore celesti

(22) e il tuo nome sarà notato nel libro della vita per divenire glorioso tra gli uomini.

(23) Perciò in eterno e nei secoli dei secoli, avrai parte alla gloria del regno celeste in cambio delle cose terrene e transitorie, ai beni eterni in cambio dei beni perituri e vivrai nei secoli dei secoli.

(24) Sta bene, carissima sorella e signora, per il Signore tuo sposo; (25) e pensa, nelle tue devote preghiere, di raccomandare me con le mie sorelle, noi che godiamo dei beni del Signore, che in te opera per sua grazia. (26) Raccomandaci anche molto alle tue sorelle.

 

TERZA LETTERA alla Beata Agnese di Praga
(Inizio 1238)

(1) Alla signora per lei reverendissima nel Cristo e alla sorella da amare prima di tutte le mortali, Agnese, sorella dell'illustre re di Boemia, ma ora sorella e sposa del sommo Re dei cieli, (2) Chiara, umilissima e indegna ancella del Cristo e serva delle povere dame, gaudi della salvezza nell'autore della salvezza e tutto ciò che di meglio si può desiderare.

(3) Poiché dalla tua buona salute, dallo stato felice e dai prosperi successi arguisco che nella corsa intrapresa per ottenere la ricompensa celeste, sei piena di vigore, sono piena di tanto gaudio (4) e respiro tanta esultanza nel Signore, quanto conosco e considero che tu supplisci meravigliosamente in me e nelle altre sorelle il difetto nella imitazione delle vestigia di Gesù Cristo povero e umile.

(5) Veramente posso godere, né alcuno potrebbe farmi aliena a tanto gaudio, (6) mentre, tenendo già ciò che sotto il cielo ho ardentemente desiderato, ti vedo, sostenuta da una meravigliosa prerogativa di sapienza proveniente dalla bocca stessa di Dio, soppiantare in una maniera terribile e inopinata le astuzie dello scaltro nemico, l'orgoglio che perde la natura umana, la vanità che rende stolti i cuori umani; (7) e ti vedo abbracciare con l'umiltà, la forza della fede e le braccia della povertà, il tesoro incomparabile nascosto nel campo del mondo e dei cuori umani, con il quale si compra colui dal quale tutto èstato fatto dal nulla; (8) e per usare propriamente le parole dell'Apostolo stesso, ti considero adiutrice di Dio stesso e colei che solleva le membra cadenti del suo corpo ineffabile.

(9) Chi direbbe dunque che non godo di tante mirabili gioie? (10) Godi dunque sempre nel Signore anche tu, carissima, (11) né ti inviluppino l'amarezza e la nebbia, o dilettissima signora in Cristo, gaudio degli angeli e corona delle sorelle; (12) fissa la tua mente nello specchio dell'eternità, fisa la tua anima nello splendore della gloria, (13) fissa il tuo cuore nella effigie della divina sostanza e attraverso la contemplazione trasforma tutta te stessa nell'immagine della sua divinità,
(14) per sperimentare anche tu ciò che provano gli amici gustando la nascosta dolcezza, che Dio stesso ha riservato fin dall'inizio ai suoi amanti. (15) E lasciati affatto da parte quelli che, nel mondo fallace e perturbabile irretiscono i loro ciechi amanti, ama totalmente colui, che per il tuo amore ha donato tutto se stesso, (16) la cui bellezza ammirano il sole e la luna, i cui premi e la loro preziosità e grandiosità non hanno fine; (17) voglio dire il Figlio dell'Altissimo, che la Vergine ha partorito e dopo il parto del quale èrimasta vergine. (18) Sta attaccata alla dolcissima madre sua, che ha generato un tale Figlio, che i cieli non potevano contenere, (19) e tuttavia ella ha raccolto nel piccolo chiuso del sacro utero e ha portato nel grembo di adolescente.

(20) Chi non aborrirebbe le insidie del nemico del genere umano, che per mezzo del fasto di momentanee e fallaci glorie spinge a ridurre a nulla ciò che èpiù grande del cielo? (21) Ora èchiaro che, per grazia di Dio, la più degna di tutte le creature, l'anima dell'uomo fedele, èpiù grande del cielo, (22) poiché i cieli, con le altre creature, non possono contenere il Creatore e solo l'anima fedele èsua dimora e suo seggio, e ciò soltanto grazie alla carità di cui mancano gli empi, (23) come dice la Verità: Chi ama me sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò, e verremo a lui e faremo dimora presso di lui.

(24) Come dunque la gloriosa Vergine delle vergini lo ha portato materialmente, (25) così anche tu, seguendo le sue vestigia, specialmente quelle della umiltà e della povertà, lo puoi sempre portare, senza alcun dubbio, spiritualmente in un corpo casto e verginale, (26) contenendo colui dal quale tu e ogni cosa siete contenute, possedendo ciò che anche paragonato con gli altri possessi transeunti di questo mondo possiederai più fortemente. (27) In ciò s'ingannano certi re e regine mondani, (28) le cui superbie, anche se ascendessero fino al cielo e il cui capo anche toccasse le nubi, alla fine saranno ridotti a un letamaio.

(29) A proposito delle cose per le quali tu mi hai già domandato di aprirmi a te, (30) cioèquali sarebbero le feste - come credo tu abbia fino a un certo punto calcolato - che il nostro gloriosissimo padre san Francesco ci avrebbe esortato di celebrare in modo speciale con una variazione di cibi, ho pensato che bisognava rispondere alla tua carità. (31) La tua prudenza avrà saputo che, eccettuate le deboli e le malate, per le quali ci ha esortato e comandato a usare ogni discrezione possibile riguardo a ogni cibo, (32) nessuna di noi sana e valida dovrebbe mangiare se non cibi quaresimali soltanto, tanto nei giorni feriali che in quelli festivi, digiunando ogni giorno, (33) eccettuate le domeniche e il Natale del Signore, nei quali dovremmo mangiare due volte al giorno. (34) E così pure il giovedì, in tempo ordinario, a volontà di ciascuna, cosicché chi non volesse non sarebbe tenuta a digiunare. (35) Tuttavia noi sane digiuniamo ogni giorno, eccetto la domenica e il Natale. (36) Per tutto il tempo di Pasqua però, come dice lo scritto del beato Francesco, e nelle festività di Santa Maria e dei santi apostoli nemmeno siamo tenute, salvo che queste feste non cadano di venerdì; (37) e come èstato detto sopra, sempre che siamo sane e valide, noi mangiamo cibi quaresimali.

(38) Ma siccome la nostra carne non è carne di bronzo, né la nostra forza è la forza della pietra, (39) ché anzi siamo fragili e proclive a ogni debolezza corporale, (40) carissima, io ti prego e ti domando nel Signore di ritrarti saggiamente e discretamente da una certa austerità nell'astinenza, indiscreta e impossibile, che ho saputo tu hai intrapreso, (41) affinché vivente confessi il Signore, e renda al Signore il tuo ossequio ragionevole e il tuo sacrificio sempre condito di sale.

(42) Sta bene nel Signore, come io mi auguro di stare bene e raccomanda sia me che le mie sorelle nelle tue sante orazioni.

QUARTA LETTERA alla Beata Agnese di Praga
(tra il febbraio e i primi di agosto 1253)

(1) Alla metà dell'anima sua e allo scrigno dell'amore singolare del suo cuore, all'illustre regina, alla sposa dell'Agnello Re eterno, a donna Agnese, madre sua carissima e figlia fra tutte le altre speciale, (2) Chiara, indegna serva di Cristo e ancella inutile delle sue ancelle che dimorano nel monastero di San Damiano di Assisi, (3) salute e che con trono di Dio e dell'Agnello e che segua l'Agnello dovunque andrà.

(4) O madre e figlia, sposa del Re di tutti i secoli, benché non ti abbia scritto frequentemente, come la tua e la mia anima ugualmente desiderano e in certo modo bramano, non meravigliarti (5) e non credere in alcun modo che l'incendio della carità verso di te arda meno soavemente nelle viscere di tua madre. (6) Questo èl'impedimento: la mancanza di messaggeri e i manifesti pericoli delle strade. (7) Ma ora, scrivendo alla tua carità godo ed esulto con te nel gaudio dello spirito, o sposa di Cristo, (8) perché come l'altra vergine santissima, santa Agnese, sei stata meravigliosamente fidanzata all'Agnello immacolato, che toglie i peccati del mondo, abbandonate tutte le vanità di questo mondo.

(9)Felice certo colei a cui è dato di godere di questo sacro banchetto, per aderire con tutte le fibre del suo cuore a colui  (10) del quale tutte le beate armate dei cieli ammirano incessantemente la bellezza,

(11) il cui amore appassionata, la cui contemplazione ristora, la cui benignità sazia; (12) la cui soavità riempie, la cui memoria brilla soavemente,  (13) al cui odore i morti rivivranno, la cui visione gloriosa renderà beati tutti i cittadini della celeste Gerusalemme; (14) poiché egli è lo splendore dell'eterna gloria, il candore della luce eterna e lo specchio senza macchia.

(15) Questo specchio, guardalo ogni giorno, o regina, sposa di Gesù Cristo, e di continuo scruta attentamente in lui il tuo volto, (16) cosicché interiormente ed esternamente tutta ti adorni, avvolta e cinta di vari colori, (17) adornata pure con i fiori e le vesti di tutte le virtù, come conviene, figlia e sposa carissima del sommo Re. (18) In questo specchio poi rigulge la beata povertà, la santa umiltà e l'ineffabile carità, come potrai contemplare in tutto lo specchio, con la grazia di Dio.

(19)Considera, dico, il principio di questo specchio, la povertà di colui che èstato posato in un presepe e avvolto in pannicelli. (20) O ammirabile umiltà, o stupenda povertà! (21) Il Re degli angeli, il Signore del Cielo e della terra posato nel presepe. (22) In mezzo allo specchio poi considera l'umiltà, almeno la beata povertà, gli innumerevoli disagi e le pene che ha sostenuto per la redenzione del genere umano. (23) Alla fine di questo stesso specchio contempla la carità ineffabile, per la quale ha voluto patire sull'albero della croce e morirvi con un genere di morte più turpe di ogni altro.

(24) Così lo stesso specchio, posto sul legno della croce, ammoniva egli stesso i passanti di ciò che là bisognava considerare, dicendo: (25) O voi tutti che passate per via, considerate e vedete se c'è un dolore pari al mio; (26) rispondiamo, dice, d'un solo spirito, a colui che grida e si lamenta d'una sola voce: Nella mia memoria mi ricorderò e la mia anima in me si struggerà.

(27) Possa tu dunque, o regina del celeste Re, accenderti sempre più fortemente di questo ardore di carità (28) Contemplando inoltre le indicibili sue delizie, ricchezze e onori perpetui (29) e sospirando per l'eccessivo desiderio e amore del cuore, proclami:

(30) Trascinami dietro a te, corriamo seguendo l'odore dei tuoi unguenti, sposo celeste!

(31) Correrò e non verrò meno, finché tu non m'introduca nella cella del vino, (32) finché la tua sinistra non sia sotto il mio capo e la tua destra non mi abbracci felicemente, e tu mi baci con il più felice bacio della tua bocca.

(33) Posta in questa contemplazione, abbi memoria della tua madre poverella, (34) sapendo che io ho inciso inseparabilmente la tua felice memoria nelle tavole del mio cuore, avendoti tra tutti come la più cara. (35) Che più? Nella dilezione di te taccia la lingua carnale; o piuttosto parli la lingua dello spirito. (36) O figlia benedetta poiché la dilezione che ho verso di te, in alcun modo si potrebbe esprimere più pienamente con lingua carnale, (37) ciò che ti ho scritto incompiutamente, ti prego di accoglierlo benignamente e devotamente, badando in esso almeno all'affetto materno, del cui ardore di carità ogni giorno ardo per te e per le figlie tue, alle quali raccomanda molto ma e le mie figlie in Cristo. (38) Le medesime mie figlie, ma specialmente la prudentissima vergine Agnese, sorella nostra, per quanto possono, si raccomandano nel Signore a te e alle tue figlie.

(39) Sta bene, carissima figlia, insieme alle figlie tue fino al trono di gloria del grande Iddio e pregate per noi.

(40) Con la presente per quanto posso, raccomando alla tua carità i latori della medesima, i carissimi fratelli nostri frate Amato, amato da Con la presente per quanto posso, raccomando alla tua carità i latori della medesima, i carissimi fratelli nostri frate Amato, amato da Dio e da gli uomini e il frate Bonagura. Amen

 

LETTERA DI S. CHIARA AD ERMENTRUDE DI BRUGES

 

A Ermentrude, sorella carissima, Chiara Assisiate,
umile ancella di Gesù Cristo, salute e pace.

Ho appreso, o carissima sorella, che, con l'appoggio della grazia di Dio, sei felicemente fuggita dal fango del mondo;
perciò me ne rallegro e mi congratulo con te e ancora mi rallegro perché con le tue figlie calchi piena di energia i sentieri della virtù.

Sii fedele, carissima,a colui al quale tu ahi fatto delle promesse;
da lui stesso, infatti, sarai incoronata con il lauro della vita.

Breve è qui la nostra fatica, ma la ricompensa è eterna;
non ti confondano gli strepiti del mondo che fugge come ombra;

non ti facciano uscire di mente gl'inani spettri del secolo ingannatore;
ai sibili dell'inferno tura le orecchie e forte, infrangi i suoi sforzi;

sopporta volentieri i mali avversi e i beni prosperi non ti esaltino:
questi, infatti, richiedono la fede, e quelli la esigono;

restituisci a Dio ciò di cui hai fatto voto ed egli ti retribuirà.

O carissima, guarda verso il cielo che c'invita, e prendi la croce e segui il Cristo che ci precede;

Infatti, dopo le diverse e molte tribolazioni per mezzo suo entreremo nella sua gloria.

Ama dal profondo di tutte le tue viscere Dio e Gesù, Figlio suo, crocefisso per noi peccatori,
né cada mai dalla tua mente la memoria di lui; fa di meditare continuamente
i misteri della croce e i tormenti della madre in piedi sotto la croce.

Prega e veglia sempre.  E l'opera che bene hai cominciato
còmpila appassionatamente e il ministero che hai assunto
adempilo nella santa povertà e nell'umiltà sincera.

Non aver paura, figlia, Dio, fedele in tutte le sue parole
e santo in tutte le sue opere effonderà su di te e sopra le tue figlie
la sua benedizione; e sarà il vostro aiuto e il miglior consolatore;
egli èil nostro redentore e la nostra ricompensa eterna.

Preghiamo Dio reciprocamente per noi, così , infatti, portando ciascuna l'onere
della carità dell'altra adempiremo facilmente la legge di Cristo.

Amen

CRONOLOGIA FRANCESCANA

 

1181 Nasce ad Assisi ed è battezzato Giovanni di Pietro di Bernardone, ma il padre vuole che sia chiamato Francesco.

1193 (opp.1194) Nascita di S. Chiara.

1199-1200 Scoppia la guerra civile fra popolo-borghesia e nobili. Le famiglie di S.Chiara e di frate Leonardo si rifugiano a Perugia. Forse il giovane Francesco fa le prime prove della sua audacia fra le truppe del comune.

1202, Novembre Guerra tra Perugia (ove è riparata buona parte dei nobili assisani) e Assisi. L'esercito di Assisi è sconfitto nella battaglia di Collestrada.

 1202-1203 Francesco è tra i prigionieri e rimane a Perugia, in carcere, per un anno. Viene liberato perché malato.

1204 Lunga malattia.

1204,fine,o primavera 1205 Francesco decide di recarsi in Puglia per combattere con Gualtiero di Brienne. Ma, a Spoleto ha una visione misteriosa che capovolge i suoi progetti, invitandolo a tornare ad Assisi. Comincia il graduale processo di conversione. 1205, giugno. Gualtiero di Brienne muore. Francesco partecipa all'ultima festa con gli amici. in data imprecisabile. Incontrando un lebbroso, scende da cavallo, e con l'elemosina gli dona un bacio di pace.

1205, autunno o fine. Messaggio del crocifisso di S.Damiano. Conflitto con il padre. 1206, gennaio o febbraio. Convocato in giudizio davanti al Vescovo di Assisi, rinuncia all'eredità paterna e persino ai vestiti che indossa.

1206, primavera. Sguattero in un monastero; poi a Gubbio, avuto un abito da un amico, si prodiga nell'assistenza dei malati in un lebbrosario.

1206, estate (luglio). Torna ad Assisi, indossa un abito da eremita e comincia a riparare la chiesetta di S.Damiano, mendicando le pietre per la città e profetando la venuta delle Povere Dame.

1206, estate fino a Febbraio 1208 Ripara S.Damiano poi S.Pietro e la Porziuncola. 1208, 24 Febbraio Festa di S.Mattia. Ascoltando il Vangelo del giorno, rimane colpito dalle parole che Cristo rivolse agli apostoli inviandoli nel mondo. Decide di smettere la veste di eremita; indossa una rude tonaca, si cinge con una fune e a piedi nudi incomincia ad annunciare la penitenza.

1208,16 Aprile. Bernardo di Quintavalle e Pietro Cattani chiedono di condividere la sua vita e si associano a lui. 23 Aprile. Alla Porziuncola dove si sono rifugiati, viene accolto nel gruppo anche frate Egidio.

1208, primavera. Prima missione: Egidio e Francesco si recano nella Marca di Ancona; gli altri due in direzione opposta. 1208, estate. Al gruppetto si aggiungono altri tre frati, tra i quali Filippo Longo. 1208, autunno o inverno. Seconda missione. Raggiungono Poggio Bustone, nella valle di Rieti. Francesco, dopo essere stato assicurato dalla remissione dei suoi peccati e del futuro sviluppo dell'ordine, conforta ed incoraggia i compagni (se ne aggiunto un altro) e li invia a due a due nelle quattro direzioni del mondo. Terza missione. Bernardo ed Egidio vanno a Firenze.

1209, inizio. Gli otto ritornano alla Porziuncola, ove sono raggiunti da altri quattro fratelli. 1209, primavera (0 1210 ?). Francesco decide di sottoporre all'approvazione della Chiesa la sua nuova forma di vita. Scrive una breve Regola e si presenta al Papa Innocenzo III, che l'approva e li incarica della predicazione penitenziale. Sulla via del ritorno, sostano un poco nei pressi di Orte, poi si stabiliscono in un tugurio di Rivotorto. 1209-1210. Costretti a lasciare quel tugurio, si stabiliscono alla Porziuncola, domandandone l'uso all'Abate di S.Benedetto del Subasio. Così la Porziuncola, o Chiesa di Santa Maria degli Angeli, diverrà la chiesa madre dell'Ordine.

1209-1210 (?). Possibile inizio del Terz'Ordine. 1211, estate (?). Francesco si imbarca con l'intenzione di raggiungere la Siria, ma venti contrari spingono la nave sulle coste della Dalmazia. Di nascosto si imbarca su una nave diretta ad Ancona.

1212, 18-19 Marzo.(Oppure 28 Marzo 1211). Nella notte della Domenica delle Palme, Francesco accoglie, a S.Maria degli Angeli, Chiara e la riveste dell'abito religioso. Dopo averla collocata per qualche settimana nel monastero di S.Paolo di Bastia e in quello di S.Angelo di Panzo presso Assisi, Francesco ne fissa la dimora a S.Damiano.

 1212. Probabile viaggio a Roma per informare Innocenzo III sugli sviluppi dell'Ordine. Incontro con Giacomina dei Settesoli.

1213, 8 Maggio. A S.Leo, nel Montefeltro, il conte Orlando di Chiusi offre a Francesco il monte della Verna.

 1213-1214(o 1214-1215). Francesco parte per la Spagna, deciso a raggiungere il Marocco per predicare agli infedeli; ma una malattia lo costringe a far ritorno alla Porziuncola, ove accoglie nell'Ordine un folto gruppo di uomini nobili e letterati, tra cui Tommaso da Celano. 1215, Novembre. Francesco si reca a Roma e assiste al IV Concilio Lateranense. Probabile incontro con S.Domenico.

1216,16 Luglio. Papa Innocenzo III muore a Perugia; due giorni dopo viene eletto a succedergli il cardinal Cencio Savelli col nome di Onorio III. Testimone di quei giorni è Giacomo da Vitry, che vi conosce forse Francesco, certamente il suo Ordine, e ne dà notizia agli amici di Lotaringia con lettera dell'Ottobre dello stesso anno. 1217,
5 Maggio. Capitolo generale alla Porziuncola. Viene decisa la prima missione oltr'Alpe e oltremare. Egidio si reca a Tunisi, Elia in Siria, Francesco si incammina per la Francia. A Firenze, il card. Ugolino, legato papale in Toscana e Lombardia, lo persuade a rimanere in Italia. 1218,
11 Giugno. Onorio III pubblica la bolla "Cum dilecti" per assicurare i vescovi circa la piena cattolicità dei frati minori. 1219,
26 Maggio. Capitolo di Pentecoste. Si decidono nuove spedizioni per la Germania, la Francia, l'Ungheria, la Spagna-Marocco.

1219,24 Giugno. Francesco si imbarca ad Ancona per raggiungere Acri e poi Damiata, ove l'esercito crociato è schierato contro quello musulmano.

1219, autunno. Francesco è i crociati, predice una disfatta che la realtà conferma. Ottiene dal legato pontificio di potersi recare, a suo rischio e responsabilità, dal sultano Melek-el-kâmel. Accolto con raffinata ospitalità dal sultano, vi predica la buona novella. Ma non vedendo frutti di conversione, si fa riaccompagnare al campo crociato.

1219,5 Novembre. Damiata è dai crociati. Francesco anche disgustato per gli eccessi compiuti e la condotta delle truppe, torna nella Siria. 1220, Gennaio. Cinque frati, inviati in Marocco, vengono uccisi dai musulmani: sono i Protomartiri francescani. 1220, inizio. Francesco è ad Acri. Possibile visita ai Luoghi Santi.

1220, primavera o estate (?). Francesco ritorna in Italia, allarmato per la situazione nell'Ordine, assieme a Pietro Cattani, Elia e Cesario da Spira, e sbarca a Venezia. Si reca dal Papa ed ottiene il cardinal Ugolino come "protettore" dell'Ordine. 1220. Francesco rinuncia al governo dell'Ordine e nomina vicario Pietro Cattani.

1221,10 Marzo. Muore Pietro Cattani. 1221,
30 Maggio. Capitolo generale, detto delle "Stuoie". Nomina di frate Elia come vicario. Viene approvato il testo della regola (non bollata). Si decide una nuova spedizione in Germania, guidata da Cesario da Spira. Ne fanno parte Tommaso da Celano, il futuro biografo, e Giordano da Giano che ne scriverà la cronaca. 1221. Onorio III approva il "Memoriale Propositi", che è come la prima Regola dell'Ordine dei Penitenti di S.Francesco (detto più tardi Terz'Ordine Francescano), come lo era per tutto l'Ordine dei Penitenti.

1221-1222. Francesco compie un giro di predicazione nell'Italia centro-meridionale.

1222,15 Agosto. Francesco predica a Bologna.

1223, inizio. Francesco si ritira a Forte Colombo con frate Leone e frate Bonizzo per redigere la nuova Regola, più breve, che viene discussa al Capitolo generale dell'11 Giugno e poi sottoposta al Papa per l'approvazione. 1223,
24-25 Dicembre. Notte di Natale a Greccio. Il presepio.

1224,2 Giugno. Nel Capitolo generale viene decisa la spedizione in Inghilterra. fine Giugno o Luglio o primi Agosto. A Foligno, frate Elia conosce per visione che Francesco a solo due anni di vita.

1224,15 Agosto – 29 Settembre. Durante la quaresima di S.Michele che pratica alla Verna, probabilmente il 14 o il 15 Settembre, Francesco ha la visione del Serafino Crocifisso e riceve le Stimmate della Passione.

1224,10 Settembre. I frati minori, 4 chierici e 5 laici, approdano a Dover, in Inghilterra. 1224, Ottobre  o inizio Novembre. Francesco ritorna alla Porziuncola, passando per Borgo S.Sepolcro, Monte Casale, Città di Castello. 1224-1225 da
Dicem. a Febbr. Cavalcando un asino, Francesco fa un giro di predicazione in Umbria e nelle Marche.

1225, Marzo. Visita S.Chiara a S.Damiano. Peggiorando la sua malattia d'occhi, deve restare a S.Damiano per qualche tempo. Dietro insistenze di frate Elia, si sottopone a visita e cura medica, ma senza frutto.

1225, Aprile-Maggio. Ancora a S.Damiano, si sottopone ad un trattamento medico, senza alcun risultato. Una notte riceve la promessa divina della vita eterna; il mattino dopo detta il Cantico delle Creature.

 1225, primi di Giugno-6 Febbr. Accolto a Rieti dal cardinal Ugolino e dalla corte pontificia, raggiunge prima Forte Colombo per seguire una terapia per gli occhi. Nel luglio-agosto il medico cauterizza le tempie del Santo. Raggiunge poi S.Fabiano per essere visitato da altri medici. Tentano di curarlo attraverso l'orecchio; ma tutto risulta inutile. La vigna del sacerdote, saccheggiata dai visitatori, per le preghiere di Francesco produce un raccolto più abbondante. 1226, Aprile. È a Siena per ulteriori trattamenti medici. Detta un breve testamento: Piccolo Testamento di Siena. Dimora poi nell'eremo di Colle di Cortona, dove probabilmente detta il testamento.

1226,Luglio-Agosto. Nel periodo più caldo dimora a Bagnara, nelle montagne vicino a Nocera. 1226, fine Agosto
inizio Settemb. Poichè le sue condizioni si aggravano, viene portato nel palazzo del vescovo di Assisi. Il vescovo Ugo parte per un pellegrinaggio al monte Gargano.

1226, Settembre. Sentendo che la fine è vicina, Francesco si fà portare alla Porziuncola. Lungo il viaggio sosta per benedire le città.

1226,3 Ottobre. Dopo aver benedetto i figli, muore sulla nuda terra, la sera del 3 Ottobre, di sabato. Se ne sparge la voce e molti accorrono per vedere le stimmate.

1226, 4 Ottobre. La salma, il giorno successivo, domenica, viene trasportata trionfalmente dalla Porziuncola in Assisi, sostando a S.Damiano, e viene tumulata nella chiesa di S.Giorgio.

1227,19 Marzo. Il cardinal Ugolino viene eletto Papa, col nome di Gregorio IX, in luogo di Onorio III, morto il giorno precedente.

 1228,16 Luglio. Gregorio IX è ad Assisi per celebrare solennemente la canonizzazione di S.Francesco. Tre giorni dopo (19 Luglio) rende pubblica la bolla "Mira circa nos" riguardante l'iscrizione di Francesco nell'albo dei santi e la celebrazione della festa di lui in tutta la Chiesa nel giorno 4 di Ottobre.

1230,25 Maggio. Traslazione delle spoglie del Santo nella basilica costruita in suo onore. 1232. Nel capitolo generale, Giovanni Parenti viene esonerato è sostituito con frate Elia. 1233. Il tempo dell'Alleluia. 1253,
9 Agosto. Innocenzo IV approva con la bolla la Regola di S.Chiara.

1253, 11 Agosto. Morte di S.Chiara. alla fine dell'anno inizia il processo di canonizzazione. la canonizzazione viene celebrata nell'Agosto del 1255. L'anno dopo, 1256, viene pubblicata la Leggenda di Santa Chiara, su ordine di Alessandro IV.

1258 Nel capitolo di Roma, frate Giovanni da Parma (eletto a Lione nel 1247), viene esonerato dall'incarico, e viene eletto a succedergli frate Bonaventura da Bagnoreggio. 1260 Movimento dei "flagellanti". Il Capitolo di Narbona incarica Bonaventura di scrivere una nuova vita di S.Francesco. 1263,
18 Ottobre. Urbano IV approva, con la bolla "Beata Clara", la regola dell'ordine di S.Chiara. 1289,
18 Agosto. Niccolò IV approva con la bolla "Supra montem" la Regola dell'Ordine dei Frati della Penitenza.


 

FRANCESCANESIMO

 

SCRITTI DI SAN FRANCESCO

       

        PREGHIERA DAVANTI AL CROCIFISSO

 

Altissimo glorioso Dio,

illumina le tenebre de lo core mio.

Et dame fede dricta,

speranza certa e carità perfecta,

senno e cognoscemento,

Signore,

che faccia lo tuo santo e verace comandamento. Amen.

 

 

 

PREGHIERA  DAVANTI  AL  CROCIFISSO

 

Altissimo glorioso Dio,

illumina le tenebre del cuore mio.

Dammi fede retta,

speranza certa e carità perfetta,

sapienza e conoscenza.

Signore,

che io faccia la tua santa e verace volontà.

Amen.

 

PREGHIERA   ABSORBEAT

 

            Rapisca, ti prego, o Signore,

            I'ardente e dolce forza del tuo amore

            la mente mia da tutte le cose che sono sotto il cielo,

             perché io muoia per amore dell'amor tuo,

            come tu ti sei degnato morire

            per amore dell'amor mio.

 

CANTICO  DI  FRATE  SOLE

 

 

            Altissimu, onnipotente, bon Signore,

Tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione.

    Ad Te solo, Altissimo, se konfane,

et nullu homo ène dignu Te mentovare.

    Laudato sie, mi' Signore, cum tucte le Tue creature,

spetialmente messor lo frate Sole,

lo quale è iorno et allumini noi per lui.

    Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:

de Te, Altissimo, porta significatione.

    Laudato si', mi' Signore, per sora Luna e le stelle:

in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.

    Laudato si', mi' Signore, per frate Vento

et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,

per lo quale a le Tue creature dài sustentamento.

    Laudato si', mi' Signore, per sor'Acqua,

la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.

    Laudato si', mi' Signore, per frate Focu,

per lo quale ennallumini la nocte:

ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.

    Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre Terra,

la quale ne sustenta et governa,

et produce diversi fructi con coloriti fiori et herba.

    Laudato si', mi' Signore, per quelli ke perdonano per lo Tuo amore

et sostengo infirmitate et tribulatione.

Beati quelli ke 'l sosterrano in pace,

ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.

    Laudato si', mi' Signore, per sora nostra Morte corporale,

da la quale nullu homo vivente po' skappare:

    guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;

beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati,

ka la morte secunda no 'l farrà male.

    Laudate e benedicete mi' Signore et rengratiate

e serviateli cum grande humilitate.

 

 

 

        ESORTAZIONE   ALLA   LODE   DI   DIO

                             [ Lode di Dio nel luogo dell'eremita]

 

Temete il Signore e rendetegli onore.

Il Signore è degno di ricevere la lode e l'onore,

            Voi tutti che temete il Signore lodatelo.

Ave Maria piena di grazia il Signore è con te,

            Lodatelo cielo e terra.

            Lodate il Signore, o fiumi tutti.

Benedite il Signore o figli di Dio.

            Questo è il giorno fatto dal Signore,

            esultiamo e rallegriamoci in esso.

            Alleluia, alleluia, alleluia! Il Re di Israele.

Ogni vivente dia lode al Signore.

            Lodate il Signore perché è buono;

            tutti voi che leggete queste parole, benedite il Signore.

Benedite il Signore, o creature tutte.

Voi tutti uccelli del cielo, lodate il Signore.

            Servi tutti del Signore lodate il Signore.

            Giovani e fanciulle lodate il Signore.

Degno è l'Agnello che è stato immolato

di ricevere la lode, la gloria e l'onore.

            Sia benedetta la santa Trinità

            e l'indivisa Unità.

San Michele arcangelo, difendici nel combattimento.

 

   ONNIPOTENTE

 

Onnipotente, santissimo, altissimo e sommo Iddio,

ogni bene, sommo bene, tutto il bene, che solo sei buono,

fa' che noi ti rendiamo ogni lode, ogni gloria,

ogni grazia, ogni onore, ogni benedizione e tutti i beni.

Fiat! Fiat! Amen.

 

 

PARAFRASI   DEL   PADRE   NOSTRO

 

 

            O santissimo Padre nostro: creatore, reden­tore, consolatore e salvatore nostro.

 

            Che sei nei cieli: negli angeli e nei santi, il­luminandoli alla conoscenza, perché tu, Signore, sei lu­ce, infiammandoli all'amore, perché tu, Signore, sei amo­re, ponendo la tua dimora in loro e riempiendoli di bea­titudine, perché tu, Signore, sei il sommo bene, eterno, dal quale proviene ogni bene e senza il quale non esiste alcun bene.

 

            Sia santificato il tuo nome: si faccia lumino­sa in noi la conoscenza di te, affinché possiamo conosce­re l'ampiezza dei tuoi benefici, I'estensione delle tue promesse, la sublimità della tua maestà e la profondità dei tuoi giudizi.

 

Venga il tuo regno: perché tu regni in noi per mezzo della grazia e ci faccia giungere nel tuo re­gno, ove la visione di te è senza veli,l'amore di te è perfetto,la comunione di te è beata,il godimento di te senza fine.

            Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra: affinché ti amiamo con tutto il cuore, sempre  pensando a te; con tutta l'anima sempre desiderando te; con tutta la mente, orientando a te tutte le nostre inten­zioni e in ogni cosa cercando il tuo onore; e con tutte le nostre forze spendendo tutte le nostre energie e sensibili­tà dell'anima e del corpo a servizio del tuo amore e non per altro; e affinché possiamo amare i nostri prossimi come noi stessi, trascinando tutti con ogni nostro potere al tuo amore, godendo dei beni altrui come dei nostri e nei mali soffrendo insieme con loro e non recando nessuna offesa a nessuno.

 

            Il nostro pane quotidiano: il tuo Figlio dilet­to, il Signore nostro Gesù Cristo,

            dà a noi oggi: in me­moria, comprensione e reverenza dell'amore che egli eb­be per noi e di tutto quello che per noi disse, fece e patì.

 

            E rimetti a noi i nostri debiti: per la tua ineffabile misericordia, per la potenza della passione del tuo Figlio diletto e per i meriti e l'intercessione della beatissima Vergine e di tutti i tuoi eletti.

 

            Come noi li rimettiamo ai nostri debitori: e quello che non sappiamo pienamente perdonare, tu, Si­gnore, fa' che pienamente perdoniamo sì che, per amor tuo, amiamo veramente i nemici e devotamente inter­cediamo presso di te, non rendendo a nessuno male per male e impegnandoci in te ad essere di giovamento a tutti.

 

            E non ci indurre in tentazione: nascosta o manifesta, improvvisa o insistente.

 

            Ma liberaci dal male: passato, presente e futuro. Amen.

 


 

Apparizione sulla sponda del lago di Tiberiade

Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla.

Quando gia era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «E' il Signore!». Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri.

Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un pò del pesce che avete preso or ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatrè grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». Enessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», poiché sapevano bene che era il Signore.

Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce.Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.

Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle. In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi». Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: «Seguimi».

Pietro allora, voltatosi, vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, quello che nella cena si era trovato al suo fianco e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: «Signore, e lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te?».

Conclusione

Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera.Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.

 

 

VIVERE CON DIO COME FRATELLO

Dio amato come i nostri cari,più dei nostri cari,fin dal primo giorno della nostra vita. Dio come nostro compagno, come nostro consigliere,come nostro maestro, come nostra meta. Dio come crescita morale e spirituale,Dio come compagno supremo insieme a tanti compagni di qualsiasi età che vogliono crescere moralmente, nella fede,nell'onesta e nell'amore.

Il posto di lavoro ci dà il pane quotidiano, l'amore di un padre, di una madre,di una moglie,di un figlio ti dà la serenità intorno a te, ma solo Dio è il tuo vero compagno,il compagno eterno del tuo cuore, della tua anima, del tuo corpo,il compagno della tua solitudine, il sostegno vivo nei tuoi momenti di sconforto.Gesù sulla croce non invocava la mamma ma  Suo Padre,il Padre di tutti gli uomini,il Suo compagno fedele nei momenti di preghiera e di contemplazione.

Gesù risorto è Dio fattosi uomo che risorge e dimostra la Sua potenza ,è Dio che vince il male e Dio che ci dice:

"fatevi Gesù e risorgerete come Gesù", "fatevi Gesù e seminerete come Gesù",

fatevi Gesù e mi servirete come Gesù", "fatevi Gesù e mi amerete come Gesù",

"fatevi Gesù e mi conoscerete come Gesù".

 Preghiamo dunque lo Spirito Santo affinchè discenda sempre su di noi per proteggerci e guidarci nella via della giustizia e della pace e che ci aiuti a vivere nel cuore di Gesù e di Maria e ci faccia amare sempre più il figlio dell'Eterno, il Figlio di Colui che è stato, è e sarà, Gesù Cristo che ci ha insegnato ad amare, a voler bene ed a rispettare tutto e tutti, facendoci poveri per essere sempre vicini a Lui, aiutare chi ha bisogno, pregare e farci Santi come Lui è stato Santo. Già come lui è stato Santo e con la sua "santità povera"

 "O alto e glorioso Dio, illumina il cuore mio"-

"O Altissimo ed Onnipotente BonSignore".

 

FARSI SANTI AMANDO DIO

 

Ad iniziare dalla Madre, dai dodici apostoli che ne hanno testimoniato ha ispirato tutti coloro che gli hanno teso le braccia.

le gesta,a Paolo di Tarso accecato non solo negli occhi ma nel cuore più profondo da quello fuoco ardente che è l'amore per Gesù Cristo.

Paolo di Tarso come Agostino di Tagaste.Paolo che rivive l'esperienza di Gesù e ne ricalca vie e discorsi, Agostino che erra in una vita buia ricca di arroganza, ricchezze e di ogni ozio tendente al peccato, sempre alla ricerca di quel Dio senza volto e senza storia certa, di quel Dio che si trovosservando la bellezza della natura, la potenza delle cose create, nella contemplazione, nella riflessione e nell'amore per Gesù Cristo.Solo quando aprirà il suo cuore, Agostino troverà Dio e la fede, quella fede per la quale aveva tanto pregato la madre, S.Monica ed il vescovo Ambrogio, poi Santo, a cui si era affidato per consegnare la sua vita a quel Dio che aveva tanto cercato.

Quanti Paolo ed Agostino troveremo per secoli e secoli,gente che cambia vita di colpo,si innamora di Gesù Cristo,scopre la a subito grandezza di Dio e si inebria di luce immortale nella fede e nella santità.

Condottieri, ricchi,regine, cortigiane, uomini e donne sposate ad un certo punto della loro vita ricevono una luce inebriante dal nostro Dio,cancellano il passato e si tuffano nell'amore dell'Onnipotente,molti senza neanche predevere un futuro,ma affidandosi soltanto all'amore del Signore.

"Il Signore sceglie coloro che lo serviranno dopo aver fatto loro

conoscere tutte le esperienze positive e negative della vita"

cosi diceva Santa Teresina di Gesù Bambino.

Ed ecco che una schiera enorme di uomini "di vita" sceglie la strada che porta a Cristo e si affianca a tutti coloro i quali l'hanno scelta dalla nascita o dagli insegnamenti catechistici.

Una marea di gente innamorata del Signore, innamorata di Gesù, della sua Vita, dei Suoi Sacrifici.

Moltissimi lo amano bambino, molti amano la sua povertà, altri il Cuore Grandioso, altri le Stimmate, altri la Corona di Spine, altri il Crocefisso,

altri il Sangue Prezioso, altri il suo Calvario, altri la sua Morte, altri la Sua Resurrezione, altri la Sua Parola, altri il Suo Corpo nell'Eucarestia.

Tutti però sono inebriati di quella grande luce che Dio stesso ci manda,di quella luce che sulla croce si è spenta fisicamente per noi per accendersi definitivamente nei nostri cuori per secoli e secoli. La luce di Gesù che ci allontana dalle tenebre, dal peccato, dalle tentazioni, dal male; la luce diGesù che ci regala il Paradiso già sulla Terra, che ci consente già oggi di stare con Lui, di ragionare come Lui, di vivere come Lui, di amare come Lui, di capire come Lui, di perdonare come Lui, di affidarsi a Lui, di pregarlo per amarLo e ringraziarLo, nella certezza che con l'amore per Gesù ed affidandosi al Suo esempio ed alla Sua parola,l'uomo possa allontanarsi dal peccato e vivere il Paradiso già qui sulla terra.

Come sono felice coloro che vivono con Cristo; come  sono sereni coloro che si affidano a Lui, come cantano inni di gioia i giovani che scoprono l'amore di Gesù Cristo ed a loro volta Lo ricambiano due volte:” pregando e cantando”.

"Nella vita tutte le bellezze passano, solo la bellezza di Dio è senza fine"-

così diceva S.Chiara alla sorella Agnese quando questa le chiedeva il perchè della sua scelta di vita, il perchè sposare Cristo in eterno.

L'amore di Dio è stato il rifugio di Francesco d'Assisi nei momenti bui della sua maturazione spirituale. Un Francesco che si ritira da solo sul monte della Verna e si affida totalmente a Dio per farsi aiutare, consolare, illuminare.

Un Francesco che aveva capito, nelle ore della conversione,che bastava farsi umili, piccoli, semplici ed amare il Signore per trarre nutrimento nella vita di ogni giorno.

"Guardate i gigli dei campi, guardate gli uccelli nell'aria........

"O Gesù ti ringraziamo perchè queste cose le hai svelate ai semplici”.

I sapienti infatti sono essi stessi degli Dei, pensano di avere il mondo nelle mani e combattono ogni giorno per difendere o accrescere il proprio terreno,la propria proprietà, che non è quella fatta di terra o mattoni, ma quella fatta da titoli ed esaltazione.

Oggi nella vita  bisogna essere qualcuno per essere importanti; nella società,nella politica, nelle aziende, negli uffici comanda chi è forte, chi è titolato, chi guida una "cricca", chi può dare in cambio. L'essere qualcuno a tutti i costi,anche nella Chiesa dove il rivestire un ruolo per obbedienza sconfina sempre nel volere a tutti i costi ricoprire anche lì un ruolo per essere qualcuno, per valere qualcosa ed in molti per "guadagnare" qualcosa. Un mondo di titolati, di gente che scende a compromessi, che dà per avere, per essere servita e reverita, per "essere" importanti, perchè solo i titolati contano.

 

FARSI PICCOLI PER AMARE IL SIGNORE

 

Per amare il Signore basta farsi piccoli, aprire il cuore, donarsi ;per amare il Signore bisogna essere altruisti, bisogna spogliarsi di se stessi, svuotarsi dalle ambizioni, perchè al cuore di Gesù ci si arriva nel silenzio, nel buio ,nella povertà,ci si arriva spogliandosi da quelle vesti che si espongono all'aggressione del peccato. Nella vita basta sentirsi di Dio per provare gioia;se poi testimoni la presenza di Dio, esternerai la gioia; e se vedi che la persona che ti sta accanto inizia ad amare Dio rinunciando a qualcosa di se stesso, perchè ha visto e sentito te, allora sorridi oggi e sorriderai in eterno perchè Gesù ti ha teso la mano e tu hai abbracciato la Sua Croce.

Per anni la Chiesa ha conquistato territori per estendere il suo regno, facendo dello Stato Pontificio, una grande potenza civile e militare. Una Chiesa vasta di territorio ma povera di evangelizzazione.

Ora,pur mantenendo una certa ricchezza, non esiste più lo stato del Papa,successore di Pietro«; da questo momento il disegno di Dio ha preso il largo .Da quei pochi chilometri quadrati che debbono pur rappresentare un nucleo di uomini che servono il Papa,parte oggi un enorme processo di evangelizzazione e prende piede il disegno di Dio portato avanti da Gesù:evangelizzare la gente per popolare tantissimo il Regno di Dio,quel regno che non è di questo mondo.Il regno di Dio che nella contemplazione già vedi bello,immenso,un regno che ti affascina,pieno di amore,pieno delle bellezze della natura,un regno dove le cime delle Alpi e le profondità del mare sono legati da una bellezza infinita che ispira lodi e preghiere.

Una bellezza infinita che aveva strappato Francesco dalla vita immonda,aveva portato a San Damiano, Bernardo da Quintavalla,appena tornato eroe dalle crociate,e poi Leone, Rufino, Angelo, e poi Chiara e Pacifica, Agnesesorella di Chiara, la madre, l'altra sorella, Agnese di Praga, figlia del Re di Boemia,Elisabetta d'Ungheria, altra donna nobile, fino ala nostra cara Cinzia, ai Tonino, Giancarlo, Pino, Madre Teresa, Teresina, Maria, Lucia dei nostri giorni.

Nella vita attuale chi ama il Signore riceve da lui già un grande dono su questa terra. Dio, nella Sua contemplazione, irradia quiete, irradia amore, irradia umiltà, irradia sapienza. Dio ti dà serenità ,ti apre il cuore ,ti dà gioia: Ti unisce ai fratelli nella gioia, ti fa cantare nella gioia. Se poi ti innamori tantissimo di Lui, fino a servirLo, scende dentro di Te e fà che tu possa tenerlo presente in qualsiasi momento della giornata.

Il Signore ti da serenità, crea un piccolo monastero nel tuo cuore,crea una Chiesa nel tuo animo, crea un vocabolario spirituale nella tua bocca.

Se Lo ami veramente senti, per Sua volontà, di fare quello che egli vuole,diventi tu stesso il tema delle parabole di Gesù. Egli ti chiede solo di amarlo e di non offenderlo

col peccato e vedrai tu stesso che cercherai di non offenderlo giorno dopo giorno.

La potenza di Dio in te, in te che apri il cuore a Lui facendoti povero ed umile.

“Non sei più tu che vivi, ma Cristo vive in te.”

Vive a tal punto in te che tu consideri la materialità della vita come qualcosa che non ti appartiene e pur "vivendo", perchè la legge della vita te lo impone,tu non provi più ansie per gli avvenimenti della vita perchè ti affidi tutto al Signore, perchè credi nel Suo Amore e ti fai proteggere dalle Sue braccia,dalle braccia del Padre.

Ormai maturo hai cambiato padre ma ora tuo padre è “ IL PADRE”, colui che ha anche abbracciato tuo padre. E tuo padre vede che tu hai aperto il cuore al Padre Onnipotente e sorride anche lui, perchè affidarsi al Signore dà gioia, fà sorridere i cuori. Ed è per questo che oggi si vive felici di Gesù, si piange di gioia per Gesù,si sta mano nella mano per Gesù, ci si nutre di Gesù, si parla di Gesù.si insegna Gesù,

si canta con gioia Gesù,si prega Gesù,si ammira Gesù.

"Dov'è carità ed amore qui c'è Dio".

Un amore bello,sincero,castigato nel corpo,ma aperto nello Spirito.Ci si affida al Signore perchè ci ama.Lo serviamo perchè Lo amiamo.Siamo sereni perchè Lui abita in noi. Ci prodighiamo per Lui perchè noi ci siamo sempre prodigati per qualcuno che ci ha voluto bene e ci ha protetti .Per Lui però si fanno tante altre cose più grandi: dove lui non c'è qui abita la miseria, di tutto.Ed allora facciamolo abitare dappertutto, facciamo che il Padre ed il Figlio entrino nelle case, scendano sulle mense e penetrino con lo Spirito Santo nei cuori della gente. Dio è amore, Dio trasmette amore. Facciamoci piccoli dinanzi a Dio,torniamo bambini per amarlo come un padre.

Inginocchiamoci davanti alla Sua potenza facciamoci piccoli piccoli, perché davanti  a lui non siamo nulla, siamo  solo  peccatori illuminati ed incalliti tra i quali io, forse prescelto, ho cercato di imboccare la via stretta e non vuole più tornare indietro, anzi vuole perseverare nel cammino iniziato, per beatificarmi nel Signore.

"Noi ti rendiamo grazie o Signore Dio Onnipotente che sei e che eri”.

”Giuste e vere sono le tue vie o Re delle genti".

 

COME FRANCESCO,IN POVERTA’,AMARE DIO

O Dio grande che ci illumini, o Santa Trinità unico Dio. Ti ringraziamo per rchè egli può anche abitare in averci mandato i tuoi Servi ad indicarci la via da seguire. Fà che questi possano moltiplicarsi ogni giorno e possano servirti in umiltà e letizia. La Tua Chiesa ha bisogno di tanti Francesco d'Assisi; Francesco nei monasteri,Francesco nei seminari, Francesco nelle parrocchie, Francesco nei Vescovadi,Francesco al Vaticano. Francesco povero ed umile è una:

"Autostrada che porta al Signore”

anzi un via diritta aperta a tutti coloro che con la  povertà ed umiltà arriverà al Signore e  con la povertà ed umiltà di Francesco i tempi per arrivare al Signore sono molto brevi. Gesù ha abbracciato il Padre, l'Onnipotente, il Creatore del Cielo e della Terra;

Francesco ha abbracciato Gesù  lodando il Dio Altissimo Noi ci aggrappiamo alla povera tonaca di sacco di Francesco perchè siamo certi che con Lui arriveremo a Cristo, lo ameremo e, pieni di Spirito Santo, lo serviremo lodando Iddio.

Maria e Giovanni piangevano ai piedi della croce impotenti davanti alla forza dei soldati e scioccati perchè il figlio di Dio si era fatto crocifiggere per il mondo, per la salvezza dei peccatori. Sul golgota c'era anche Francesco che dopo aver abbracciato la croce si è spogliato di tutto per alzare la croce al cielo e mostrare Gesù al mondo. Un Francesco scalzo, sporco, malato, mal vestito. Un Francesco penitente, un Francesco digiuno che nell'imitazione di Cristo mostra il Salvatore al mondo.

Francesco d'Assisi, Gesù e l'Onnipotente. Quest'ultimo presente nelle bellezze del creato, Gesù sulla Croce e Francesco piccolo piccolo che innamorato di Cristo lo mostra al mondo e lo sposa nella carne.

Francesco riceve le stimmate e diventa egli stesso Gesù, ma resta Francesco,resta piccolo, si fa ancora più piccolo per dare sempre più spazio a Gesù che entra nel cuore di frati e suore, della gente e del mondo.

Ecco la grandezza dei Servi di Dio, ecco la grandezza di Francesco d'Assisi. Un Francesco che nella povertà, nell'umiltà e nell'amore, fa vivere Cristo nei cuori della gente, nei cuori del mondo.

Amare Dio facendosi piccoli, farlo amare spogliandosi di se stessi e facendosi ancora più piccoli, genuflettendosi nella pochezza rispetto alla grandezza di Dio.

“Lodate il Signore popoli tutti,

voi tutte nazioni dategli gloria.

Perchè forte è il Suo amore per noi

e la fedeltà del Signore dura in eterno.”

 

RIFLESSIONI SU ANTONIO DA PADOVA

Sulle orme di Francesco anche un altro grande Santo si spoglia della sua ricchezza per avvicinarsi sempre più al Signore: Fernando di Buglione  sacerdote e monaco agostiniano abbraccia il francescanesimo per abbracciare sorella povertà.

Entrato nell'ordine creato da Francesco d'Assisi diventa Antonio e stringe un legame indissolubile con Gesù tenendolo tra le braccia nella figura di Gesù Bambino.

Antonio, Antonio da Padova che da sacerdote ricco si è fatto frate povero per essere più vicino a Cristo povero, da un convento ed una comoda cella, ha fatto la sua dimora su un albero per essere più vicino alla natura, a Dio, alla sua potenza che ci da amore, per essere sempre più povero e lontano dal peccato, per non dare nessun appiglio al male che ti abbraccia se tu dai un lembo di te per tirarti su strade infelici.

Gesù primo amore della vita, prima dei propri cari; L’amare Cristo e metterlo al primo posto della propria vita, ci fa sentire chiamati dal Signore. Il volerlo servire e voler seminare per lui ci riempie di gioia perchè ci fa capire che tutto ciò parte proprio da Lui.

Come ti apriamo il cuore Gesù, Tu ci fai tutti Tuoi.Beati coloro che capiranno la chiamata del Signore e si incammineranno sulle sue vie come i discepoli di Emmaus, gli Apostoli ,i Santi,i Martiri e tutti quelli che lo hanno amato sulla terra e che ora godono della Sua luce celeste e radiosa.

Amare Gesù come lo ha amato la Vergine Maria quella Vergine che ha voluto pregare e ringraziare il Padre Celeste con il Magnificat, dicendo a noi:

Fate vostro il Magnificat, anche le vostre anime magnificano il Signore perchè Egli ha guardato voi tutti ,che per Lui vi siete fatti poveri ed umili,beatificandovi nella mente e nel cuore. Date il vostro corpo ed egli farà in voi grandi cose, perchè Santo è il Suo nome. Temete il Signore e grande sarà la Sua misericordia.

Da superbi perdereste una battaglia di pochi secondi; facendovi poveri e servendovi egli vi innalzerà, ricolmando di beni gli affamati di amore e di giustizia. Da superbi e ricchi non solo non entrerete nel regno dei cieli vivendo “l’eternità celeste”, ma vi creerete un inferno anche sulla terra con la vostra voglia di rincorrere sempre ozi e ricchezze.

Il Signore dice:”il cielo è il mio trono e la terra lo sgabello dei miei  piedi”.(Isaia)

Date sempre Gloria al Signore,servitelo,lodatelo ed esaltatelo nei secoli.

Come le nostre mamme ci danno sempre buoni consigni per educarci,così la Vergine Maria si prodiga per portarci a Suo Figlio perchè con

un Gesù abbracciato attraverso la povertà.

 

FRANCESCO ED ANTONIO

Ricchezza, ozi e corti non li hanno resi felici,

hanno rinunciato alla bellezza tanto bramata

dalle le cortigiane del tempo.

Hanno abbracciato la povertà, l'umiltà,

hanno dato tanto amore per il prossimo

e per colui che ci ha creato

ed ha creato il mondo in cui viviamo.

Due cuori pieni di luce, di fede e di gioia,

due cuori riscaldati dalla luce dell'Onnipotente.

Gli occhi illuminati dal meraviglioso creato.

Vestono di un umile sacco, rinunciano ai calzari;

la nuda terra," dolce sentire il creato a contatto con i piedi!"

Da Assisi all'Oriente, da Lisbona al Marocco, alla Francia,

all'Italia; Assisi, l'Umbria, Padova,la Romagna

un grande raccogliere anime,

un costante predicare, un riunire continuo le folle;

Un impegno di ogni minuto, avvicinare l'uomo a Cristo.

Che grande luce sul mondo, che gioia nei cuori degli uomini.

Con semplicità, con affetto, con dedizione parlano alla gente,

non parlano mai di loro, ma solo di Dio, della sua potenza

della venuta di Gesù Cristo, del Vangelo, solo del Vangelo.

Ed i semplici, coloro che hanno sete di giustizia,

comprendono il loro parlare.

Il Poverello ed il Taumaturgo, due deboli vite

un grande amore da dare.

Francesco ed Antonio, una pietra dopo l'altra,

una chiesa dopo l'altra, un esempio dopo l'altro.

Francesco ed Antonio :il cuore rivolto al creato

pioggia, sole, animali, uccelli, tutti sorelle e fratelli,

digiuni, penitenze, cilici, esempi per il tempo.

Nudi i poveri piedi, vestiti del solo saio

su e giù tra la gente, ieri fino ad oggi

ottocento anni di cammino insieme

per indicarci la giusta via,la giusta vita.

 

MAGNIFICARE IL SIGNORE COME MARIA

 

INVOCAZIONE A MARIA

(ispirata davanti alla Madonna del Rosario)

GLORIOSA VERGINE MARIA

SIGNORA NATA PER DARE LA VITA A GESU'

TU CHE GODESTI DELLA GRAZIA DEL SALVATORE

E CHE SOFFRISTI LA SUA MORTE IN CROCE
PER POI ESSERE ACCOLTA IN CIELO

QUALE MADRE SANTISSIMA DELL'UMANITA'

MADRE E REGINA DEL MONDO.

OH GLORIOSA VERGINE MARIA BEATA MARIA

Madre del Signore e Madre nostra

luce dei nostri cuori

speranza della nostra anima

consolazione di noi peccatori

assieme al tuo figlio Gesù il Redentore

faro della nostra vita quotidiana

grande esempio di virtù e di amore

apri i nostri cuori alla fratellanza

donaci la serenità di vita,

tutta nel Tuo nome Santo,

appagaci negli intenti di bontà

illuminaci su un futuro d'amore

allontana da noi il maligno

guidaci per mano

dona amore e serenità

a noi ed alle nostre famiglie

BEATA MARIA ,Regina e Madre nostra

aiutaci a vivere nell'amore e nella fede in Dio.

 

Ricerchiamo la grandezza di Dio nelle cose del creato. Guardiamo il sole

che ci ricarica e ci dà la consistenza della grandezza del Padre:

"O Dio come sei grande"

Ogni vespro è una cartolina di luce, il computer che crea colori e ci distrae ogni giorno è un pulviscolo davanti a Te nostro creatore.

Quanta bellezza nel tramonto, quanta grandezza di Dio nei nostri occhi

 

MADRE DI TUTTI NOI, TUOI UMILI FIGLI,

ACCOGLI QUESTA NOSTRA INVOCAZIONE..

 

A MARIA SANTISSIMA quanta luce sul mondo che neanche s'accorge del calar del sole perchè preso dalla frenesia del materialismo quotidiano.

Il giorno va a finire, un altro giorno ! Il mondo non s'accorge che quel sole

fonte di luce e di calore ci dice" a domani", regalando emozioni.

Grazie Signore, è contemplando il calar del sole, il verde dei monti, le cime innevate, la natura in fiore, la grandezza del mare, la bellezza dei colori della natura, la geometria di laghi e fiumi, l’immensità del cielo, lo splendore delle stelle, la luce della Luna, la bellezza eterna del creato, che noi restiamo con gli occhi pieni di luce per tanta potenza, tanta perfezione e tanto amore.

E’ quando i ciechi del mondo nelle case, nelle piazze, negli uffici e nei suoi affanni dicono" si è fatto buio", noi Ti ringraziamo perchè nelle cose semplici della vita, ma grandi quanto a potenza e bellezza, ci hai svelato che Sei presente e ci ami.

“Nel cuore dell’empio parla il peccato

davanti ai suoi occhi non c’è timor di Dio.

Perchè egli si illude con se stesso

nel ricercare la sua colpa e detestarla”.

Ed allora noi “dobbiamo” ricambiarti, non possiamo restare insensibili al tuo amore, non possiamo offenderti col peccato.

Com’è importante averti sempre vicino nella giornata, com’è bello pregarti e lodarti, com’è bello ed importante per noi non solo parlarti e chiederti grazie ma anche ascoltarti in silenzio dopo averti chiesto:

”Signore cosa vuoi che io faccia?”

Ascoltiamo il Signore che ci parla se gli apriamo il cuore e la mente. Da qui togliamo i nostri pensieri ed affidiamoci a Lui che sa già cosa vogliamo.

Non desideriamo sempre però. Chiedere e chiedere poi stanca; Lui si da perchè ci ama e ed uno dei pochi al mondo che non vuole nulla in cambio se non amore.

Ed allora chiediamogli ogni tanto ”Signore cosa posso fare per Te.”

Lui ci risponderà tra le tante cose: quando vedi la Televisione e tante cose brutte dentro pensa come sarebbe diverso se ci fossi stato Io lì per evitare tanto male.

Io faccio miracoli ma non posso farli se non mi vedono e non mi sentono.

Tu risponderesti al telefono se non hai la linea attaccata. Ho bisogno di te, va con coraggio e porta il bene dove la gente non sa cos’è il bene e cos’è l’amore.

Avvicina la gente a Gesù Cristo, alla preghiera ed all’amore, perchè io sarò sempre con coloro che mi amano fino alla fine dei giorni.

“Signore chi abiterà nella Tua tenda e dimorerà sul Tuo Santo Monte?

Colui che cammina senza colpa agisce con giustizia e parla lealmente,

chi non dice calunnia con la sua lingua, non fa danno al suo prossimo

e non lancia insulto al suo vicino”.

 

IL SIGNORE CI HA DONATI IL BEATO FRASSATI

COME ESEMPIO DA IMITARE

Quando ci doniamo pensiamo a tanti missionari, ai volontari degli ospedali,delle associazioni di volontariato, a tanta tanta gente che vive il prossimo senza farsi notare o senza scrivere il proprio nome nella storia. Alla sua morte,giunta a soli ventiquattro ann ilo ha scritto invece, senza volerlo Piergiorgio Frassati. Già perchè al suo funerale tutti,specie i familiari, scoprirono perchè Pier Giorgio usciva di casa presto la mattina, spendeva un mare di soldi,tornava spesso senza i vestiti con i quali usciva, rendeva agli studi non secondo le attese, pur essendo all’Università.

Il Signore infatti lo ha chiamato a soli 24 anni perchè Pier Giorgio potesse essere un esempio per tanti giovani .Fosse morto più in là con gli anni  i giovani non avrebbero potuto innamorarsi di lui.

Ai suoi funerali si è scoperto che Pier Giorgio usciva al mattino per andare a Messa e prendere la Comunione, poi andava a trovare poveri ed ammalati, poi a scuola, prima al superiore e poi all’università, poi vestiva qualche mendicante con cose proprie, poi comprava le medicine a chi non poteva,rincuorava i depressi, cercava giustizia in politica e nelle associazioni di volontariato e poi stanco, la sera, tornava a casa, per prendersi i “borbotti”dei genitori in crisi tra loro a causa probabilmente della troppa ricchezza.

 E per non accentuare questa crisi, preferiva distaccarsi anche dalla sua fidanzata, Laura,non accettata a casa Frassati e motivo di ulteriore lite tra suo padre e sua madre.   

Piergiorgio ha lasciato un segno indelebile nei giovani del ventesimo secolo, ed il Signore ha voluto che lasciasse un segno ben visibile ed imitabile sulla terra favorendone la beatificazione avvenuta il 20 Maggio 1990 per opera del Papa Giovanni Paolo II.

Ecco Pier Giorgio Frassati che fa sue le parole sacre:

“Non fare a nessuno ciò che non vuoi che facessero a te. Dà il tuo pane a chi ha fame e ,fa parte dei tuoi vestiti agli ignudi. Chiedi il parere ad ogni persona che sia saggia e non disprezzare nessun buon consiglio. In ogni circostanza

benedici il Signore e domanda che ti sia guida nelle tue vie e che i tuoi

sentieri ed i tuoi desideri giungano a buon fine.” (tb 4,15-16.18-19)

 

O Beato Pier Giorgio,

grande esempio di carità

rifugio di poveri ed emarginati

fervido seguace dell'ordine di San Vincenzo.

Tu che credesti nelle parole di San Paolo Apostolo

ed hai conosciuto la verità nell'amore di Dio Padre,

aiutaci a seguire la Tua strada,ad amare,

ad aiutare i bisognosi,gli anziani,gli infermi,

dacci la forza per realizzare queste intenzioni;

fà che la nostra vita terrena

possa essere la continuazione

 della Tua così precocemente spentasi.

  Fà che anche noi possiamo aprire il nostro cuore

alle regole di Francesco e Chiara,del Cottolengo,

di Don Bosco e di tutti quelli che,Santi e Beati,

hanno tenuto vivo il Tuo cuore misericordioso,

nel nome del Signore,così sia.

 

Quanti Frassati ci sono nel 2000. Piergiorgio per tutti è stato un grande esempio.

La dedizione con la quale San Giuseppe Cottolengo si dedicava ai malati che non trovavano ricovero negli ospedali; l’amore fino agli ultimi giorni della sua vita espresso da Don Bosco ai giovani di strada, tutti riuniti negli oratori.

La povertà di Francesco e Chiara d’Assisi per come vedere Dio nelle cose semplici, nella natura, nell’umiltà e nella povertà.

Infine San Paolo e le sue lettere, frutto di un Gesù che gli apparve sulla via di Damasco entrando nel cuore di un uomo che fino a quel giorno lo aveva perseguitato nei suoi seguaci.

Com’è cambiata la vita di San Paolo dal viaggio a Damasco. Quante belle parole egli ha scritto alle comunità di Efeso, Filippi, Roma, Corinto etc.

E che parole egli ha scritto!

Uno fra tutti il cantico agli Efesini così sintetizzato in queste frasi:

“Benedetto Sia Dio Padre del Signore nostro Gesù Cristo-

In Lui ci ha scelti per trovarci al suo cospetto Santi ed Immacolati nell’amore.

Ci ha predestinati ad essere suoi figli adottivi-

In Lui abbiamo la redenzione e la remissione dei peccati”.

Oppure ai Corinti:

“Cristo è immagine del Dio invisibile generato prima di ogni creatura, prima di tutte le cose e tutte in Lui sussistono.”

Voglio chiudere proprio con San Paolo questo trattato. Paolo il persecutore,diventa Paolo tredicesimo apostolo. A Lui Gesù è apparso e gli ha parlato accecandolo. A noi Gesù appare nel cuore e nella mente e ci beatifica e glorifica  con Lui perchè noi crediamo in Lui senza averlo visto con gli occhi e sentito con le orecchie.

Dopo aver creduto a chi gli è stato vicino o è apparso eccoci pronti ad accoglierLo, perchè dal giorno in cui gli abbiamo aperto la porta del nostro cuore Egli è entrato facendo si che nella gioia noi e Lui fossimo uniti  in  Cristo che vive in noi. Esprimiamo, come San Paolo, questa vita nella carne a motivo di Cristo e riflettiamo sulla nostra vita considerando come San Paolo molte cose come “spazzatura”.

Cosa sono inoltre le nostre sofferenze rispetto a quelle di Cristo in croce, o il nostro corpo sempre più chiamato ad essere un “otre di creta” che raccoglie quanto di più bello Gesù Cristo vuole da noi per servire Lui.

Da oggi nell’amore del Signore e nella casa del Signore agite e parlate come San Paolo: ”Ora in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate i lontani, siete diventati i vicini grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace,abbattendo il muro dell’inimicizia. Inoltre la sapienza divina, misteriosa è rimasta nascosta e Dio non l’ha fatta conoscere a nessuno dei dominatori di questo mondo.

Se l’avessero conosciuta non avrebbero crocifisso il Signore della gloria.

Sta scritto infatti:

“Quelle cose che occhio non vide, nè orecchio udì, nè mai entrarono

in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano.

Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito”.

 

Ringraziamo e benediciamo il Signore.

 

ALCUNE RIFLESSIONI DEGLI AMICI DI GESU’

Dalle lettere di San Paolo : Fratelli,so che tutto servirà alla mia salvezza grazie all'aiuto dello Spirito di Gesù Cristo,secondo la mia ardente attesa e speranza che in nulla rimarrò confuso. Anzi nella piena fiducia che Cristo sarà glorificato nel mio corpo,sia che io viva,sia che io muoia. Per me il vivere è Cristo e il morire è un guadagno. Quello che poteva essere per me un guadagno,l'ho considerato una perdita a motivo di Cristo per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le ho considerate come spazzatura.Io fratelli,sono stato crocefisso con Cristo e non sono più io che vivo ma Cristo vive in me.Questa vita nella carne io la vivo nella fede del Figlio di Dio che mi ha amato e ha dato se stesso per me. Quanto a me perciò non ci sia altro vanto che nella Croce di Nostro Signore Gesù Cristo per mezzo del quale,il mondo per me è stato crocifisso come io per il mondo.Quelle cose che occhio non vide nè orecchio udì, nè entrarono mai  in cuore di uomo,queste cose ha preparato Dio per coloro che lo amano.Il Signore sa che i disegni dei Sapienti sono vani,perchè del signore è la terra e tutto quanto essa contiene.Noi non predichiamo noi stessi,ma Cristo Gesù Signore e siamo vostri servitori per amore di Gesù.Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta,perchè appaia che la potenza straordinaria viene da Dio e non da noi.Siamo infatti tribolati da ogni parte,ma non siamo schiacciati;siamo sconvolti ma non siamo disperati;perseguitati ma non abbandonati;colpiti ma non uccisi,portando sempre ed ovunque nel nostro corpo la morte di Gesù.La grazia del Nostro Signore Gesù Cristo sia con il Vostro Spirito,fratelli,Amen

Fratelli miei, se uno di voi si allontana dalla verità e un altro ve lo riconduce, costui sappia che chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore, salverà la sua anima dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati. (San Giacomo)

 

Da te non farai nulla, ma se Dio avrai per centro di ogni tua azione allora sì,

arriverai fino alla fine.

(Piergiorgio Frassati)

 

Amare il Signore non vuol dire

diventare bigotti ma essere buoni cristiani”

(Piergiorgio Frassati)

“Cosa sono questi pochi anni nel dolore,nel sacrificio,

in confronto all’eternità felice”.

(Piergiorgio.Frassati)

“La vera felicità,o giovani,non consiste nei piaceri del mondo

 e nelle cose terrene,

ma nella pace della coscienza che si ha se siamo puri di cuore e di mente”

(Piergiorgio.Frassati)

“Signore,il nostro cuore non è tranquillo

finchè non riposa in te”.

(S.Agostino)

“Ho promesso a Dio che fin l’ultimo

mio respiro sarebbe stato per i

miei poveri giovani”

(Don Bosco)

“Se vi fosse un Oratorio

in ogni città non vi sarebbero

delinquenti e fannulloni”

(Camillo Cavour)

“Giovannino,

ricorda che Dio non ci abbandona mai.”

(Mamma Margherita)

“Caro Amico la tua forza mi spaventa,

Dio non te l’ha data per massacrare i

tuoi compagni”

(Luigi Camollo amico di Don Bosco)

 

PIERGIORGIO FRASSATI. Visto da Francesco Antonioli

questo giovane universitario che fa politica, che si mescola con la gente del popolo, che vive la carità cristiana non come semplice elemosina ma come solidarietà con i più poveri, che si innamora, che pratica l’alpinismo, che combina scherzi collettivi, che predica senza far prediche agli altri, cioè con il suo esempio.

La straordinaria testimonianza di credente è espressa nella quotidianità come scelta radicale ad imitazione di Cristo. La personalità che emerge dalla figura di Pier Giorgio Frassati è quella di un giovane vivo, concreto, certamente non un forzato della Santità. Uomo di Dio ed uomo del proprio tempo Pier Giorgio,che nella normalità, ha realizzato in maniera non comune gli ideali cristiani della nostra generazione-(Francesco Antonioli -Pier Giorgio Frassati,il giovane delle otto beatitudini) .

 

RIFLESSIONI

 

1 ) Sei pronta ad aprire il tuo cuore per accogliere Dio come tuo ospite e compagno di viaggio della tua vita ?

2) Avresti il coraggio di ringraziare Dio per averti creato;forse c’è già stato un momento della vita in cui lo hai già fatto ?

3) Che cosa ti fa pensare “Dio padrone della mia vita?”

4) Fino a che non hai scoperto Dio chi è stato il “padrone”della tua vita?

5) Cosa ti ispirano le frasi di Santa Chiara e di Sant’Agostino.

6) Chi discende dalla stirpe di Davide ?

7) Chi è il Profeta dell’Altissimo e che cosa fa ?

8) Chi ci dice che Gesù ha assunto la condizione di servo per essere simile agli uomini.

9) Rifletti dinnanzi alla grotta di Betlemme.

10)Dopo la prima lezione di catechismo per la Cresima..

 

 

SEGUI QUESTA VIA CHE TI SUGGERISCE AMICI FRANCESCANI E........PRENDI APPUNTI

Consigliare i dubbiosi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Istruire gli ignoranti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ammonire i peccatori.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Consolare gli afflitti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Perdonare le offese

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sopportare pazientemente le persone moleste

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pregare Dio per i vivi e per i morti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Beati i poveri in Spirito,perchè di essi è il Regno dei Cieli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Beati gli afflitti perchè saranno consolati da Dio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Beati i miti, buoni,i puri di cuore,i non violenti,perchè erediteranno la terra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia perchè saranno saziati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Beati i misericordiosi perchè troveranno misericordia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Beati i puri di cuore  perchè vedranno Dio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Beati gli operatori di pace perchè saranno chiamati figli di Dio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Beati i perseguitati per causa della giustizia perchè di essi è il Regno dei Cieli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Beati voi quando vi insulteranno,vi perseguiteranno e diranno ogni sorta di male per causa mia.Rallegratevi ed esultate perchè grande è la vostra ricompensa nei cieli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Leggi attentamente il Vangelo,prega,imita la vita di Gesù,testimonia come San Paolo,convertiti come Sant'Agostino,affidati al Signore come Santa Monica e Santa Rita,Fatti ultimo come S.Francesco e S. Chiara, educa come S.Filippo Neri e Don Bosco;imita il giovane Pier Giorgio Trassati e Suor Faustina Kowalska .Per intercessione di Suor Faustina Kowalska impariamo a recitare in fede una preghiera che serve per la conversione di un peccatore:

" O sangue ed acqua che scaturisci dal cuore di Gesù, come sorgente di misericordia per noi, io confido in Te! "

Grazie al Cuore Misericordioso di Gesù e a Suor Faustina

Un buon promemoria x tutti - stampa e porta con te 

1-Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore,con tutta la tua mente,con tutta la tua forza. 2- Ama il prossimo tuo come te stesso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2.Non pronunziare il nome di Dio invano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

3.Ricordati di santificare le feste. (vivi le domeniche nella casa del Signore assieme ai fratelli)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

4.Onora tuo padre e tua madre.(non contraddirli e non abbandonarli)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

5.Non uccidere. (specie con le maldicenze e gli scandali)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

6.Non commettere atti impuri. (Rispetta la volontà di Dio e non commettere i peccati della carne.Non arrecare scandalo)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

7.Non rubare (di tutto -non imbrogliare,sii onesto con tutti)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

8.Non dire falsa testimonianza.(dici sempre la verità,mai la bugia,non essere falso e furbo)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

9.Non desiderare la donna d'altri. (Se già la guardi potresti desiderarla nel tuo cuore. )

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

10.Non desiderare la roba d'altri.(non provare invidia per gli altri e  le cose degli altri. Vivi del tuo, accontentati e sarai felice)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

no Superbia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

no Avarizia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

no Lussuria

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

no Ira

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

no Gola

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

no Invidia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

no Accidia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Alla Santissima Trinità che mi ha creato, chiamato ed illuminato.Al Cuore misericordioso di Nostro Signore Gesù Cristo e a “Mamma Natuzza”

 

“Alla mia famiglia, a Gabriella, Paola ed Alessandra”

 

VAI ALLA HOME PAGE